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Topic 4: THE ELASMOBRANCHS<br />

Le reti da posta sono una vasta categoria di attrezzi che catturano circa il 25.5% dei<br />

Condritti, pari a circa 350 t. I palangari nel loro complesso mostrano sbarchi<br />

equivalenti a circa l’11,8% del totale dei condritti, pari a circa 162 t, con prevalenza<br />

della verdesca (Prionace glauca), con oltre 153 t.<br />

Viene documentato, sulla base dei dati FAO, il crollo delle catture in Italia degli<br />

squaliformi dopo il 1995 da 10.000 t a meno di 1.000 t nel 1998, e dei raiformi dalle<br />

5.000 t del 1998 a qualche centinaio di t nel 2000.<br />

Per quanto riguarda il punto 5 è stata fornita una revisione critica dei piani di azione<br />

della FAO IPOA-sharks, dell’UNEP-MAP RAC/SPA di quello preparato alcuni anni fa<br />

dall’ICRAM (ora ISPRA), nonché delle raccomandazioni dell’UE. È stata anche fatta<br />

una panoramica sugli strumenti normativi riguardanti la tutela delle specie di<br />

Elasmobranchi nei paesi del Mediterraneo e le valutazioni dell’IUCN.<br />

Per quanto riguarda il punto 6 sono state elaborate le linee guida essenziali per un<br />

Piano d’Azione Nazionale per la Conservazione e Gestione dei pesci Cartilaginei.<br />

Questo documento, oltre a radicarsi nel quadro della Convenzione di Barcellona e nel<br />

Contesto più ampio della Convenzione UNCLOS e del suo Accordo per le Specie<br />

Transzonali e Altamente Migratorie delle Nazioni Unite (vedi Accordo Straddling<br />

Stock, Appendice A), trova inoltre ragion d’essere nel contesto internazionale<br />

promosso dalla FAO e dalla U.E.<br />

Questo documento si compone di tre Parti e otto Temi per un totale di 21 Azioni. Per<br />

ciascuna di queste Azioni è indicato il grado di priorità (A, B e C) in funzione<br />

dell’urgenza richiesta e del tempo di realizzazione.<br />

Per quanto riguarda le attività di campo riportiamo solo alcuni dei dati più salienti per<br />

lo strascico, i palangari pelagici e per le osservazioni fatte a bordo di natanti con<br />

palamiti di superficie e ferrettara. Nello sbarcato dello strascico sono state rilevate 17<br />

specie. La maggior ricchezza specifica risulta in Sardegna, dove le razze raggiungono il<br />

43-45% dei selaci. Incredibilmente basso è il numero di specie a Lampedusa ed a<br />

Gallipoli. Nello sbarcato dei palamiti pelagici le specie sono ridotte a 6 e la percentuale<br />

dei selaci nel pescato sbarcato oscilla da 2 a 23%. Il numero di specie si riduce a 4 (5<br />

se si tiene conto della ferrettara) nelle catture osservate a bordo dei natanti che usano il<br />

palamito di superficie. La specie maggiormente catturata è P. violacea, che fa alzare di<br />

molto la percentuale dei selaci rispetto al pescato totale.<br />

In conclusione il progetto ELASMOIT ha contribuito a migliorare le conoscenze sui<br />

condroitti presenti nei mari italiani, con particolare riguardo agli squali pelagici.<br />

Nel confronto preliminare tra i dati storici e quelli ottenuti dalle attività di campo<br />

emergono alcune criticità che confermano l’attuale stato di depauperamento di questa<br />

importante frazione del popolamento ittico dei nostri mari, sia in termini di numero di<br />

specie, sia di abbondanza. Nei casi in cui è possibile valutare la struttura della<br />

popolazione, di solito si registrano preoccupanti diminuzioni della taglia media.<br />

Nel 2009 l’UE ha approvato le linee guida del Piano d’Azione Europeo per la tutela e<br />

gestione dei pesci cartilaginei, primo passo verso una specifica Direttiva in materia. In<br />

questo contesto l’Italia, con i risultati del progetto ELASMOIT, benché preliminari,<br />

risponde prontamente all’orientamento dell’UE, dimostrando sensibilità e concretezza.<br />

In tal senso l’Italia si è dotata di specifiche linee guida che mostrano le matrici più<br />

sensibili, le quali dovranno essere approfondite al fine di consentire la formulazione di<br />

un reale Piano Nazionale di Azione.<br />

41 st S.I.B.M. CONGRESS Rapallo (GE), 7-11 June 2010<br />

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