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x - Fisica - Sapienza

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N<br />

∑(<br />

x − x)<br />

i<br />

i<br />

s = = 1 N<br />

cioè la media degli scarti, ho una variabile identicamente nulla. Infatti si ha:<br />

1<br />

= ∑ N<br />

xi<br />

Nx<br />

i= s − = x − x = 0<br />

N N<br />

per definizione. In effetti ciò significa che la media aritmetica é proprio quel valore di x rispetto al<br />

quale é nulla la media degli scarti. Una definizione più appropriata di dispersione si ottiene<br />

considerando la media degli scarti al quadrato<br />

s<br />

N<br />

∑(<br />

x<br />

− x)<br />

2<br />

2<br />

i<br />

i=<br />

= 1<br />

N<br />

e poi prendendone la radice quadrata (per avere anche una grandezza omogenea dimensionalmente<br />

a x):<br />

s<br />

i=<br />

1<br />

=<br />

N<br />

∑(<br />

x<br />

i<br />

− x)<br />

N<br />

2<br />

Si tratta di una grandezza sempre positiva che prende il nome di deviazione standard campionaria o<br />

anche semplicemente deviazione standard. Il suo quadrato é detto varianza campionaria o<br />

semplicemente varianza. Il suo significato é chiaramente intuitivo (quanto scarto in media dalla<br />

media). Rispetto alla stima dell’intervallo massimo, ha il vantaggio di usare tutti i dati e di essere<br />

meno sensibile ad eventuali fluttuazioni anomale. Nel seguito del corso vedremo più<br />

approfonditamente il suo significato. Per ora essa é una stima della “dispersione delle misure”.<br />

Si noti che in base alla definizione appena fatta, c’è un secondo modo di calcolare la deviazione<br />

standard campionaria. Infatti essa può essere espressa come (consideriamo prima la varianza<br />

campionaria):<br />

s<br />

2<br />

N<br />

∑(<br />

xi<br />

i=<br />

1<br />

=<br />

2<br />

− 2x<br />

x + x<br />

N<br />

i<br />

2<br />

)<br />

N<br />

∑ xi<br />

i=<br />

1<br />

=<br />

N<br />

2<br />

N<br />

x∑<br />

xi<br />

i=<br />

1<br />

− 2<br />

N<br />

+ x<br />

2<br />

=<br />

x<br />

2<br />

− x<br />

cioè come la differenza tra la media dei quadrati e il quadrato della media. Si noti che tale<br />

differenza non é 0 in generale ma é per definizione una quantità positiva. Cosi’ definita, la<br />

deviazione standard può essere valutata senza aver prima valutato la media aritmetica. Dal punto di<br />

visto del calcolo, significa che anziché fare 2 “loops” sulle misure, é sufficiente farne 1.<br />

Se definisco un intervallo centrato nella media e di semilarghezza pari alla deviazione standard,<br />

questo intervallo non é un intervallo massimo. Rappresenta solo una parte della larghezza. Non<br />

sono certo che la misura cada là dentro. Tuttavia é una misura proporzionale alla larghezza. Fig.1.7<br />

mostra per alcuni istogrammi, l’intervallo centrato sulla media delle misure e avente la deviazione<br />

standard come semilarghezza. Si può osservare (si tratta di una osservazione su base puramente<br />

empirica per la quale troveremo una giustificazione nel seguito del corso) che costruendo intervalli<br />

di semilarghezza pari a 3 volte la deviazione standard, si ottengono intervalli all’interno dei quali<br />

praticamente tutti i valori sono contenuti. Nel seguito chiameremo tali intervalli, intervalli di quasicertezza.<br />

Nel seguito vedremo anche che la deviazione standard come l’abbiamo definita deve essere corretta<br />

per tenere conto del fatto che nel considerare gli scarti tra ciascuna misura e la media aritmetica, in<br />

realtà sto usando 2 volte ciascuna misura: infatti ciascuna misura compare sia nella media, che<br />

come singola misura. Questo fatto si traduce nella seguente definizione:<br />

2<br />

23

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