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RETROMANIA - Sentireascoltare

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Tune-In.<br />

Jonathan Wilson<br />

Testo: Giancarlo Turra<br />

From Us To YoU<br />

Difficile affermare con esattezza da dove parta l’onda<br />

che, in questo inizio di nuovo decennio, sta consegnando<br />

dischi di ambito “cantautorale” di portata non<br />

indifferente. In attesa di ulteriori sviluppi, diremmo<br />

che la corrente è sempre stata lì: viva, pulsante e suo<br />

malgrado carsica, siccome gli anni zero hanno visto i<br />

riflettori puntarsi impazziti da altre parti. Adesso, dopo<br />

le baruffe su quanto di rilevante e imperdibile ci siamo<br />

lasciati alle spalle, è forse giunto il tempo di accantonare<br />

freakerie, silicio e contaminazioni totali per recuperare<br />

una dimensione intima e confessionale. Diversa da<br />

quel gioco un po’ disincantato e un po’ divertito di moderni<br />

songwriters come Will Oldham e Bill Callahan,<br />

alle prese con giochi di identità e paraventi. Adesso,<br />

l’ambizione è mettersi in mostra di nuovo. Di lasciare<br />

le ferite al sole e al sale del pubblico affinché guariscano.<br />

Oppure, che almeno se ne ricavi materia di canzoni<br />

che rimangano. Date un’ascolto in giro e respirate la’ria<br />

fresca però antica di Bon Iver, Josh T. Pearson e Laura<br />

Marling. Ognuno inevitabilmente riconducibile a qualche<br />

altro troubadour precedente che viene tuttavia trasceso,<br />

mescolato con anime affini. E’ musica popolare,<br />

pertanto un problema come l’originalità non ha senso.<br />

Conta aggiungere qualcosa al canone affinché perduri,<br />

come sosteneva il padre del revival folk britannico, Cecil<br />

Sharp, un secolo fa.<br />

—Lo spirito del canyon—<br />

Un nuovo talento è nella Città degli Angeli, a stendere ponti tra passato e futuro.<br />

Volevate un nuovo M Ward? Il suo nome è Jonathan Wilson...<br />

CoUnTrY roads...<br />

In questo quadro policromo ha fatto la comparsa Jonathan<br />

Wilson, classe 1974 dalla Nord Carolina. In trasferta<br />

- come tanti sudisti prima di lui: Gram Parsons, Leon<br />

Russell e Tom Petty tra i tanti - in California; soprattutto<br />

intestatario di un lp, Gentle Spirit, che profuma di classico<br />

istantaneo. Punto di arrivo di una passione d’altri<br />

tempi, tanto è autentico e presente in ogni gesto, ogni<br />

decisione, ogni parola di questo trentasettene. Le ragioni<br />

stanno, probabilmente, nella fatica fatta per arrivare a<br />

questo esordio e in un’origine tipicamente americana:<br />

”Sono nato a Spindale, North Carolina. Mio nonno era un<br />

predicatore battista, per cui ero costantemente dentro<br />

quella “vibrazione” spirituale. Mio padre suonava in un<br />

complesso e ricordo che quando un membro della band<br />

non si presentava, prendevo il suo posto passando da uno<br />

strumento all’altro. Era un gesto naturale”.<br />

E, inoltre, in una gavetta lunga e tortuosa, scandita<br />

nel ’95 dai Muscadine, fondati con l’amico Benji Hughes<br />

e smarritisi dentro un esordio edito tre anni più tardi<br />

dalla Sire. Dopo la fine del sodailzio, Wilson vagava on<br />

the road tra California (nella comunità hippie di Topanga,<br />

poi spazzata via), Georgia e New York per stabilirsi infine<br />

nel Laurel Canyon. Ancora e sempre “golden state”, ma<br />

in un’alveo celebre per aver visto nascere e svilupparsi<br />

tra ’68 e ’74 la celeberrima e florida scena capeggiata da<br />

Joni Mitchell e C.S.N.&Y.; mano a mano più fortuna-<br />

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