1 Il sistema delle prefetture sul territorio - Ssai - Ministero Dell'Interno

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contemporaneamente l'autonomia delle singole istituzioni e insieme la possibilità di un loro indirizzo unitario in vista del perseguimento dell’interesse pubblico e che proprio in tale ottica tale modello di funzionamento sia stato ipotizzato come attuabile in un consesso composto, oltre che dalle amministrazioni periferiche dello Stato, anche dagli Enti locali e a cui può essere chiamato a partecipare anche il referente della Regione. A ben guardare, però, e approfondendo l’attività svolta e i campi d’intervento della Conferenza permanente, ci si accorge che tale prezioso strumento è stato in alcuni casi sotto utilizzato ovvero vissuto in maniera passiva dai suoi componenti, che in più occasioni, ben lungi dall’accettare il coordinamento del prefetto quale occasione per contribuire attivamente alla determinazione finale, si sono posti in seno al consesso senza consentire alla Conferenza di fornire risposte alla multicentricità e alla complessità della società contemporanea. La Conferenza permanente, e, per l’effetto, lo stesso modello di coordinamento nella stessa utilizzato, ha dunque evidenziato, alla luce della esperienza degli ultimi anni, l’esigenza di una ripensamento, forse di un affinamento delle metodologie operative, che possano consentirle di esplicare, in tutta la sua pienezza, le enormi potenzialità che il Legislatore del 1999 è stato in grado di intuire, anticipando, per certi aspetti, anche la svolta epocale dei nuovi rapporti tra Stato ed autonomie introdotta dalla riforma del Titolo V della Costituzione. 5.2 Il “sistema delle Conferenze”: rapporti tra la Conferenza permanente e le Conferenze operanti a livello centrale. La costruzione dell’istituto della Conferenza permanente, dunque, efficace e funzionale allo scopo sul piano teorico, nella pratica non sembra essere riuscita ad ottenere i positivi risultati conseguiti dalle altre “Conferenze”, previste in ambito nazionale, sedi autorevoli di incontro delle volontà delle diverse istituzioni coinvolte ed espressione di quel “sistema” di organismi collegiali che il nostro ordinamento ha concepito per regolare i rapporti tra diversi livelli di governo. 64
La ricerca di forme alternative di confronto e di raccordo fra Stato, Regioni ed Enti locali che possano rendere efficaci e funzionali i trasferimenti di competenze previsti dalla riforma del 2001, ha, infatti, negli ultimi anni conferito una rinnovata centralità agli organismi che svolgono la delicata funzione del raccordo interistituzionale tra enti, quali la Conferenza Stato-Regioni, la Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali, la Conferenza unificata e, in periferia, la stessa Conferenza permanente, che ne costituisce il logico sviluppo periferico e il naturale pendant territoriale. Questi luoghi di incontro tra Stato ed Autonomie sono divenuti, negli anni, essenziali strumenti attraverso cui si è inteso risolvere il problema tipico delle democrazie occidentali moderne, caratterizzate da una pluralità di livelli di governo e costrette a fare i conti con la individuazione di idonee “formule di coabitazione” tra Stato ed Enti locali e territoriali, nell’ottica comune della garanzia di unitarietà e di tenuta del sistema. L’attualità e l’intrinseca validità di siffatti organismi e, in particolare, l’efficacia delle funzioni e degli obiettivi dagli stessi perseguiti è implicitamente confermata anche dall’attenzione che il mondo politico ha di recente loro riservato. Significativo, al riguardo, è il dibattito apertosi intorno ai contenuti del Disegno di Legge AC 4567, al momento al vaglio della Camera dei Deputati, predisposto per la istituzione e la disciplina della “Conferenza permanente dei livelli di Governo”, destinata a conferire, in un’ottica di razionalizzazione e semplificazione operativa, un’unica sede istituzionale alla Conferenza Stato-Regioni, alla Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali ed alla Conferenza unificata. Può quindi sostenersi che il “sistema delle Conferenze”, all’interno del quale entra a pieno titolo anche la Conferenza che coadiuva il prefetto titolare della prefettura – UTG, rappresenti la risposta, in via di evoluzione, alla ineludibile esigenza di individuare un raccordo unitario tra Stato ed Autonomie locali e territoriali, che abbiamo visto essere sottesa a molti Stati europei, indipendentemente dal grado di federalismo o di decentramento prescelti come forma di governo. Occorre ora verificare come funzioni tale “sistema”, se vi siano margini di una più coerente interconnessione al suo interno e, per l’effetto, se possa attribuirsi un ruolo 65
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