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x - Fisica - Sapienza

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iscriveranno 50 o 2000 ? Intuitivamente direi di no. La teoria della probabilità e la statistica<br />

permettono in effetti di trattare le modalità di fluttuazione dei conteggi quando certe condizioni<br />

molto generali sono verificate. Le vedremo con un certo dettaglio nei prossimi capitoli.<br />

(1.3.3) Caso di misure ripetute che danno diversi valori: la sequenza di numeri.<br />

Supponiamo ora che il display o l’ago non sono fissi ma si muovono, magari vibrano come spesso<br />

accade. Siamo in presenza di fluttuazioni, cioè del fatto che per certe ragioni, il risultato della<br />

misura presenta una variazione casuale e non predicibile nel tempo<br />

(1) Lettura display con una o più cifre che cambiano (le cifre di destra evidentemente cambiano più<br />

rapidamente di quelle di sinistra, la cifra che si trova all’estrema destra é anche detta “digit meno<br />

significativo”). In tal caso si cerca di capire quant’è il massimo e quant’è il minimo assunti dal<br />

display al passare del tempo. Tali due valori cosi’ ottenuti forniscono un “rudimentale” intervallo<br />

massimo. Si noti però che se io aspetto un po’ per trovare massimo e minimo nessuno mi garantisce<br />

che aspettando un po’ di più io non trovi un numero fuori dall’intervallo. Cioè non sono<br />

completamente certo in questo caso che la misura sia là dentro. Anzi, l’estensione dell’intervallo é<br />

qualcosa che in generale cresce al passare del tempo (sicuramente non decresce), e dipende anche<br />

da fluttuazioni anomale (per esempio uno sbalzo della rete può dare un valore completamente<br />

sbagliato che non ha molto significato includere nella mia valutazione). Fatte salve queste<br />

considerazioni, il centro dell’intervallo ± la sua semiampiezza é comunque una stima ragionevole.<br />

(2) Lettura di un ago che vibra su una scala graduata. Si può applicare lo stesso metodo discusso<br />

sopra per il display digitale con le stesse “critiche” fatte.<br />

(3) Nel caso in cui sono in condizioni di ripetere la misura (naturalmente devono essere immutate le<br />

condizioni) e se ogni volta ottengo un numero diverso (per esempio fotografo ad intervalli regolari<br />

il mio ago che vibra, oppure leggo il display ad intervalli regolari o acquisisco i suoi valori tramite<br />

calcolatore) posso usare tutto il complesso di numeri ottenuto per tentare una stima un po’ più<br />

approfondita di come vanno le cose.<br />

I dati che ho ottenuto costituiscono una sequenza di numeri (registrati su computer o scritti su logbook),<br />

cioè una tabella tempo-valore, in cui il valore si può riferire a qualunque grandezza fisica<br />

(una massa, un numero di persone..). Approfondiamo con il prossimo paragrafo cosa si può fare in<br />

questo caso.<br />

(1.3.4) Analisi grafica della sequenza di numeri.<br />

Intanto chiamiamo campione l’insieme dei dati ottenuto. Questo termine ha qui un significato<br />

diverso da quello che abbiamo usato in metrologia. Sta ad indicare semplicemente un insieme di<br />

dati sperimentali.<br />

Vediamo come rappresentare e descrivere il campione, utilizzando dei metodi grafici. Si tratta di<br />

“ridurre” una sequenza di tanti numeri a quelle informazioni che sono rilevanti ai fini della<br />

comprensione del problema. Ci accorgiamo subito che a tale scopo la rappresentazione grafica é<br />

estremamente efficace.<br />

Una prima cosa da fare é un grafico del risultato in funzione del tempo (o di altre variabili<br />

rilevanti). Questo grafico infatti permette di fare una analisi delle fluttuazioni e di chiedersi in<br />

particolare se queste sono “casuali” o se c’è piuttosto una “tendenza”. Qui si può fare una prima<br />

analisi “a occhio” per capire. In generale l’occhio tende a confrontare la variazione della grandezza<br />

con le dimensioni delle fluttuazioni e tende a giudicare se una tendenza in un grafico é o no<br />

“significativa”. In altre parole il nostro occhio tende a distinguere tra un andamento (che é la cosa<br />

significativa che vogliamo studiare) e una serie di fluttuazioni casuali che semplicemente rendono i<br />

valori misurati più dispersi. Per questo confrontiamo le Fig.1.2 e Fig.1.3. In entrambe le figure sono<br />

riportate sequenze di 20 misure. Nel primo caso non si osserva alcun andamento ma solo delle<br />

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