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x - Fisica - Sapienza

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(3) Introduzione all’inferenza<br />

Gli argomenti e gli esempi trattati nel capitolo precedente sono certamente interessanti. Tuttavia<br />

risulta evidente che essi da soli non giustificano il fatto che un fisico sperimentale debba studiarli<br />

cosi’ intensamente proprio all’inizio del suo corso di studi. In realtà il motivo per cui sono stati<br />

trattati é che si rivelano estremamente utili per risolvere i problemi di inferenza che abbiamo già in<br />

parte affrontato e per ora solo approssimativamente incontrato nel primo capitolo.<br />

Riformuliamo alcuni dei problemi che abbiamo incontrato nella prima parte del corso:<br />

(a) come dare il risultato di una misura, come dare la stima dell’intervallo e che significato ha<br />

questo intervallo nei seguenti casi:<br />

risultato di una singola misura (analogica, digitale o numero senza altre informazioni);<br />

risultato di una sequenza di numeri (qui abbiamo già alcune idee che vanno chiarite);<br />

risultato di un conteggio (poissoniano): come dare la migliore stima di r ;<br />

risultato di una misura di efficienza (binomiale);<br />

combinazione di diverse misure indipendenti di una stessa grandezza;<br />

(b) come stimare l’incertezza di una misura indiretta: si tratta di applicare la propagazione delle<br />

incertezze cui abbiamo già accennato;<br />

(c) come stabilire la compatibilità tra diverse misure in modo più quantitativo, ovvero come<br />

stabilire che due misure sono “significativamente” diverse;<br />

(d) come determinare con la loro incertezza il coefficiente angolare e l’intercetta della retta che<br />

meglio approssima una dipendenza lineare tra due grandezze.<br />

Ciascuna delle questioni qui poste sono state incontrate in vario modo nelle esperienze di<br />

laboratorio. Per esempio nella prima esperienza abbiamo incontrato problemi del tipo (a) per<br />

ciascuna misura di massa e di volume e per la distribuzione delle densità, dei riflessi e della capacità<br />

di interpolazione, di tipo (b) per stimare l’incertezza della densità a partire da quelle su massa e<br />

volume e di tipo (c) per vedere se si hanno differenze tra i riflessi degli studenti, o tra la densità<br />

media e quella nota dell’alluminio.<br />

Nell’ esperienza della molla sono entrati in gioco anche i problemi di tipo (d) nei 2 tipi di fit che<br />

abbiamo fatto, per ora solo “a mano” e che intendiamo fare secondo una modalità meglio definita.<br />

Nell’ esperienza del contatore, oltre alle altre cose pure presenti, si é posto il problema di stimare la<br />

radioattività a partire da varie misure di conteggio. E cosi’ via.<br />

In questo capitolo dopo una breve introduzione di considerazioni generali sull’inferenza, vedremo<br />

alcune soluzioni per le 4 classi di problemi posti, soluzioni che evidentemente non esauriscono tutti<br />

i problemi immaginabili, ma che risultano utili in molte circostanze.<br />

Lasciamo dunque da parte urne con palline, o probabilità di malattie, e torniamo a parlare di misure.<br />

(3.1) Introduzione “formale” all’inferenza<br />

(3.1.1) Considerazioni generali<br />

L’inferenza é il processo attraverso il quale a partire da un insieme di dati “inferisco” sul valor vero<br />

di una o più grandezze. E’ dunque la procedura con cui in un modo o nell’altro facciamo<br />

l’induzione. Con il termine inferenza indichiamo dunque il metodo quantitativo dell’induzione e<br />

quindi del metodo sperimentale. Il risultato del procedimento consiste in generale nello stabilire le<br />

caratteristiche della funzione di distribuzione del valor vero della grandezza in esame o dei valori<br />

veri delle grandezze in esame, ed in particolare nella definizione di un intervallo, caratterizzato da<br />

un certo contenuto di probabilità, all’interno del quale si ritiene il valor vero debba stare. Si noti che<br />

intrinsecamente l’inferenza fa passare da una osservazione particolare ad una affermazione generale<br />

sulla o sulle grandezze.<br />

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