3. Struttura, prezzi e qualità nel settore gassono stati venduti al Nord; il Centro ha assorbito 3,4 G(m 3 ), valea dire il 20% dei consumi domestici, mentre circa 2 G(m 3 ) sonostati venduti al Sud e Isole. La regione con i consumi più elevatiè risultata la Lombardia che da sola ha acquistato il 26,3% deiconsumi delle famiglie nazionali (il 27% se nella categoria deidomestici si includono anche i condomini con uso domestico).Altre regioni in cui i consumi domestici superano 1 G(m 3 ) sonol’Emilia Romagna con 2 G(m 3 ), il Veneto con 2,2 G(m 3 ), il Piemontecon quasi 1,5 G(m 3 ) e la Toscana con 1,2 G(m 3 ). Queste tre areecontano per il 12% l'Emilia Romagna, per l’8,6% il Piemonte, peril 13,2% il Veneto e per il 7,3% la Toscana.Un ordine d’importanza delle regioni piuttosto simile si osservaanche nei vari settori di consumo del mercato non domestico. LaLombardia è il territorio che ha assorbito i maggiori quantitatividi gas: 28,3% nel commercio e nei servizi, 22% nell’industria e18,7% nella generazione elettrica. Seguono:• nel commercio: Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, conquote rispettivamente pari a 16%, 12,6% e 11%;• nell’industria: Emilia Romagna, Piemonte e Veneto, con quoterispettivamente pari a 15,7%, 11,6% e 10%;• nella generazione elettrica: Piemonte, Emilia Romagna eSicilia, con quote rispettivamente pari a 14,8%, 11% e 12,8%.• Interessante è anche osservare il livello di switching a livelloterritoriale, osservando i tassi per regione e per tipologia dicliente (Tav. 3.37).I clienti domestici mostrano tassi territorialmente abbastanzaomogenei in tutte le regioni d’Italia, sebbene quelli collocati nelcentro rivelino una vivacità leggermente maggiore, con tassi diswitching che mediamente sono del 6,4% in termini di clienti e7,2% in termini di volumi, contro una media nazionale del 5,2%(clienti) e 5,7% (volumi).Lo switch dei condomini con uso domestico è decisamenteconcentrato al Centro Nord; analizzando i dati, infatti, appareun po' superiore al Centro in termini di clienti (6,2% contro il5,9% della media nazionale), mentre risulta più alto al Nordse consideriamo i volumi (9,3% contro il 9,2% della medianazionale). Quest’ultimo dato è diverso da quello dell'annoprecedente, quando il tasso di switching per questo tipo di usiera sostanzialmente concentrato al Nord; sembra quindi che vi siaun allineamento territoriale dei comportamenti dei consumatoricirca il cambio del fornitore. Anche per quanto riguarda gli altriusi le zone interessate cambiano a seconda si tratti di clienti odi volumi. Per questo settore di consumo, in termini di clienti ilNord risulta la macroarea con il più alto tasso di switching (6,7%);sorprende invece il dato relativo ai volumi, in quanto è il Suda detenere la percentuale maggiore con il 42%, a fronte di untasso di switching sul numero dei clienti del 4,9%, praticamente ilvalore più basso degli aggregati territoriali.Quest’ultimo dato mostra che al Sud sono i clienti di maggioredimensione ad avere una certa vivacità nel mercato del gas. Ivolumi movimentati dai grandi consumatori del sud influenzano,infine, le percentuali di switching complessive. Mentre il Centrorisulta la zona più attiva, con un tasso medio di switching del 6,3%(in termini di clienti, di un punto superiore alla media nazionale),è il Sud a detenere la percentuale di cambio fornitore complessivapiù elevata con il 35,9%.Vediamo alcuni dettagli regionali. Nel settore domestico laregione che risulta avere i tassi di switching più elevati è il Lazio(7,5% sui clienti e 9,1% sui volumi). Per il settore condominio auso domestico la percentuale più elevata si registra in Lombardiae nel Lazio (entrambe con il 7,3% in termini di clienti); è il Moliseinvece a detenere la percentuale più alta per questo settore intema di volumi con il 55,9%.Nella categoria di consumo “altri usi” è la Liguria ad avere il tassodi switching più elevato dei volumi con il 70%, mentre spetta alleMarche la percentuale più alta in merito ai clienti con il 7,7%. Valela pena sottolineare la differenza notevole dei tassi di switchingtra i diversi settori in Liguria.Diversamente da quanto appena detto per la categoria “altriusi”, questa regione è caratterizzata da percentuali di cambio delfornitore (in termini sia di volumi sia di clienti) nel domestico e nelcondominio a uso domestico piuttosto bassi; si evidenzia quindiuna certa mobilità solo da parte dei grossi consumatori. Un similefenomeno è riscontrabile, anche se in misura meno marcata, inCampania. Considerando i tassi di switching complessivi, invece,si può notare che nel Lazio si registra il tasso più elevato in terminidi clienti mentre è la Campania, come anticipato, ad avere il tassopiù alto per i volumi.Considerati gli elevati livelli di acquisto (Tav. 3.36), la Lombardia èanche la regione in cui risulta operare il numero più rilevante di176
3. Struttura, prezzi e qualità nel settore gasTAV. 3.37REGIONE DOMESTICO CONDOMINIO USODOMESTICOALTRI USITOTALECLIENTI VOLUMI CLIENTI VOLUMI CLIENTI VOLUMI CLIENTI VOLUMITassi di swiching per regionee tipologia di clienti nel 2011Valle d’Aosta 4,8 4,9 7,0 11,6 6,6 55,9 5,0 42,9Piemonte 0,9 1,0 0,6 0,7 4,2 5,7 1,3 4,7Lombardia 4,8 5,6 7,3 9,4 7,0 44,3 5,0 33,7Trentino Alto Adige 3,5 3,5 2,7 4,5 2,4 26,5 3,4 20,8Veneto 4,9 5,4 4,2 6,4 7,6 26,6 5,1 19,3Friuli Venezia Giulia 5,9 6,5 5,4 8,5 6,6 19,8 5,9 17,1Liguria 3,7 4,5 5,1 11,1 4,7 70,0 3,7 45,2Emilia Romagna 5,0 5,4 4,5 7,1 6,6 21,6 5,1 18,0Toscana 5,7 6,4 5,8 7,4 5,6 41,1 5,7 32,3Umbria 6,9 8,1 6,7 7,4 6,5 4,6 6,9 5,3Marche 5,3 5,2 3,0 2,3 7,7 15,5 5,5 11,0Lazio 7,5 9,1 7,3 9,2 5,4 39,3 7,4 27,6Abruzzo 4,9 6,3 4,2 10,3 4,8 31,4 4,9 25,6Molise 4,3 7,0 3,5 55,9 7,2 53,6 4,8 47,5Campania 5,4 5,5 2,9 2,1 5,3 64,6 5,3 49,8Puglia 4,3 4,7 2,7 9,8 5,2 38,0 4,3 32,5Basilicata 4,4 5,0 3,5 13,5 7,6 33,0 4,6 25,2Calabria 6,3 7,8 3,4 1,7 5,9 42,3 6,3 38,4Sicilia 4,5 5,1 2,6 1,7 2,9 34,2 4,4 30,9ITALIA 5,2 5,7 5,9 9,2 6,3 38,0 5,3 29,9NORD 4,8 5,4 6,0 9,3 6,7 37,8 4,9 29,1CENTRO 6,4 7,2 6,2 9,2 5,7 34,3 6,3 26,4SUD E ISOLE 4,9 5,3 2,9 4,8 4,9 42,0 4,9 35,9Fonte: Indagine annuale sui settori regolati.imprese di vendita, pari a 169, come si vede dalla tavola 3.38, perla quale è opportuno specificare a tal proposito che nella colonnarelativa al numero degli operatori di vendita le imprese vengonocontate tante volte quante sono le regioni in cui operano. Unelevato numero di venditori è presente anche in Piemonte (118),in Veneto (103) e in Emilia Romagna (104). Da rilevare infine cherispetto al 2010 il numero degli operatori è cresciuto praticamentein tutte le regioni italiane. I venditori che vendono gas sull’interoterritorio nazionale sono tredici e in costante crescita rispettoagli anni precedenti; risultavano nove nel 2010 e sei nel 2009.Circa i livelli di concentrazione sul territorio, è possibile effettuareun’analisi attraverso l’indicatore C3, dato dalla somma delle quotedi mercato (calcolate sui volumi venduti) dei primi tre operatorie dalla quota di clienti da questi serviti, già utilizzato ancherelativamente alla distribuzione.Il livello del coefficiente C3 risulta molto elevato quasi ovunque,con punte superiori all’80% in Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige,Calabria e Lazio. Da notare anche che la presenza di un elevatonumero di imprese non garantisce bassi livelli di concentrazione,come dimostra il caso del Lazio in cui a fronte di 90 venditori177
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Autorità per l’energia elettrica
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Vol. I - Stato dei serviziIndiceCap
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Indice delle tavoleTav. 1.1 Tassi d
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Sistema europeo dello scambiodei pe
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Mercato finaledella venditaLa tavol
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