Coordinamento del progetto a cura della S.C. Comunicazione

Ma poi di quella pratica che cosa succede? “Ma che ti importa…”
si sente dire. Ma come “che importa”, è il mio lavoro!
9.2 Andare oltre
Considerazione
Quando un collega mi chiede qualcosa che esula dalla
mia stretta competenza e non ho la risposta pronta dico:
“Non lo so, ma aspetta un momento che mi informo.” Lo
faccio perché io non sono un robot e chi è dall’altra parte
del filo neppure. Tra l’altro è gratificante, perché poi vieni
riconosciuto come portatore di certe informazioni.
Certo, questo è un momento critico, ma credo che
molto dipenda dalle modalità con cui si affrontano i cambiamenti.
Per esempio, se chiama qualcuno per un’informazione
posso dire: “Non so, non lo facciamo più noi”,
dimenticarmi della persona dall’altra parte del filo e lasciarla
nel suo brodo. Altra cosa è cercare di dare una
mano, cercare il numero dell’interlocutore giusto, provare
a informarsi. A volte magari non hai proprio tempo, allora
dici: “Richiamami tra 10 minuti che ora sono impegnata,
tra poco se posso cerco di aiutarti”.
Io lavoro sul territorio, ma se mi chiedono dei dati sulla
mortalità della mia zona, non basta mandare i dati e finita
lì. Occorre inserire una legenda per permettere alle persone
di leggere questi dati e magari anche una qualche introduzione
che sia di commento. La comunicazione deve
essere comunicazione vera!
Quando riesco a mettere la dovuta attenzione in ciò
che faccio, riesco a capire che cosa mi sta realmente
chiedendo l’utente. Ci metto quel minuto in più che poi
me ne fa risparmiare altri 20 ed evita un mucchio di fraintendimenti.
In ambulatorio è arrivato un utente chiedendo del denaro.
Gli è stato risposto dai colleghi che il denaro è elargito
su progetto, che non è possibile dare denaro così.
Questo utente lo conosco, è una persona che già si era
presentata in altri posti con la stessa richiesta. I colleghi
hanno dato una risposta tecnica, corretta, in modo esauriente.
Nulla da dire. In effetti, la sua richiesta di denaro
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una gran parte della nostra
esistenza.
L’autentica vita lavorativa inizia
nel momento in cui si va
oltre il mero adempimento
burocratico, quando si stringono
i nodi di senso che legano
l’agire a noi stessi e alle
persone che ci circondano.