1 Il sistema delle prefetture sul territorio - Ssai - Ministero Dell'Interno

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Si tratta, dunque, di due disegni riformatori tra loro inconciliabili, che pur tuttavia esprimono entrambi l’esigenza di accentrare presso un’unica struttura le funzioni facenti capo a diversi uffici periferici statali. Infine, il panorama delle disposizioni emanate nell’ottica di spending review è completato dall’art. 01 del D.L. 13 agosto 2011, n. 138 56 , che ha previsto la presentazione, da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con i Ministri interessati, di un programma per la riorganizzazione della spesa pubblica, contenente, tra l’altro, “la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell'amministrazione dello Stato e la loro tendenziale concentrazione in un ufficio unitario a livello provinciale”. Ai fini del presente lavoro, dunque, i criteri individuati nelle citate disposizioni possono rappresentare una “traccia” da seguire nel tentativo di individuare il percorso per una possibile “rifondazione” delle prefetture–UTG. In modo particolare, la strada sembra segnata dalla Carta delle autonomie che offre lo spunto per adottare i provvedimenti che verranno descritti, anche perché non appare percorribile la scelta di campo operata dalla Commissione tecnica per la finanza pubblica (cit.) la quale, nel rapporto intermedio redatto nel 2007, confermato anche nel rapporto del 2008, è giunta a ritenere la necessità di riconsiderare il criterio di ripartizione territoriale su base provinciale in quanto è stato calcolato che “l’efficienza nelle Prefetture … sia rapidamente crescente fino a quando la circoscrizione arrivi all’intorno dei 500.000 abitanti”. La teoria formulata dalla Commissione tecnica demolisce l’apparato amministrativo periferico di riferimento delle amministrazioni statali, le cui funzioni attualmente si svolgono per lo più sulla base del territorio provinciale ed i cui interlocutori sono individuati con lo stesso criterio. Più precisamente, l’ipotesi formulata dalla Commissione tecnica, imponendo di riconsiderare la base territoriale di riferimento per tutte le amministrazioni periferiche statali, imporrebbe di individuare un nuovo ed unico criterio di riferimento per la 56 Il decreto, recante “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, è stato convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, L. 14 settembre 2011, n. 148. 82
determinazione dell’ambito di competenza che non è necessariamente ugualmente valido – in termini di efficienza - per tutte le amministrazioni. Solo in tal modo si potrebbe mantenere il medesimo bilanciamento tra i vari uffici periferici e soprattutto si eviterebbe una vera e propria confusione istituzionale, con negative ripercussioni sulla collettività, oltre che nell’ambito dei rapporti infra-istituzionali. 6.2 Proposte di riforma della prefettura-UTG anche ai fini della razionalizzazione delle risorse. Nell’attuale contesto socio-economico nessuna proposta di riforma delle prefetture- UTG può prescindere dall’esigenza di contenimento della spesa pubblica, ormai immanente su tutte le pubbliche amministrazioni. In tale ottica, le prefetture-UTG possono assumere un ruolo da protagonista, divenendo polo di attrazione rispetto alle altre istituzioni periferiche statali, in coerenza con il solco tracciato dalla stessa storia che ha mantenuto in capo a tali strutture una posizione di riferimento per tutte le altre amministrazioni periferiche statali e per gli enti locali. Occorre altresì tenere presente che le articolazioni periferiche degli altri ministeri sono distribuite sul territorio secondo modalità non uniformi, in quanto la loro collocazione risponde, ovviamente, alle esigenze di operatività di ciascuna amministrazione di riferimento: la dimensione più frequente è quella provinciale, ma vi sono diverse amministrazioni periferiche articolate secondo criteri ultraprovinciali, regionali e interregionali. Talune strutture, poi, hanno mantenuto uffici in ciascuna provincia (o in alcune province), rimanendo prive di figure apicali (ad esempio, i Provveditorati alle opere pubbliche sono solo 9 ma sono presenti in altre province con uffici cui sono attribuiti compiti specifici). Ciò rende difficile una ricognizione complessiva. Tuttavia, anche a fronte di tale disordine territoriale, anzi, proprio a causa di tale disordine, emerge la necessità per il cittadino di avere un unico punto di riferimento, anche fisico, ove trovare risposte alle proprie esigenze. Ed è in questa ottica che si è pensato a misure di contenimento della spesa da conseguire sia attraverso una unificazione fisica delle strutture periferiche presso un unico edificio, sia attraverso la convergenza funzionale di talune attività sostanzialmente coincidenti tra le varie amministrazioni. 83
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