Coordinamento del progetto a cura della S.C. Comunicazione

Valore in gioco
Oculatezza
Il tempo non è solo una dimensione che ci scorre addosso
e che ci vede impotenti. Va considerato come un materiale
malleabile, su cui possiamo intervenire e che possiamo lavorare.
Agendo con lungimiranza e spirito di collaborazione, con senso
dell’opportunità e sapendo cogliere le varie occasioni di cui è intessuta
la giornata di lavoro, è possibile guadagnare una quantità
insospettabile di tempo, per noi e per il sistema in cui siamo inseriti.
Tutti sappiamo che il tempo e lo spazio sono le coordinate
dell’esistenza umana. Al tempo meccanico, quello che vediamo
scorrere in maniera uniforme e che è contrassegnato dall’avanzare
implacabile delle lancette, occorre però affiancarne un altro: il
tempo interiore. Inseriti in processi che tendono a parcellizzare e
a scandire in maniera meccanica il nostro agire, sovente dimentichiamo
che un’ora non scorre uguale per tutti. Il tempo interiore
scorre diversamente a seconda dello stato emotivo e della
condizione esistenziale in cui ci troviamo. Accelera o rallenta. Si
contrae o si dilata. Un’ora è un’eternità per chi è in attesa di notizie
del parente ricoverato, trascorre in un lampo per l’operatore
impegnato su mille fronti.
I due tempi il più delle volte non collimano. Riconoscerli e rispettarli
entrambi non è certo semplice, ma lo sforzo per riuscirci
è una delle fondamentali direttrici del ben essere, nostro e dei
pazienti.
Oculatezza
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indirizzi etici
organizzativi
Il tempo va inteso come un patrimonio da gestire individualmente e
collettivamente, attraverso un coordinamento delle attività il più possibile
capillare e atto ad evitarne lo sperpero.
Accanto al rispetto dei tempi scanditi dall’orologio, occorre che gli
operatori maturino la capacità di riconoscere i tempi interiori dei pazienti
- utenti, per poi adottare l’approccio relazionale più adatto in base alle
circostanze.