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x - Fisica - Sapienza

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P ( x M<br />

−σ<br />

< μ < x + σ ) = 68.3%<br />

M<br />

Si noti il procedimento seguito, che é consistito nell’individuare la densità di probabilità di μ a<br />

partire dalla verosimiglianza.<br />

Nel caso in cui il valore x M proviene da una misura diretta letta su una scala “analogica” sappiamo<br />

che si tratta di stimare al meglio la precisione di interpolazione. Si potrebbe pensare di usare una<br />

misura come quella fatta in laboratorio per il nonio (aumentando magari il numero di osservazioni)<br />

come misura della popolazione della variabile δx scarto del valore misurato dal valore vero. Se tale<br />

popolazione si rivela essere gaussiana caratterizzata da valore atteso nullo e varianza σ 2 si può<br />

procedere come nel caso appena trattato dando un intervallo gaussiano di semilarghezza σ.<br />

In questi casi é evidente che per avere un intervallo del tipo di quelli chiamati di “quasi certezza” nel<br />

capitolo 1, occorrerà moltiplicare per 3 la larghezza dell’intervallo portando cosi’ il contenuto<br />

probabilistico dell’intervallo al 99.7%.<br />

Se invece la misura in questione proviene da un display digitale fisso e Δx é l’ampiezza<br />

dell’intervallo corrispondente all’ultimo digit centrato in x M , posso affermare che, per quel che posso<br />

sapere, la densità di probabilità di μ è uniforme tra x M - Δx/2 e x M + Δx/2. Non ho nessun elemento<br />

infatti per privilegiare una parte dell’intervallo rispetto ad un’altra. In tal caso la migliore stima del<br />

valore vero e della sua incertezza, avente il significato di deviazione standard della distribuzione di x<br />

(vedi cap.(2.4)) é<br />

ˆ μ =<br />

Δx<br />

x M<br />

±<br />

12<br />

corrispondente ad un intervallo di probabilità del 57.7%. In questo caso un intervallo di certezza é<br />

ovviamente ± Δx / 2.<br />

Bisogna comunque sempre tenere presente che non esiste un metodo generale. Si tratta di usare tutte<br />

le informazioni a disposizione e, se non si hanno informazioni sufficienti, in generale non si potrà<br />

dare una stima sensata di un intervallo.<br />

(3.2.2) Caso di una misura ripetuta N volte.<br />

Se invece ho un campione di dimensione N (sequenza di numeri) posso calcolare x ed s . Di<br />

nuovo però é interessante distinguere tra due casi, cioè tra il caso in cui ho informazioni aggiuntive<br />

al mio campione e il caso in cui tutte le mie informazioni sono date dal campione.<br />

Supponiamo allora di conoscere a priori che x ha una distribuzione gaussiana con valore atteso μ e<br />

varianza σ 2 : la variabile<br />

x − μ<br />

σ<br />

N<br />

è una gaussiana standardizzata, e dunque, applicando le stesse considerazioni fatte per il caso della<br />

singola misura, un intervallo<br />

x −<br />

σ<br />

< ˆ μ < x +<br />

N<br />

σ<br />

N<br />

è caratterizzato da un intervallo di probabilità del 68.3%. Infatti se il misurando è caratterizzato da<br />

una popolazione gaussiana, la media di N misure estratte da questa popolazione é (a maggior<br />

ragione) gaussiana e d’altra parte sappiamo che la sua varianza é la varianza di x diviso N. Allora<br />

posso ripetere il ragionamento fatto per la singola misura e scrivere come risultato:<br />

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