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IL MAGNIFICAT di Don ALBERIONE - Parrocchia S. Maria Regina ...

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TR<strong>IL</strong>OGIA<br />

DEL <strong>MAGNIFICAT</strong> ALBERIONIANO<br />

Nel Cinquantenario della De<strong>di</strong>cazione del Santuario-Basilica Minore<br />

<strong>Regina</strong> Apostolorum in Roma, è doveroso ricordare anzitutto le ragioni<br />

storiche e teologiche della particolare devozione paolino-alberioniana alla<br />

Madonna,<br />

Lo facciamo rileggendo intanto una pagina <strong>di</strong> Cronaca della rivista Madre<br />

<strong>di</strong> Dio [il mensile che <strong>Don</strong> Alberione volle come “organo del Santuario”],<br />

rievocata in un Quaderno della stessa rivista del 1991.<br />

«Nel 1931 – scrive E. Sgarbossa – cadeva il XV Centenario del Concilio <strong>di</strong><br />

Efeso, celebrato nel 431 e rimasto celebre come il Concilio della “Theotokos”,<br />

la Madre <strong>di</strong> Dio.<br />

Fu così che nel 1932 – anno in cui la Famiglia Paolina vive una stagione<br />

privilegiata per il suo sviluppo – nasce l’idea <strong>di</strong> dar vita a una pubblicazione<br />

mariana che apra un <strong>di</strong>scorso destinato a durare, come un colloquio fatto <strong>di</strong><br />

attese e <strong>di</strong> incontri, <strong>di</strong> silenzi e <strong>di</strong> parole scritte, rilette, me<strong>di</strong>tate, pregate. <strong>Don</strong><br />

Alberione sentiva che era necessario parlare <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, o meglio: far parlare<br />

<strong>Maria</strong> e ascoltare le materne lezioni <strong>di</strong> questa impareggiabile educatrice».<br />

Il numero “zero” de La Madre <strong>di</strong> Dio uscì per l’Assunta del 1932, con il<br />

titolo provvisorio La S. Madonna; ma probabilmente fu preannunciato da<br />

qualche saggio risalente all’anno precedente. Si trattava della pubblicazione <strong>di</strong><br />

un perio<strong>di</strong>co quin<strong>di</strong>cinale che continuò fino all’anno successivo, quando la<br />

rivista assunse il titolo La Madre <strong>di</strong> Dio.<br />

<strong>Don</strong> Alberione, che ne fu collaboratore fedele soprattutto negli anni maturi<br />

[dal 1953 al 1963 quasi ogni numero porta un suo articolo], amava<br />

riesaminare spesso il cammino percorso e abbozzare dei bilanci su questo<br />

perio<strong>di</strong>co, che ebbe sempre fra i più cari.<br />

A ragione il nostro beato Fondatore, concludendo nel 1957 il suo bilancio<br />

sui venticinque anni de La Madre <strong>di</strong> Dio, riba<strong>di</strong>va che «la rivista deve<br />

continuare a portare il suo frutto». Quale frutto? Quello <strong>di</strong> far conoscere in<br />

ogni chiamato l’apostolo <strong>di</strong> Cristo, il quale, come Gesù «procede dallo Spirito<br />

Santo e si forma nel Cuore Immacolato <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>».<br />

Ecco la parola ultima ed autentica della Madre, Maestra e <strong>Regina</strong> degli<br />

Apostoli. Perciò <strong>Don</strong> Alberione esortava a «leggere questa rivista, a farla<br />

leggere, a zelarne l’abbonamento» come «contributo all’apostolato e alla<br />

cristianizzazione del mondo» (cfr. E. Sgarbossa, Alberione e <strong>Maria</strong>. Storia <strong>di</strong><br />

un amore, pagg. 38-42).<br />

Dalla rivista Madre <strong>di</strong> Dio<br />

al Santuario <strong>Regina</strong> Apostolorum<br />

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