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Topic 4: THE ELASMOBRANCHS<br />

6. produzione di linee guida al fine di sviluppare una proposta di Piano Nazionale<br />

Italiano e supporto scientifico al MiATTM per la eventuale futura stesura del<br />

Piano stesso.<br />

La seconda attività è consistita nell’esame dello sbarcato in alcuni porti campione e<br />

nelle osservazioni, ospiti a bordo di motopesca adibiti alla cattura di grandi pelagici.<br />

L’attenzione è stata concentrata sulle specie pelagiche perché minori sono i dati delle<br />

loro catture e perché molte sono specie in grave pericolo. Sulla base delle conoscenze<br />

sulla pesca degli elasmobranchi in Italia e dell’esistenza di gruppi di ricerca con<br />

esperienza pluridecennale nella pesca dei grandi pelagici (in particolare tonno e pesce<br />

spada), sono stati scelti porti di sbarco in Liguria, Sardegna, Sicilia e Puglia.<br />

In Liguria l’attività è stata svolta dal gruppo del DIP.TE.RIS. dell’Università di<br />

Genova, coordinato dalla prof.ssa Lidia Orsi Relini, in Sardegna è intervenuto il<br />

gruppo del prof. Angelo Cau (Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia,<br />

Università di Cagliari), in Sicilia il dott. Antonio Di Natale (Aquastudio, Messina), in<br />

Puglia il prof. Gregorio De Metrio (Dipartimento di Sanità e Benessere Animale, Fac.<br />

Medicina Veterinaria, Università di Bari).<br />

L’attività di monitoraggio è stata condotta seguendo due linee diverse:<br />

a) rilevamenti dello sbarcato in alcuni porti campione, riguardanti il prodotto<br />

commerciale della pesca pelagica, della pesca a strascico e della piccola pesca costiera<br />

artigianale;<br />

b) osservazioni compiute direttamente a bordo delle unità della pesca professionale,<br />

soprattutto natanti con palangari di superficie per la cattura di tonno, alalunga e pesce<br />

spada.<br />

In sintesi i risultati ottenuti sono qui riportati. È stata iniziata una raccolta di dati<br />

bibliografici, compresa letteratura grigia, per un totale di oltre 400 citazioni, inerenti 9<br />

macroaree tematiche (biogeografia, biologia, conservazione, ecologia, ecotossocologia,<br />

paleontologia, parassitologia, pesca, tassonomia). Sono state preparate diverse<br />

tipologie di cartine di distribuzione delle principali specie, nonché una raccolta dei dati<br />

sui parametri biologici disponibili in letteratura, informazioni per un totale di 83 specie<br />

(quindi non solo quelle italiane) e, per 10 di queste che rappresentano quelle di<br />

maggior interesse conservazionistico e gestionale in ambito pelagico, è stata preparata<br />

una scheda. Sulla base dei dati IREPA e FAO è stata preparata una sintesi sulle<br />

conoscenze relative allo sbarcato di selaci in Italia con un cenno alle regioni.<br />

Dai dati forniti dall’IREPA, relativi all’anno 2008, risulta che la flotta da pesca italiana<br />

ha dichiarato catture ufficiali di condritti per un totale di oltre 1375 tonnellate, in<br />

massima parte Squaliformi; tutte le quantità si riferiscono a quantità sbarcate e<br />

commercializzate, non a catture effettive, che sono certamente molto più elevate, visto<br />

che diverse specie vengono ributtate in mare, in quanto poco commerciabili, talvolta in<br />

base alle caratteristiche del mercato delle varie località.<br />

Le specie maggiormente catturate, secondo i dati statistici, sono Raja clavata (23,87%,<br />

paria a 328 t), Mustelus punctulatus (20,12%, pari a 277 t), Raja spp. (19,28%, pari a<br />

265 t), Prionace glauca (15,14%, pari a 208 t) e Scyliorhinus canicula (8,49%, pari a<br />

117 t). Le quantità delle altre specie sono decisamente minori, mentre 10 specie su un<br />

totale di 19 hanno evidenziato quantità inferiori, ognuna, all’1% del totale. Il sistema di<br />

pesca che mostra le catture più elevate di condritti è lo strascico, con circa il 62% del<br />

totale dei condritti sbarcati, pari a circa 852 t, soprattutto Rajiformi.<br />

41 st S.I.B.M. CONGRESS Rapallo (GE), 7-11 June 2010<br />

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