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x - Fisica - Sapienza

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Formalizziamo ora l’inferenza. Per fare ciò riprendiamo lo schema della prima parte del corso:<br />

valor vero, misurando e risultato della misura.<br />

Il misurando é caratterizzato da una popolazione (la sua funzione di distribuzione) che dipende sia<br />

dal processo che si sta studiando, che dalle caratteristiche dell’apparato di misura. La misura si<br />

riferisce invece ad un campione, che costituisce una realizzazione finita della popolazione. Dunque<br />

tra popolazione e campione vi é un rapporto di natura statistica. Il valore vero invece non dipende<br />

dall’apparato di misura, ma solo dal fenomeno. La differenza tra valore vero e valore misurato<br />

(l’errore dunque) può sempre essere espresso come somma di 2 contributi:<br />

differenza tra valore osservato e valore atteso del misurando (errore casuale)<br />

differenza tra valore atteso del misurando e valore vero (errore sistematico)<br />

Decomponiamo dunque l’errore complessivo δ nella forma:<br />

δ = x − x = ( x − μ)<br />

+ ( μ − x ) = δ + δ<br />

v<br />

m<br />

v<br />

m<br />

sist<br />

in cui, con ovvio significato di simboli, x v é il valor vero, x m quello misurato, e μ il valore atteso del<br />

misurando.<br />

Nel limite in cui il campione approssima bene la popolazione (per esempio altissimo numero di<br />

osservazioni), l’errore casuale tende ad annullarsi in base alla legge della stabilità della frequenza.<br />

In tale caso rimane la seconda sorgente di errore soltanto. L’errore sistematico é dunque quello che<br />

rimane dell’errore, nel limite di statistica infinita.<br />

Si noti che stiamo parlando di errori, non di incertezze. Lo sperimentatore non “vede” il misurando,<br />

né “vede” il valore vero. Tuttavia deve stimare quanto sono questi errori dando degli intervalli di<br />

probabilità per la grandezza.<br />

(3.1.2) L’inferenza bayesiana<br />

Ci sono vari metodi generali per l’inferenza cioè per fare il passaggio da x m a μ e da questo a x v .<br />

Uno di questi é il metodo dell’inferenza bayesiana al quale accenniamo ora brevemente.<br />

Utilizzando le definizioni appena date, possiamo chiamare f(μ/x m ) la funzione di distribuzione di μ<br />

dato x m , che descrive la popolazione del misurando μ , condizionata all’essere stato ottenuto x m<br />

come risultato della misura. Allo stesso modo chiameremo g(x m /μ) la funzione di distribuzione di<br />

x m dato il parametro μ. Il problema é posto in modo tale che si può interpretare μ come la “causa”,<br />

cioè la popolazione, e x m come l’effetto, ovvero il campione. La forma della popolazione del<br />

misurando determina cioè il risultato della misura, con un meccanismo tipo causa-effetto. La<br />

situazione é simile a quella che abbiamo visto in occasione del teorema di Bayes. Li’ avevamo una<br />

formula che ci permetteva di passare dalle probabilità degli effetti date le cause, alle probabilità<br />

delle cause dati gli effetti. Adattiamo la formula di Bayes al sistema popolazione - campione,<br />

passando dalle probabilità di eventi alle densità di probabilità di variabili casuali continue, secondo<br />

quanto visto nel precedente capitolo:<br />

f ( μ / x )<br />

m<br />

= b<br />

∫<br />

a<br />

g(<br />

x / μ)<br />

f ( μ)<br />

m<br />

0<br />

dμg(<br />

x / μ)<br />

f ( μ)<br />

m<br />

0<br />

A numeratore vi é il prodotto della funzione g detta verosimiglianza per la funzione f 0 che<br />

costituisce la probabilità a priori del valore del misurando. A denominatore lo stesso prodotto é<br />

integrato in dμ tra a e b che sono gli estremi dell’intervallo in cui μ è definito. L’integrale a<br />

denominatore svolge il ruolo della sommatoria nella formula di Bayes per le probabilità.<br />

Se conosco la verosimiglianza, cioè se conosco come é fatta la distribuzione del campione data la<br />

popolazione (che dipende da come é fatto l’apparato di misura), e se ho una probabilità a priori<br />

(eventualmente uniforme se non ho alcun “pregiudizio”) posso ricavare la funzione di distribuzione<br />

del misurando. Il valore atteso di tale distribuzione, o il valore più probabile qualora la distribuzione<br />

fosse in buona misura simmetrica, costituiscono la migliore stima del misurando.<br />

Il passaggio poi al valore vero viene fatto usando tutte le conoscenze a disposizione relativamente<br />

agli eventuali errori sistematici, e applicandoli come correzioni alla stima fatta del misurando.<br />

cas<br />

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