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x - Fisica - Sapienza

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(1.9) Ulteriori considerazioni sui grafici: scale lineari e scale non lineari.<br />

In alcune delle precedenti discussioni abbiamo visto come l’espressione grafica del risultato di un<br />

esperimento sia in certi casi di importanza cruciale. In tutti gli esempi visti finora, i dati sono<br />

sempre riportati in grafici caratterizzati da scale lineari. Con ciò si intende che in ambedue gli assi<br />

del grafico, spazi uguali tra le divisioni corrispondono a intervalli uguali della grandezza fisica che<br />

viene rappresentata in quell’asse. Per intenderci, in un grafico che usa una scala temporale lineare,<br />

se un segmento di asse lungo 1 cm corrisponde a un intervallo di 6.2 s, un segmento lungo 2 cm<br />

corrisponde ad un intervallo di 12.4 s, un secondo segmento lungo 6 cm a un intervallo di 37.2 s e<br />

cosi’ via dicendo. Ci occupiamo ora di quei casi (alcuni dei quali incontreremo da vicino in<br />

laboratorio) in cui é conveniente utilizzare scale con diverse proprietà.<br />

(1.9.1) La scala quadratica.<br />

Riprendiamo in considerazione la misura della profondità del pozzo di cui abbiamo parlato nel<br />

paragrafo (1.7) (illustrato dalla Fig.1.13). Supponiamo ora di disporre un certo numero di pozzi di<br />

profondità diverse e note (cioè misurate in modo indipendente), e di misurare per ciascuno, il tempo<br />

di caduta del sasso. A questo punto i miei dati sono costituiti da una sequenza di N (N=numero di<br />

pozzi) coppie di valori (p i , t i ) dove i va da 1 a N, con p i le profondità e t i i tempi. Posso mettere<br />

questi dati in un grafico con le profondità in ordinata e i tempi in ascissa. Il grafico é riportato in<br />

Fig.1.16a dove per semplicità non sono riportate le incertezze di misura. La cinematica ci dice che<br />

la relazione tra profondità e tempo deve essere del tipo p = ½ g t 2 , dove g=9.81 m/s 2 é la<br />

accelerazione di gravità alla superficie terrestre. Tuttavia dal grafico é difficile capire se<br />

effettivamente l’andamento é rispettato. Allora uso il seguente artificio: anziché graficare le p i in<br />

funzione dei t i , riporto le p i in funzione dei t i 2 (Fig.1.16b). In questo secondo caso, se la cinematica<br />

é rispettata, devo aspettarmi un andamento rettilineo che é certamente più<br />

p (m)<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

2 4 6 8 10<br />

t (s)<br />

p (m)<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

0 20 40 60 80 100<br />

t 2 (s)<br />

Fig.1.16 (a) Misure di profondità dei pozzi in funzione dei tempi di caduta dei sassi e (b) misure di profondità in<br />

funzione dei tempi di caduta al quadrato. La (b) permette di verificare la linearità della relazione cinematica.<br />

facilmente controllabile a occhio. Non solo, la “pendenza” della retta (il suo coefficiente angolari)<br />

dovranno essere proprio uguali a 1/2g, e quindi semplicemente prendendo un righello, tracciando<br />

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