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Coordinamento del progetto a cura della S.C. Comunicazione

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impegni verso il sistema lavorativo e verso il territorio<br />

per trovare tempo e crearsi<br />

occasioni per migliorare la<br />

qualità <strong>del</strong> lavoro.<br />

Il tempo dedicato a comunicare<br />

è davvero tempo perso?<br />

vedi 7.5 - 7.6 - 7.1<br />

Il tempo scorre in maniera<br />

sempre uniforme?<br />

Il tempo è uno dei gorghi<br />

interiori in cui rischiamo di<br />

precipitare. Rapiti dai nostri<br />

100<br />

va bene - le comincio tutte, ma non ne finisco nessuna. Se<br />

invece ho un obiettivo preciso riesco a portare a termine le<br />

cose. In questo modo trovo il tempo e l’occasione.<br />

Verso gli incontri c’è ancora una certa diffidenza. Quando<br />

si tratta di prevedere <strong>del</strong> tempo per discutere, viene<br />

detto: “Fatelo, ma non ditelo a nessuno”. Perché codificare<br />

quel tempo non va bene: risulterebbe “tempo perso”.<br />

Questo è grave, soprattutto in quei reparti dove operano<br />

molte professionalità che devono interagire.<br />

Il problema è che oggi l’importante è solo il fare, non<br />

esiste più il “tempo pensiero”. Alla riflessione e alla rielaborazione<br />

si dà davvero poco valore.<br />

13.2 Rispetto dei tempi<br />

Aspettare l’esito <strong>del</strong>l’esame, stare davanti alla porta<br />

in attesa di notizie e guardare gli infermieri che vanno<br />

avanti e indietro… Per chi aspetta, 30 minuti sono eterni;<br />

a noi operatori che corriamo a destra e a manca invece<br />

appaiono un niente. Decidiamo quali e quante parole<br />

spendere, in modo che sia chiaro quali sono i percorsi<br />

e i tempi di comunicazione: se ignoriamo il problema le<br />

persone vivono davvero male.<br />

Il meccanismo di autocentratura l’ho notato in alcuni<br />

operatori: prima di tutto ci sono loro, il centro <strong>del</strong>l’attenzione<br />

non è il malato, ma loro stessi. Questo si vede da<br />

piccole cose, per esempio il non rispetto <strong>del</strong>l’orario: “mi<br />

metto a posto le mie cose poi arrivo, tanto tu che cosa hai<br />

da fare?”. A volte il paziente ha davvero bisogno di una<br />

determinata cosa e senti dire: “Un attimo, che devo telefonare<br />

lì, se no poi non trovo nessuno”. Non va bene…<br />

Il parente va informato, supportato. Come coordinatore<br />

chiedo ai miei collaboratori di uscire dalla sala operatoria<br />

e informare chi resta fuori. A volte non si tratta<br />

solo <strong>del</strong> tempo tecnico per l’operazione, ma è un problema<br />

di tempo organizzativo: magari uno scende per<br />

primo, poi però manca l’anestesista e bisogna aspettare<br />

che arrivi, poi ci sono i tempi per l’anestesia, magari bisogna<br />

ancora aspettare il chirurgo… Così i tempi complessivi<br />

<strong>del</strong>l’operazione si allungano molto e per tutto<br />

questo tempo non ci si può dimenticare <strong>del</strong> parente che<br />

trascorre il suo tempo fuori ad aspettare. Bisogna farsi

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