1 Il sistema delle prefetture sul territorio - Ssai - Ministero Dell'Interno

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territorio provinciale ed al concreto esercizio delle funzioni di raccordo e di supporto all’attività del prefetto, quale rappresentante generale del Governo. 3. 2 I problemi applicativi e le ragioni della mancata attuazione dell’UTG. Il modello UTG del 1999 aveva evidenziato sin dall’inizio alcuni problemi applicativi. Taluni di essi erano riferiti proprio al funzionamento della Conferenza permanente: mancanza, nella normativa all’epoca vigente, di una dettagliata esposizione degli argomenti o delle questioni da portare all’esame della Conferenza; dubbi in merito alla natura del deliberato del collegio e quindi alla sua valenza rispetto alle decisioni assunte dal prefetto (parere necessario e vincolante ovvero atto amministrativo autonomo, ma costitutivo della determinazione conclusiva del prefetto e dunque concorrente alla formazione di un “atto complesso”); mancata previsione di risorse finanziarie atte a garantire il raggiungimento degli scopi e degli obiettivi programmati e di effettivi poteri di intervento rispetto alle situazioni riscontrate, nonché di adeguati poteri coercitivi per i casi di inadempienza. Ma i problemi più rilevanti hanno riguardato la cosiddetta confluenza: infatti, si erano subito registrate forti resistenze da parte delle Amministrazioni statali le cui articolazioni periferiche erano destinate ad essere assorbite negli UTG, resistenze ulteriormente rafforzate da provvedimenti che, nel riordinare alcuni Dicasteri, avevano escluso implicitamente o esplicitamente la realizzazione del processo di confluenza. Così ad esempio, il Ministero delle Comunicazioni, istituito dallo scorporo dal Ministero delle Attività Produttive, rinviando per l’organizzazione degli uffici e per l’ordinamento interno ad una normativa previgente alla data di operatività delle disposizioni del D. Lgs. n. 300/99, aveva ritenuto di non essere più coinvolto nel processo di confluenza. Analogamente, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, con il D. Lgs. n. 152/2003 di riforma della propria organizzazione, aveva previsto la soppressione delle strutture 40
competenti in materia di patenti di guida ed immatricolazione, che avrebbero dovuto confluire nell’UTG, e l’istituzione ex novo dei Servizi Integrati Infrastrutture e Trasporti di livello sovraregionale (S.I.I.T.), quali proprie articolazioni periferiche 17 . A conferma di quanto sopra è da segnalare che la Corte dei Conti, nella “Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2003”, ha affermato che gli uffici territoriali del Governo “non hanno mai raggiunto la soglia dell’operatività a causa delle resistenze che, contro l’assorbimento in essi di una quota pur modesta di uffici statali periferici, sono state opposte dalle amministrazioni centrali”. Forse le amministrazioni interessate alla confluenza nell’UTG non avevano colto la ratio del sistema, che era quella di individuare in periferia un’autorità a competenza generale in grado di decidere in loco, superando la storica situazione di dipendenza della periferia dal centro, che aveva comportato tanti disservizi. Esse avevano invece colto l’aspetto, ovviamente non desiderato, di una doppia dipendenza: dai propri vertici centrali e da un’altra autorità “estranea” 18 . E' pur vero, però, che la stessa formulazione della norma (art.11 del D. Lgs. n. 300/99) conteneva già in se stessa una palese contraddizione laddove al comma 4 prevedeva l'accorpamento e al comma 5 escludeva dall'applicazione della norma i più importanti uffici periferici (affari esteri, giustizia, difesa, tesoro, finanze, pubblica istruzione, beni e attività culturali) svuotando di contenuto la disposizione medesima. 7 Più in generale, come riportato nell’Audizione del Ministro dell’Interno Pisanu sull’attuazione della riforma delle Prefetture UTG - in Instrumenta, Anno VIII, n. 22, gennaio-aprile 2004 - diverse Amministrazioni statali, facendo leva sul carattere specialistico e tecnico di alcune funzioni svolte dalle rispettive strutture periferiche, si opposero all’accorpamento funzionale, organizzativo e logistico delle strutture stesse negli UTG, impedendo “l’auspicata sinergia di tutte le funzioni strumentali, con i conseguenti miglioramenti in termini di costi e di efficienza”; nello stesso resoconto, il Sen. Bassanini, dopo aver ricordato che il D. Lgs. 300 fu il risultato di un compromesso, più limitato rispetto al disegno originario della riforma, che comprendeva il coinvolgimento anche di altre amministrazioni, auspicava che non fosse ulteriormente svuotata la funzione degli UTG, poiché altrimenti non si sarebbero potuti conseguire gli obiettivi sottolineati dallo stesso ministro Pisanu. Quanto alle resistenze delle altre amministrazioni rispetto alla confluenza, il Sen. Bassanini riteneva che il mantenimento del riferimento alle Prefetture potrebbe indurre a pensare che l’UTG, anziché un punto di riferimento per le amministrazioni dello Stato, sia un organo alle dirette dipendenze dell’Amministrazione dell’Interno. Continuava affermando che per il successo della riforma sarebbe stato necessario un impegno più incisivo della Presidenza del Consiglio (in particolare del Ministro per la Funzione Pubblica) e si sarebbe dovuto evidenziare l’effetto positivo per lo sviluppo delle autonomie locali. 18 L. FALCO, La nuova presenza dello Stato sul territorio, cit., pag. 453 e ss. 41
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