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RETROMANIA - Sentireascoltare

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niche varie), amici d’infanzia, cresciuti insieme non solo<br />

musicalmente condividono l’esperienza Starfuckers praticamente<br />

da sempre. Fin da quel Sinistri che rappresenta<br />

il lavoro che per la prima volta mise in luce l’ampio spettro<br />

sonoro e la caleidoscopica tavolozza di colori – via via<br />

sempre più evanescenti verso un b/n spettrale e sfocato<br />

– a cui gli Starfuckers potevano far ricorso.<br />

Prima però, c’erano ragazzi che, diversamente da Morandi,<br />

non amavano i Beatles, quanto Rolling Stones e<br />

Stooges. Dai primi trassero l’ispirazione per il nome della<br />

band (notevole l’aneddoto del pezzo di Goat’s Head Soup<br />

intitolato alle groupies, chiamate appunto “starfuckers”,<br />

e poi rifiutato dalla casa discografica in cambio di un più<br />

consono Star Star); dai secondi l’impostazione ruvida e<br />

riduzionista dell’approccio al rock. Era la preistoria del<br />

rock italiano. Giornalisti musicali che facevano i talentscout.<br />

Ragazzi di provincia intrisi di miti anglosassoni<br />

che armeggiavano con ampli e distorsori. Il rock alla<br />

sua misura primordiale: ribellione post-adolescenziale<br />

e possibile via di fuga. Metallic Disease, la cui ristampa<br />

per Holy Mountain è di pubblicazione proprio in questi<br />

giorni, uscì per Electric Eye, l’etichetta di Claudio Sorge<br />

nel 1990 e mostrava una band classica nella formazione<br />

quanto nel suono, ascrivibile al garage-rock revival del<br />

tempo e ben presente nel catalogo della label (Sick Rose,<br />

Steeplejack, Not Moving, Ugly Things tra gli altri).<br />

Il quintetto base era formato da Paolo Casini (basso),<br />

Gianfranco Verdaschi, Gianni Ginesi (chitarre), Giannini<br />

(voce) e Bertacchini (batteria), con l’ospite occasionale<br />

Paolo Vasoli al sax. In questa sua primigenia incarnazione<br />

la band registrò sia le 10 tracce dell’esordio, comprese<br />

alcune outtakes finite in compilation, sia il mini-lp Brodo<br />

Di Cagne Strategico, rilasciato sempre dalla Electric Eye in<br />

combutta con la etichette/distribuzione romana Helter<br />

Skelter l’anno successivo.<br />

iT’s onlY roCk’n’roll. ovvero, mai<br />

Fidarsi delle apparenze<br />

Metallic Disease è un album che poco sembra avere a<br />

che fare con gli Starfuckers che conosciamo, quanto con<br />

un qualsiasi gruppo di giovani alle prese col rock’n’roll<br />

“classico” di marca Stooges/Rolling Stones innervato da<br />

puntate Velvet, MC5, 13th Floor Elevators e Suicide. Dieci<br />

pezzi registrati in soli 3 giorni dopo la buona accoglienza<br />

di un primo demo in cassetta, immolati al re iguana e<br />

al marcio del rock’n’roll tutto e, udite! udite!, cantati in<br />

inglese perché “l’italiano non era lingua da rock”. Quando<br />

abbiamo fatto questo disco e sostenevo che bisognava<br />

smettere di cantare in inglese – affermava Giannini in una<br />

datata intervista – i vari Umberto Palazzo o altri dicevano<br />

che il cantato in italiano non si confaceva al rock. Adesso<br />

invece Umberto riconosce che avevo ragione. Proprio quel<br />

Palazzo che fu uno dei fondatori del gruppo che meglio<br />

di tutti seppe offrire la nuova via all’italiano nel rock, i<br />

Massimo Volume.<br />

Il bluesaccio rock sporco e malefico con un Giannini<br />

frontman iggypoppiano (Dead Metal City Blues), una<br />

U.S.A. da incrocio tra Stooges e Suicide, il garage irrefrenabile<br />

di Love You sono la dimostrazione della fase<br />

zero del quintetto. Quella ingenuamente e crudamente<br />

rock’n’roll.<br />

Già dal cuore di alcuni pezzi dell’esordio, però – la<br />

Cold White Cancer poi ripresa in forme “altre” e italianizzata<br />

nel titolo e nei testi (Freddo Cancro Bianco) nel minilp<br />

seguente, gli inserti di sax deformatamene stoogesiani<br />

e aperti al free – e dalle limitrofe outtakes registrate<br />

grossomodo con la stessa formazione, si può notare lo<br />

spirito avventuriero e libero della formazione toscoemiliana<br />

così come la volontà di esondare dai confini<br />

troppi stretti dei generi codificati. Da un lato la rude e<br />

ferrea matrice anarchica e l’aspra natura semi-selvaggia<br />

e non antropizzata delle terre d’origine (la Lunigiana,<br />

Massa); dall’altro la creatività borderless della adottiva<br />

Bologna e il costante piattume del paesaggio. Tra questi<br />

dicotomici paesaggi sembrano muoversi le pulsioni che<br />

portano all’omaggio ai Sonic Youth di Death Valley ’69,<br />

uscito nella compila Gioventù Sonica della solita Electric<br />

Eye nel 1990; alla “superdose di paranoia sonora” di<br />

Grado Zero uscita nel 1992 per il n.7 di Punto Zero, il foglio/compilation<br />

della storica Toast; alla programmatica<br />

Strategie Operative/Saturazione pt. 2 in Bloom Live Vol. 1<br />

dello stesso anno; alla robotica e malata ossessività della<br />

Mechanical Man del 10” picture Comin’ Down Fast, tributo<br />

mansoniano edito dalla Helter Skelter nel 1993; finanche<br />

alla tarda rendition della beatlesiana Dear Prudence affidata<br />

al n. 11 della rivista americana Bananafish nel 1996<br />

ma in realtà registrata un quinquennio prima.<br />

Il passo è dunque breve, ma la distanza infinita. Tra il<br />

luglio ’89 delle registrazioni di Metallic Disease e il marzo<br />

’91 del mini, l’allegro quintetto pone le basi per un<br />

cambiamento radicale. Di suoni, atteggiamento e prospettive.<br />

Brodo Di Cagne Strategico è il nuovo che avanza sotto<br />

le mentite spoglie del vecchio. Un mini. Pochi minuti.<br />

Una manciata di canzoni. Dense però di idee e elaborazioni<br />

in divenire che vedranno la luce in forma compiuta<br />

di lì a poco. L’omaggio intrinseco al Miles Davis elettrico<br />

e rivoluzionario del titolo con l’aggiunta di una volontà<br />

strategica comprensibile solo a posteriori la dice lunga<br />

sul valore illuminante del mini-lp. La scelta dell’italiano,<br />

innanzitutto. Mossa strategica che, come detto, pone<br />

fine, o meglio inizio, alla questione della lingua nel rock<br />

italiano aprendo la strada a Massimo Volume et similia<br />

(vedi alla voce Acre Stil Post). Non è casuale che Giannini<br />

abbia per un periodo diviso l’appartamento bolognese<br />

con Emidio Clementi e che nelle foto promozionali<br />

del primo demo del quartetto bolognese quest’ultimo si<br />

facesse ritrarre con una t-shirt degli Starfuckers.<br />

Voce declamata, testi da cut-up insurrezionale, suoni<br />

in totale libertà. (Quasi)anthem come “alza il volume, scegli<br />

il rumore” (Saturazione Parte II) o “la legge è potente<br />

perché le obbedisci” (Calma Piatta) fanno il paio con un<br />

approccio musicale che è, se non rivoluzionario, per lo<br />

meno liberatorio. Schegge di Stooges si mischiano a<br />

slanci free Ayleriani o di matrice Coltrane; l’iconoclastia<br />

no-wave all’impro radicale (Conseguenze); l’ala protettiva<br />

dei Sonic Youth più rudi a benedire dall’alto (l’opener<br />

Saturazione) sposta pesantemente l’asse compositivo<br />

degli Starfuckers ampliandone gli orizzonti e slegando<br />

i legacci culturali.<br />

La radicalità del progetto miete però le prime vittime.<br />

Mano a mano, i componenti della band cominciano a<br />

defilarsi (Verdaschi e Casini, quest’utimo prematuramente<br />

scomparso nel 1994) mentre acquisisce sempre più<br />

interesse in seno alla band (Bocci è lì lì per entrare in<br />

formazione in pianta stabile) l’allontanamento da forme<br />

musicali note e statiche e l’esplosione di una intera galassia<br />

sonora, fino ad allora estranea al panorama “rock”.<br />

sCegli il rUmore! (e lasCialo da<br />

parTe…)<br />

L’anno 1994 d.C. è quello dello stravolgimento più evidente.<br />

Cambia la formazione (Bocci è stabilmente in<br />

formazione, ormai quartetto). Cambiano le prospettive<br />

(si declama in italiano, si abbandona il rock in senso classico).<br />

Si allargano gli orizzonti.<br />

Sinistri esplode con un rumore di ferraglie che tira in ballo<br />

tutto il Novecento musicale colto: dodecafonia, serialità,<br />

minimalismo, musica aleatoria, concreta, elettroacustica<br />

finendo con l’essere (parole di Manuele Giannini stesso<br />

in una datata intervista ad Etero Genio) “un riassunto del<br />

Novecento musicale […] non composto con una ‘metodologia<br />

rock’”.<br />

Terminate le prime due fasi in cui gli Starfuckers stessi<br />

suddividono cronologicamente e ideologicamente la<br />

propria esperienza sonora (per esteso, 1987-1990 The<br />

Proto-Punk Period, ’91-’92 Early Experimentation) inizia quella<br />

della Disintegration Of Standard (’93-’96). A seguire le altre<br />

fasi saranno le due parti della Nonmetric Solution: la prima,<br />

Concrete Rock and Roll, compresa nel biennio ’97-’99<br />

(Infrantumi) e la seconda, Black Roots, tra 2000 e 2003 (Infinitive<br />

Sessions), a chiudere un cerchio esplorativo nelle<br />

lande ancestrali delle musiche rock e blues.<br />

Non vezzi da artistoidi in disarmo, quanto la tangibi-<br />

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