22.10.2014 Views

Multilinguismo, CLIL e innovazione didattica - Libera Università di ...

Multilinguismo, CLIL e innovazione didattica - Libera Università di ...

Multilinguismo, CLIL e innovazione didattica - Libera Università di ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Rita Franceschini<br />

Si può per esempio constatare che l’approccio <strong>CLIL</strong> è più usato a livello<br />

primario e secondario (Infante/Benvenuto/Lastrucci 2008). A livello universitario<br />

si ha l’impressione che nella maggior parte dei casi in cui ci si appella al<br />

<strong>CLIL</strong> è l’uso dell‘inglese che s’intende (Costa/Coleman 2010). Ancora troppo<br />

spesso <strong>CLIL</strong> usually refers to English e non si p ensa alle altre lingue, come<br />

quelle presenti in territorio, oppure comunque presenti in una classe (lingue<br />

<strong>di</strong> minoranze immigrate) o insegante come ‘lingue straniere’.<br />

Tuttavia, l’approccio <strong>CLIL</strong> non dovrebbe essere unicamente un mezzo per<br />

promuovere una lingua ma dovrebbe essere piuttosto un approccio metodologico<br />

e conoscitivo (cfr. Maiworm/Wächter 2008). Oggi, infatti, la ricerca<br />

analizza i rapporti fra multilinguismo, approccio <strong>CLIL</strong> e creatività, trovando<br />

effetti, appunto, positivi.<br />

In futuro, comunque, non basterà essere multilingui, ossia conoscere, sapere,<br />

padroneggiare più lingue, e non basterà neppure saperle usare adeguatamente.<br />

La competenza comunicativa dovrà comprendere la capacità <strong>di</strong> saper usare<br />

le lingue in modo culturalmente sensibile, tenendo conto delle <strong>di</strong>versità d’uso a<br />

seconda delle culture <strong>di</strong> comunicazione in cui si è coinvolti. Si dovrà puntare<br />

maggiormente su quanto si p uò chiamare multicompetenza (Cook 1992): una<br />

competenza non semplicemente ad<strong>di</strong>tiva delle varie lingue, ma un competenza<br />

integrata fra le varie lingue e che include la sensibilità culturale nell’uso<br />

adeguato delle lingue (Franceschini 2011). E’ ormai comprovato che l’uso <strong>di</strong><br />

più lingue aiuta a e sviluppare una maggiore sensibilità interculturale: la<br />

pratica multilingue apre uno ‘third space’, come lo chiama Claire Kramsch<br />

(1993). In esso si arricchisce la propria identità, in esso elementi <strong>di</strong> vari influssi<br />

culturali si in contrano e si i ntegrano durante il processo <strong>di</strong> a ppren<strong>di</strong>mento<br />

(Sudhoff 2010). Un approccio <strong>CLIL</strong> viene in effetti incontro a tale creazione <strong>di</strong><br />

uno spazio terzo, che non pertiene né completamente allo spazio della L1 né a<br />

quello della L2.<br />

L‘era dell’integrazione<br />

Sembra proprio che con l’approccio <strong>CLIL</strong> si passi ad un’integrazione, tutto<br />

sommato abbastanza pragmatica e non ideologica, <strong>di</strong> vari ‘meto<strong>di</strong>’ o ‘modelli’<br />

30

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!