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IL MAGNIFICAT di Don ALBERIONE - Parrocchia S. Maria Regina ...

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Giovanni Geometra, in un’altra Omelia sulla Dormizione: «Ave, o<br />

<strong>di</strong>struzione del dolore, <strong>di</strong>struzione dell’inimicizia, liberazione dalla schiavitù,<br />

sollevatrice dei mortali verso Dio... Ave, o <strong>di</strong>mora delle <strong>di</strong>vine grazie, talamo<br />

regale della Trinità, nel quale sono nascosti i tesori <strong>di</strong> tutti i beni. Ave, o<br />

padrona <strong>di</strong> tutti i beni; ave, o Signora <strong>di</strong> tutt’e due gli or<strong>di</strong>ni [naturale e<br />

soprannaturale], tu che <strong>di</strong>spensi ogni cosa come vuoi, nella misura che tu<br />

vuoi» (PG 106, 845, A-C). Inoltre, scrive Sergio Bulgakov:<br />

«In <strong>Maria</strong> si è realizzata l’idea della Sapienza <strong>di</strong>vina nella creazione del<br />

mondo. Ella è la Saggezza del mondo creato; in lei s’è giustificata la Sapienza<br />

<strong>di</strong>vina, e così la venerazione della Vergine si confonde con quella della<br />

Sapienza <strong>di</strong>vina. Nella Vergine si sono unite la Sofia celeste e la Sofia del<br />

mondo creato, lo Spirito Santo e l’ipostasi umana. Il suo corpo è <strong>di</strong>venuto<br />

completamente spirituale e trasfigurato. Ella è la giustificazione, lo scopo, il<br />

senso della creazione. In questo senso ella è la gloria del mondo. In lei Dio è<br />

già tutto in tutti» (cfr. L’Orthodoxie, Paris, 1932, pag. 166).<br />

Aggiungiamo al riguardo ciò cui già abbiamo accennato, citando un saggio<br />

<strong>di</strong> Jean Daniélou (La Vergine e il tempo. Morcelliana 1953, Vol. II, pagg. 110-<br />

132).<br />

Il pensiero dell’illustre teologo gesuita combacia perfettamente con la<br />

visione <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> Summa humanitatis che aveva l’Alberione. Daniélou, infatti,<br />

interpreta il periodo <strong>di</strong> preparazione al Natale <strong>di</strong> Cristo in prospettiva<br />

missionaria: il Figlio <strong>di</strong> Dio si incarna per re<strong>di</strong>mere l’umanità, e da quel<br />

momento la tensione della Comunità cristiana non può più sottrarsi<br />

all’impegno <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere in tutto il mondo l’evento salvifico <strong>di</strong> Betlemme,<br />

perché tutti gli uomini <strong>di</strong>vengano partecipi dei frutti che esso ha portato nella<br />

storia.<br />

Il Fondatore della Famiglia Paolina sintetizzerà, per così <strong>di</strong>re, il pensiero<br />

dell’illustre teologo, espresso in tre punti fondamentali:<br />

- La Madonna adempie l’attesa dell’umanità precristiana. «In <strong>Maria</strong><br />

convergono e confluiscono tutte le preparazioni, tutte le aspirazioni e tutte le<br />

ispirazioni, tutte le grazie, tutte le prefigurazioni che avevano riempito<br />

l’Antico Testamento, così da poter <strong>di</strong>re che, alla vigilia della venuta <strong>di</strong> Cristo,<br />

<strong>Maria</strong> riassume e incarna la lunga attesa dei tanti secoli da cui era stata<br />

preceduta...» (cfr. ibid, pag. 111);<br />

- La SS. Vergine è la summa humanitatis, il meraviglioso, fiore sbocciato<br />

da Israele (Ibid., pag. 112) che ha redento le infedeltà <strong>di</strong> Israele. Giustamente<br />

la liturgia le applica il Cantico dei Cantici che proclama l’alleanza tra Dio e il<br />

suo popolo, «giacché è lei che, dopo tante infedeltà, ha dato alla fedeltà <strong>di</strong> Dio<br />

la risposta della razza umana» (Ibid., pag. 114);<br />

- Il piano <strong>di</strong> Dio è unico e universale; la SS. Vergine lo realizza nei confronti<br />

<strong>di</strong> tutti gli uomini. Lei è «la creatura con la quale la razza israelitica sfocia<br />

nell’umanità intera”, sicché lei è «madre della grazia, me<strong>di</strong>atrice universale,<br />

madre del genere umano» (Ibid., pag. 117).<br />

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