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x - Fisica - Sapienza

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le volte che conto degli eventi che si presentano in modo “casuale” cioè senza una struttura<br />

temporale determinata, la distribuzione di Poisson permette di caratterizzarne le proprietà più<br />

rilevanti.<br />

Introduciamo il processo di Poisson in due modi diversi. Dapprima lo consideriamo come caso<br />

limite del processo di Bernoulli, poi lo introdurremo in modo autonomo sulla base delle<br />

caratteristiche del processo stesso.<br />

Consideriamo dunque un processo di Bernoulli in cui facciamo crescere il numero di prove N e<br />

facciamo diminuire la probabilità del singolo successo p. Facciamo ciò mantenendo però fisso il<br />

prodotto Np che come sappiamo é il valore atteso della distribuzione binomiale. Cosa significa fare<br />

questo limite ? In sostanza il limite corrisponde a considerare il caso in cui sono tantissimi gli<br />

“oggetti” ai quali può accadere qualcosa (sono N) ma questa cosa che può accadere accade poco<br />

probabilmente. Immaginiamo una situazione di questo genere. Abbiamo un campione di N atomi<br />

ciascuno dei quali ha una probabilità p di dare luogo ad un decadimento radioattivo nell’intervallo<br />

di tempo Δt. E’ chiaro che se si tratta di un campione macroscopico (~10 20 atomi per fissare le idee)<br />

e se il nuclide radioattivo ha una “vita media” di milioni di anni saremo in una situazione in cui Né<br />

molto grande e p é molto piccola. Ma non solo, infatti N oltre ad essere molto grande é anche di<br />

difficile determinazione ed in fondo quanto sia non interessa nemmeno tanto. Tuttavia in una<br />

situazione del genere se io ho un contatore di radioattività, io conto un certo numero di decadimenti<br />

nell’unità di tempo Δt e il valore medio di tale conteggio é qualcosa che posso misurare ed é dunque<br />

quella la variabile che mi interessa. Passiamo ora esplicitamente al limite binomiale per N<br />

infinito p 0. Chiamo λ=Np.<br />

lim<br />

N →∞ , p→0<br />

lim<br />

N →∞ , p→0<br />

lim<br />

N →∞ , p→0<br />

n<br />

N!<br />

n<br />

N −n<br />

N!<br />

⎛ λ ⎞ ⎛ λ ⎞<br />

p (1 − p)<br />

= lim ⎜ ⎟ ⎜1<br />

⎟<br />

N →∞ , p→0<br />

−<br />

n!(<br />

N − n)!<br />

n!(<br />

N − n)!<br />

⎝ N ⎠ ⎝ N ⎠<br />

λ<br />

N<br />

n (1 − )<br />

N(<br />

N −1)(<br />

N − 2)...( N − n + 1) λ N =<br />

n<br />

n!<br />

N λ<br />

n<br />

(1 − )<br />

N<br />

λ<br />

N<br />

n (1 − )<br />

N(<br />

N −1)(<br />

N − 2)...( N − n + 1) λ N<br />

n<br />

N<br />

n!<br />

λ<br />

n<br />

(1 − )<br />

N<br />

Dopo aver riscritto la binomiale in questo modo e avendo introdotto λ, passo ad effettuare i limiti.<br />

Intanto osservo che il fattore<br />

n<br />

λ<br />

n!<br />

non dipende da N e da p e dunque esce fuori dal limite e va messo a fattore comune. Il rapporto<br />

N ( N − 1)( N − 2)...( N − n + 1)<br />

n<br />

N<br />

non dipende da p ma da N. Per N infinito va come N n /N n e pertanto tende a 1. Il fattore<br />

( 1 λ<br />

−<br />

N )<br />

n<br />

dipende solo da N e tende anch’esso a 1 avendo l’unica dipendenza da N a denominatore. Resta<br />

l’ultimo fattore per risolvere il quale facciamo ricorso al limite fondamentale (noto dall’analisi)<br />

N −n<br />

=<br />

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