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Multilinguismo, CLIL e innovazione didattica - Libera Università di ...

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Appren<strong>di</strong>mento informale nell’italiano L2<br />

d. 1 macedone<br />

e. 1 spagnola<br />

Gli studenti sono stati coa<strong>di</strong>uvati da un tutor madrelingua che ha guidato gli<br />

apprendenti alla valutazione tra pari e all’autovalutazione. Il momento della<br />

riflessione è importante per passare dalla logica del monitoraggio – cosa ha<br />

appreso lo studente – all’aumento della consapevolezza – come ha appreso e<br />

con quali strumenti – e, <strong>di</strong> conseguenza, all’innesco <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> trasformazione.<br />

Gli obiettivi sono stati:<br />

1. sollecitare gli apprendenti alla costruzione delle loro competenze linguistiche<br />

in italiano;<br />

2. migliorare in particolare le competenze testuali e il lessico attraverso la<br />

sintesi, la manipolazione e la produzione delle informazioni;<br />

3. esplorare l’efficacia e il gra<strong>di</strong>mento della correzione tra pari;<br />

4. testare il gra<strong>di</strong>mento degli strumenti utilizzati.<br />

Tutte le attività del VLE avevano come punto <strong>di</strong> partenza la <strong>di</strong>fferenzazione<br />

dei compiti tra apprendenti e tutor: i p rimi avevano il c ompito precipuo <strong>di</strong><br />

costruire le conoscenze e le competenze linguistiche, attraverso correzioni tra<br />

pari; il tutor quello <strong>di</strong> facilitare il processo ponendosi come un animatore della<br />

rete e un coor<strong>di</strong>natore organizzativo (Calvani, 2004).<br />

Le fasi della ricerca si sono <strong>di</strong>vise in: 1. scelta del tema; 2. strumenti <strong>di</strong> realizzazione;<br />

3. riflessione metacognitiva sul processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. Per<br />

quanto riguarda il primo e il secondo punto, la scelta del tema e degli strumenti<br />

è stata concordata con gli studenti, attraverso un lavoro sociale <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>azione che già <strong>di</strong> per sé si presenta come un task complesso vicino al<br />

costrutto pedagogico dell’apprendere facendo. È i mportante, infatti,<br />

nell’appren<strong>di</strong>mento informale mostrarsi pronti a riconoscere le proprie debolezze<br />

e i p ropri punti <strong>di</strong> forza, quin<strong>di</strong> nel caso del tutor-docente lasciarsi<br />

guidare nelle scelte tecniche dagli studenti, in genere molto più “tecnologici”.<br />

Il tutor si p ropone come mentore, supporto e facilitatore dei processi <strong>di</strong><br />

appren<strong>di</strong>mento allontanandosi dalla figura del docente che riversa il suo<br />

sapere sugli studenti. Il suo ruolo prevede <strong>di</strong> elicitare risposte e osservazioni<br />

dagli apprendenti secondo il metodo socratico. La terza e ultima fase inserisce<br />

un momento <strong>di</strong> r iflessione sul processo <strong>di</strong> a ppren<strong>di</strong>mento, nella prospettiva<br />

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