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x - Fisica - Sapienza

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A<br />

A<br />

s<br />

a<br />

=<br />

(<br />

Μ<br />

Μ<br />

Μ<br />

=<br />

( Μ<br />

( 4 )<br />

( 2 )<br />

( 3)<br />

( 2 )<br />

( E[<br />

x])<br />

( E[<br />

x]))<br />

( E[<br />

x])<br />

( E[<br />

x]))<br />

2<br />

3<br />

− 3<br />

Si noti che si tratta di coefficienti resi adimensionali nella definizione. In generale infatti il<br />

momento n-esimo ha dimensioni [x] n e pertanto la media ha dimensioni [x] e la varianza ha<br />

dimensioni [x] 2 .<br />

Naturalmente le definizioni date, in particolare quelle di valore atteso e di varianza, si estendono a<br />

combinazioni e funzioni di una o più variabili casuali. Vedremo nel seguito come si trattano questi<br />

casi.<br />

(2.5.6) Densità di probabilità di una funzione di variabile casuale<br />

Se x é una variabile casuale (l’argomento vale anche per il caso discreto), una qualsiasi funzione di<br />

x, y=y(x) risulta anch’essa una variabile casuale, nel senso che l’occorrenza di diversi valori di x<br />

secondo le modalità della sua funzione di distribuzione, determina anche l’occorrenza dei valori di<br />

y secondo le modalità di una funzione di distribuzione che dipenderà dalla distribuzione di x e dalla<br />

funzione y(x). Senza entrare nei dettagli matematici vediamo come si ricava la densità di probabilità<br />

di y, data quella di x e data la funzione y=y(x). Chiamiamo f(x) la densità di probabilità di x e g(y)<br />

quella di y.<br />

Supponiamo per semplicità che la funzione y(x) sia monotona nell’intervallo di definizione della<br />

variabile x. In tal caso l’inversione della funzione, cioè il passaggio dalla y(x) alla x(y), avviene<br />

senza difficoltà e la funzione x(y) é una funzione “monodroma” ovvero per ogni y vi é un solo x.<br />

Data la relazione tra x ed y dovrà essere per ogni valore di x (che chiamiamo x ):<br />

p ( x < x < x + dx)<br />

= p(<br />

y(<br />

x)<br />

< y < y(<br />

x + dx))<br />

= p(<br />

y(<br />

x)<br />

< y < y(<br />

x)<br />

+ dy)<br />

e dunque<br />

f ( x)<br />

dx = g(<br />

y)<br />

dy<br />

da cui la relazione cercata:<br />

dx(<br />

y)<br />

g ( y)<br />

= f ( x(<br />

y))<br />

dy<br />

dove il modulo é stato inserito per assicurare la positività della nuova densità di probabilità cosi’<br />

ottenuta. Si tratta pertanto di invertire la funzione y(x), di calcolare la derivata della x(y) e di<br />

moltiplicarne il modulo per la funzione f(x) in cui al posto della x mettiamo esplicitamente la x(y).<br />

La g(y) cosi’ ottenuta é anche automaticamente normalizzata<br />

b<br />

y ( b )<br />

1 = ∫ f ( x)<br />

dx = ∫ g(<br />

y)<br />

dy = 1<br />

a<br />

y ( a )<br />

se risulta normalizzata la f(x) di partenza.<br />

In Fig.2.5é illustrato graficamente il caso in cui da una variabile x uniforme tra 0 e 1, si passa ad<br />

una y=αx 2 . Il fatto che la y in questo caso non mantenga la stessa distribuzione della x uniforme é<br />

comprensibile osservando che se considero i 2 intervalli [0,1/2] e [1/2,1] equiprobabili in x, questi<br />

danno luogo a due intervalli di diversa grandezza in y ma che devono restare equiprobabili. Dunque<br />

la y non può essere uniforme.<br />

Le definizioni di valore atteso e varianza si estendono banalmente. Il valore atteso può essere<br />

espresso nella forma:<br />

y b<br />

= )<br />

b<br />

E [ y]<br />

∫ yg(<br />

y)<br />

dy = ∫ y(<br />

x)<br />

f ( x)<br />

dx<br />

(<br />

y ( a )<br />

a<br />

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