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Coordinamento del progetto a cura della S.C. Comunicazione

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È importante non abbandonare il parente anche<br />

quando non è possibile farlo entrare, per esempio in sala<br />

operatoria. Il parente sta fuori, ma puoi informarlo, puoi<br />

rassi<strong>cura</strong>rlo, anche in modo che poi possa assistere meglio<br />

il paziente, non tanto dal punto di vista fisico, ma piuttosto<br />

dal punto di vista psicologico. In ogni caso il recupero<br />

di una qualche forma di contatto è fondamentale. Il dare<br />

conforto, non lasciare solo un paziente magari non grave<br />

ma di carattere debole, recuperarlo attraverso il parente<br />

serve anche all’operatore che poi dovrà trattarlo.<br />

Bisogna pensare che il parente rientra nel processo di<br />

<strong>cura</strong>, deve essere coinvolto, anche perché è quello che<br />

porta il paziente in ospedale ed è quello che se lo riporta a<br />

casa. Noi in Pronto Soccorso avevamo fatto molte riunioni<br />

tra operatori perché la criticità <strong>del</strong>l’alto afflusso implicava<br />

la gestione <strong>del</strong>la questione parente dentro / parente fuori,<br />

parente risorsa o parente ostacolo. Il punto chiave è<br />

che comunque è da prendere in carico anche il parente e<br />

questo richiede un impiego di tempo e di energie, quindi<br />

bisogna tenerne conto nell’organizzazione <strong>del</strong> lavoro.<br />

Facciamo un esempio di un non-malato, una partoriente<br />

per esempio: l’anestesia riesce meglio se le è stato<br />

spiegato che cosa succederà, che cosa sentirà. Se la<br />

donna non è preparata sente cose che non ci sono. Oppure<br />

i bambini: fa la differenza se sono stati preparati dalla<br />

mamma o gli viene detto - come ho sentito - “domani ti<br />

fanno la fotografia”.<br />

In Pronto Soccorso il problema <strong>del</strong>l’accoglienza è<br />

quanto è lunga l’attesa e come si può rendere meno pesante<br />

questa attesa. Ci sono persone che per ore non<br />

hanno notizie su quello che gli accade, <strong>del</strong> perché e <strong>del</strong><br />

che cosa stanno aspettando. Il paziente non deve essere<br />

un burattino messo nelle mani <strong>del</strong>l’operatore. Se l’utente<br />

è disponibile si può spiegare, tutto l’iter. Siamo sempre<br />

strapieni, ma forse con un po’ di informazione le persone<br />

sarebbero più tranquille.<br />

A volte ti accorgi che il paziente ha bisogno di un contatto,<br />

basterebbe dire: “Niente di grave, stiamo solo facendo<br />

degli accertamenti”. Ma chi ha tempo e, più ancora,<br />

testa per farlo?<br />

15<br />

In che modo il parente può<br />

diventare un prezioso alleato<br />

nel percorso di <strong>cura</strong>?<br />

Dare attenzione al familiare<br />

può aiutarci a guadagnare<br />

tempo?<br />

vedi 13.1<br />

La questione dei tempi e <strong>del</strong>le<br />

modalità da seguire per costruire<br />

una buona relazione con i parenti<br />

non può essere lasciata al<br />

caso o all’iniziativa individuale.<br />

Deve piuttosto essere pianificata<br />

a livello di Struttura e concordata<br />

con tutti gli operatori.<br />

Cura

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