1. Contesto internazionale e nazionaleTAV. 1.4Produzione di greggio OPECe capacità di riservaMilioni di barili/giornoI TRIM. II TRIM. III TRIM. IV TRIM. MEDIAANNO2011 PREVISIONI 2012PRODUZIONESOSTENIBILECAPACITÀDI RISERVAPRODUZIONESOSTENIBILEVARIAZIONECAPACITÀDI RISERVAAlgeria 1,27 1,27 1,28 1,29 1,28 1,30 0,01 1,37 0,07Angola 1,64 1,55 1,69 1,72 1,65 1,90 0,15 2,10 0,20Ecuador 0,49 0,50 0,49 0,49 0,50 0,51 0,03 0,54 0,03Iran 3,63 3,62 3,53 3,51 3,57 3,51 0,06 3,56 0,05Kuwait 2,37 2,45 2,56 2,64 2,51 2,84 0,24 2,84 0,00Libia 1,14 0,13 0,05 0,55 0,47 0,75 0,00 1,21 0,46Nigeria 2,14 2,27 2,25 2,06 2,18 2,48 0,42 2,48 0,00Qatar 0,82 0,81 0,82 0,82 0,82 0,90 0,08 0,90 0,00Arabia Saudita 8,87 9,20 9,63 9,68 9,35 12,00 2,15 11,88 –0,12Emirati Arabi Uniti 2,48 2,48 2,53 2,54 2,51 2,74 0,16 2,79 0,05Venezuela 2,30 2,52 2,51 2,53 2,46 2,55 0,05 2,63 0,08Iraq 2,65 2,67 2,68 2,69 2,67 3,21 0,52 3,13 –0,08TOTALE OPEC 29,80 29,46 30,02 30,51 29,95 34,69 3,87 35,43 0,74Fonte: AIE, Oil Market Report, aprile 2012.Produzione OPECLa produzione di gas liquidi, evidenziata nella tavola 1.3, attualmenterappresenta circa il 15% della produzione OPEC e non viene piùdiscussa nel seguito in quanto strettamente legata alla catena delgas naturale. Anche se contribuiscono alla copertura della domandadi prodotti petroliferi, tali gas (etano, propano, butano e ulterioriprodotti alifatici) vengono estratti nella fase di purificazione del gasnaturale a bocca di pozzo e commercializzati tal quale.Nel 2011 la produzione complessiva di greggio dei paesi OPEC èoscillata tra minimi e massimi trimestrali di 29,5 e 30,5 milionidi barili/giorno (Tav. 1.4), reggendo molto bene al crollo dellaproduzione libica e ai cali alterni della produzione nigeriana,oltre che a quelli (meno critici) di altri paesi non OPEC coinvoltinella primavera araba (Egitto, Siria e Yemen). Nel mese di marzola produzione libica era subito calata a meno di un terzo dei1,6 milioni di barili/giorno del mese di gennaio e continuava adimezzarsi nei mesi successivi, fino a raggiungere praticamentelo zero nel mese di agosto. L’ammanco è stato colmato per buonaparte dalla produzione saudita, con un aumento fino a 1,0 milioni dibarili giorno nei mesi di maggior deficit del periodo giugno-agosto.Con leggero ritardo sono entrate in azione, anche per sostenere ilpicco di domanda di fine anno, la produzione del Kuwait e quelladegli Emirati Arabi Uniti. La produzione libica si riprendeva a partireda ottobre e nel mese di dicembre aveva già superato il 50% dellaproduzione massima precedente il conflitto.Se i paesi OPEC hanno risposto bene al deficit produttivo del 2011,non è altrettanto chiaro il supporto che potranno dare all’attesodeficit sui mercati di petrolio iraniano nel 2012. La produzioneiraniana è in leggero calo: da 3,7 milioni di barili/giorno all’inizio del2011, è scesa a meno di 3,5 milioni tra dicembre 2011 e febbraio 2012.Circa 1,1 milioni di barili/giorno sono diretti alla raffinazione per10
1. Contesto internazionale e nazionale1009590FIG. 1.5Tasso di utilizzo della capacitàdi raffinazioneValori percentuali858075706560Gen 10Mar 10Mag 10Lug 10Set 10Nov 10Gen 11Mar 11Mag 11Lug 11Set 11Nov 11Gen 12Stati Uniti Europa Giappone SingaporeFonte: OPEC, Monthly Oil Market Report, vari numeri.consumi interni. Le esportazioni effettive ammontavano nel 2011 acirca 2,6 milioni di barili/giorno, dei quali il 35% diretto verso Cina eGiappone, il 27% verso paesi dell’Unione europea (prevalentementeGrecia, Italia, Spagna), il 21% verso Giappone e Corea del Sud.L’embargo si delinea in due forme diverse: da una parte, una leggefirmata dal Presidente degli Stati Uniti il 31 dicembre 2011 prevedeche le banche mantenenti transazioni finanziarie con l’Iran venganoescluse dai mercati finanziari americani; dall’altra, il 23 gennaio2012 l’Unione europea ha deciso di vietare sia le importazioni digreggio iraniano sia le transazioni dei paesi membri con la Bancacentrale iraniana. Anche se ci sono modi per aggirare l’embargo,per esempio tramite scambi commerciali in natura e transazioniin moneta locale 2 , dalle pressioni esercitate dagli acquirenti suifornitori alternativi all’Iran nei primi mesi dell’anno (anche da partedi importatori cinesi) si può desumere che l’embargo potrebbe avereun certo grado di successo.L’aumento della produzione non OPEC, prevista dall’AIE in circa0,9 milioni di barili/giorno nel 2012 (Tav. 1.3), dovrebbe allentare latensione sull’offerta e sul prezzo. Tuttavia, tale aumento è appenasufficiente a coprire l’aumento della domanda (Tav. 1.2) e, nel caso dipieno successo dell’embargo, rimane ai paesi OPEC che dispongonodi surplus di offerta il compito di mettere sul mercato fino a 2,5milioni di barili/giorno che potrebbero essere colpiti dall’embargo.Tale esito è fattibile ma non senza problemi, dato che inciderebbenotevolmente sulla capacità di riserva dei paesi OPEC, lasciandopoca flessibilità per eventi imprevedibili.Mercato dei prodottiL’andamento della raffinazione è stato dominato durante l’annointero dalle sorti del differenziale di prezzo del greggio WTI con ilBrent (con riflessi per il Dubai nel continente asiatico). Le raffineriedel Golfo del Messico hanno infatti beneficiato del favorevole prezzodel greggio, tenuto artificialmente basso dall’intasamento nel centrodi raccolta di greggio a Cushing, rispetto ai prezzi internazionali deiprodotti, dettati in prevalenza dal Brent. Hanno inoltre influenzatoi margini della raffinazione nel suo complesso tre principali fattori:i problemi della petrolchimica a livello mondiale, le difficoltà della2 Per esempio, l’India ha già raggiunto un accordo con l’Iran per pagare almeno una parte delle importazioni in rupie.11
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Mercato finaledella venditaLa tavol
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