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Multilinguismo, CLIL e innovazione didattica - Libera Università di ...

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Gli esami CILS nei CLA<br />

progetta ed elabora i test e si raccomanda la trasparenza in tutte le fasi del<br />

processo <strong>di</strong> valutazione. Anche l’Associazione EALTA ha realizzato le Guidelines<br />

for Good Practice in Language Testing and Assessment (2006), un co<strong>di</strong>ce sulle<br />

buone pratiche della valutazione in<strong>di</strong>rizzate ai formatori nel settore del<br />

testing e della valutazione, ai docenti che si o ccupano della valutazione<br />

dell’appren<strong>di</strong>mento, ai tecnici dei Centri <strong>di</strong> certificazione. Il co<strong>di</strong>ce consiste in<br />

una serie <strong>di</strong> domande rispondendo alle quali chi si occupa <strong>di</strong> valutazione può<br />

esplicitare e rendere trasparenti le procedure attinenti al testing. Il Centro<br />

Certificazione CILS ha sottoscritto il co<strong>di</strong>ce delle buone pratiche dell’EALTA<br />

<strong>di</strong> cui è membro, impegnandosi così a garantire a tutti i soggetti coinvolti<br />

nella certificazione una gestione etica del processo <strong>di</strong> valutazione e accrescendo<br />

la professionalità dei propri valutatori e professionisti della L2.<br />

Anche se in ritardo rispetto ai paesi anglosassoni che hanno dato vita agli<br />

stu<strong>di</strong> sul Language Testing nel panorama italiano comincia ad affermarsi molto<br />

lentamente la ‘cultura della valutazione’: nel 2008 il Giscel ha de<strong>di</strong>cato il suo<br />

XV convegno nazionale alla “Misurazione e valutazione delle competenze<br />

linguistiche” (Lugarini 2010), sono seguiti <strong>di</strong>versi seminari ALTE, il seminario<br />

<strong>di</strong> Modena (2010) e, nel maggio 2011, la stessa Università per Stranieri <strong>di</strong> Siena<br />

ha ospitato e promosso l’VIII convegno internazionale EALTA sul tema<br />

“Ethics in Language Testing and Assessment”. È d a notare, tuttavia, una<br />

limitata presenza italiana a tali iniziative (come si può evincere dai programmi<br />

dei convegni internazionali), segno che tale processo <strong>di</strong> promozione della<br />

‘cultura della valutazione’ non è ancora in grado <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare linee <strong>di</strong> ricerca<br />

(sulle lingue straniere in Italia come sull’italiano L2) tra tutti i soggetti che si<br />

<strong>di</strong>chiarano ‘professionisti’ in tale campo.<br />

7. Conclusioni<br />

Quanto illustrato nel contributo offre una serie <strong>di</strong> riflessioni che coinvolgono<br />

almeno tre ambiti: la <strong>di</strong>ffusione dell’italiano L2 in Italia e nel mondo; la<br />

necessità <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> misurazione delle competenze linguistiche in italiano<br />

L2 che risponda a processi <strong>di</strong> professionalizzazione nell’ambito della valuta-<br />

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