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x - Fisica - Sapienza

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10 12 Tera T<br />

10 9 Giga G<br />

10 6 Mega M<br />

10 3 Chilo k<br />

10 2 Etto h<br />

10 1 Deca da<br />

10 -1 Deci d<br />

10 -2 Centi c<br />

10 -3 Milli m<br />

10 -6 Micro μ<br />

10 -9 Nano n<br />

10 -12 Pico p<br />

10 -15 Femto f<br />

10 -18 Atto a<br />

(1.2) Il concetto di incertezza di misura<br />

Fin qui tutto semplice. Ma c’è un fatto in più che rende il mestiere dello sperimentatore più<br />

complesso ed interessante. C’è una caratteristica fondamentale: la misura fornisce una conoscenza<br />

intrinsecamente incerta. Ciò può apparire contraddittorio. Infatti riguardo alla Scienza si usano<br />

spesso espressioni del tipo “Scienza Esatta”, o frasi del tipo “è scientificamente provato” o simili.<br />

Qui occorre sgomberare il campo da equivoci. Scienza Esatta non significa fare affermazioni<br />

assolutamente precise e indiscutibili. Significa piuttosto fare affermazioni nelle quali é indicato in<br />

modo chiaro il limite di attendibilità dell’affermazione stessa. (Attenzione alle parole e ai luoghi<br />

comuni dunque.).<br />

In che senso la misura, come si é appena detto, fornisce una conoscenza intrinsecamente incerta ?<br />

Vediamo alcuni esempi di sorgenti di incertezza. Misuriamo la lunghezza del tavolo.<br />

(1) Con un regolo (un metro nel linguaggio comune) posso dire che il risultato é tra qui e qui,<br />

12.3 e 12.4 cm per esempio; basta che stabilisco tra quali divisioni (dette anche tacche) dello<br />

strumento si situa la mia misura.<br />

(2) Allora prendo uno strumento molto più “preciso” le cui divisioni sono di 10 micron (per<br />

esempio un calibro palmer di quelli che vedremo in laboratorio) e ottengo che la misura si situa tra<br />

12.324 12.325 cm; certo ho ristretto l’intervallo, ma sempre di un “intervallo” si tratta;<br />

Mi chiedo allora c’è modo di arrivare a dire: il tavolo é lungo 12.3246 cm ? Oppure intrinsecamente<br />

posso solo dare un intervallo ? Evidentemente si’. Qualsiasi strumento darà un intervallo. Ma c’è di<br />

più.<br />

(3) Se ripeto la misura un po’ più in là ottengo una cosa diversa. Quant’è lungo il tavolo ? Qui<br />

siamo di fronte ad una carenza nella definizione di quello che voglio misurare. Voglio misurare il<br />

tavolo si’, ma in che punto ?<br />

(4) Ripeto poi la misura facendola nello stesso punto, ma la sera. Trovo che l’intervallo ora é<br />

12.327 e 12.328. Che succede ? Evidentemente il tavolo sta soffrendo di effetti di dilatazione<br />

termica. Pertanto di nuovo la definzione é manchevole. La domanda giusta da porre é quant’è lungo<br />

il tavolo a quella temperatura ? Ma c’è di più ancora.<br />

(5) Prendo un altro strumento “uguale” (un altro esemplare dello stesso strumento) e misuro<br />

sullo stesso punto alla stessa ora: ottengo l’intervallo 12.319 e 12.320. Allora ? Probabilmente é<br />

accaduto che gli esemplari dei due strumenti sono scalibrati.<br />

Il valore vero di questa grandezza (lunghezza del tavolo) é dunque “elusivo” per tante ragioni. Che<br />

cos’è il valor vero ? La definizione metrologica é: valore vero = “un valore compatibile con la<br />

definizione della grandezza”. Come abbiamo visto, affinché sia univoco, deve essere ben definito.<br />

Ricapitoliamo le varie ragioni di incertezza che abbiamo incontrato nell’esempio visto.<br />

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