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RETROMANIA - Sentireascoltare

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corso musicale dei 3 (vedi il live a Bologna dello scorso<br />

anno, disponibile in 5 parti sul tubo), ora la ristampa del<br />

primo vagito della band, ci fanno notare come, nonostante<br />

ognuno porti avanti una propria carriera “solista”<br />

(M16 per Bocci, Weight And Treble per Giannini, Shipwreck<br />

Bag Show per Bertacchini), l’epopea Starfuckers è<br />

lontana dal morire. Alla faccia del tempo, grande scultore<br />

e amico d’infanzia.<br />

inTervisTa a manUele giannini e<br />

alessandro BoCCi<br />

Due ristampe e qualche sporadico live nell’ultimo<br />

anno. È il caso di dire bentornati?<br />

(Manuele) Mah, più o meno, anche se per il momento<br />

non abbiamo progetti concreti, siamo lì, indolenti e sospesi,<br />

in attesa di qualcosa che magari non verrà mai...<br />

ognuno di noi è più impegnato con i rispettivi nuovi<br />

progetti: Weight And Treble, M16 e Shipwreck Bag Show.<br />

Il segno tangibile degli Starfuckers ’00 è affidato ai<br />

primi passi: Brodo Di Cagne Strategico e Metallic Disease.<br />

Sarebbe interessante sapere cosa scattò in voi tra il<br />

primo e il secondo album…<br />

(M) Decidemmo di formare un gruppo e suonare punk<br />

rock per la nostra devozione assoluta agli Stooges e gli<br />

Stooges sono sì i pionieri del punk, ma i loro primi due LP<br />

contengono i germi dell’avanguardia, dal minimalismo<br />

al free jazz, è andando in quelle direzioni che ci siamo<br />

evoluti (in senso darwinista ovviamente).<br />

Come ricordi questo primo vagito discografico? Oggi<br />

a ristamparlo è una etichetta quotata come la Holy<br />

Mountain, ma decisamente aliena al panorama sonoro<br />

degli Starfuckers/Sinistri…<br />

(M) Non siamo mai stati famosi, in vent’anni non abbiamo<br />

mai avuto un picco di notorietà e siamo sempre stati<br />

scarsi imprenditori di noi stessi e soprattutto totalmente<br />

incapaci di fare i paraculi, ma abbiamo sempre trovato<br />

qualcuno che ci producesse i dischi, che hanno sempre<br />

venduto poco, ma a livello internazionale e con continuità,<br />

anche a molti anni di distanza dall’uscita.<br />

E poi siamo sempre stati amati e stimati da musicisti<br />

stranieri famosi, molti di loro comprano i nostri dischi<br />

e apprezzano la nostra musica, alcuni la copiano anche<br />

(vedi i Matmos che ci hanno pesantemente campionato<br />

su The Civil War senza nemmeno segnalarlo nei credits),<br />

per cui va da sé che di noi probabilmente se ne continui<br />

a parlare e che, a qualche discografico, magari venga<br />

l’insana idea di ristamparci.<br />

Con Metallic Disease torniamo alla preistoria. Bologna,<br />

primi anni ’90. Chi c’era, lo sa, ma molti dei nostri<br />

giovani lettori magari non sanno che, nell’humus che<br />

portò al fiorire della Bologna mecca del rock italiano<br />

(vedi alla voce Massimo Volume), c’eravate voi.<br />

(M) Non ricordo molto, erano anni burrascosi, ma a Bologna<br />

era di moda soprattutto l’Hardcore e l’Hip hop,<br />

nel resto d’Italia c’era stata una scena Garage ormai in<br />

declino. Noi non ci sentivamo di appartenere a niente,<br />

tutto correva veloce e se nell’’89 suonavamo cover degli<br />

Stooges, nel ’92 già facevamo concerti in cui l’improvvisazione<br />

radicale e le pratiche vicine alla musica aleatoria<br />

e elettroacustica erano la norma … e intanto era arrivata<br />

la Techno.<br />

Com’era la Bologna di quei tempi? Voi avete circuitato<br />

l’ala rock e quella sperimentale, partendo dalla<br />

prima e smarcandovi decisamente verso territori altri<br />

nel breve volgere di qualche anno.<br />

(M) Non esisteva una scena sperimentale (né a Bologna<br />

né altrove in Italia), per lo meno non legata al rock. E in<br />

un certo modo non esisteva nemmeno una scena rock<br />

italiana che non fosse puramente derivativa. Brodo di Cagne<br />

Strategico è un disco seminale in questi due sensi, da<br />

un lato anticipa il rock italiano “emancipato” e dall’altro<br />

quello sperimentale.<br />

Il famoso concerto da sei ore al Link di Bologna<br />

nell’aprile del 1999, quello battezzato Eternal<br />

Soundcheck è ancora vivo nella memoria di chi vi<br />

partecipò…si chiudeva una fase (Infrantumi), se ne<br />

apriva un’altra (Infinitive Sessions)…tutto qui o c’era<br />

qualcos’altro?<br />

(Alessandro) Il concerto delle 6 ore al Link è stato un<br />

esperimento con più finalità volte tutte alla ricerca<br />

dell’estremo. Allo stesso tempo questo progetto doveva<br />

prendere forma e svilupparsi.Tutte le registrazioni dovevano<br />

essere editate per poi essere raccolte in un doppio<br />

cd per l’etichetta americana Drunken Fish, purtroppo<br />

per problemi tecnici derivati dalla registrazione il progetto<br />

non andò in porto. I nastri delle sessions erano<br />

parzialmente inutilizzabili e tutto quanto è rimasto in<br />

un cassetto. Ancora oggi rimane sempre l’intenzione di<br />

ripubblicarlo in una nuova veste con un editaggio e un<br />

mastering accurato<br />

(M) Suonare ininterrottamente per quasi sei ore, dopo<br />

essere saliti sul palco senza aver alcuna idea di quello<br />

che sarebbe successo, lasciandosi andare completamente<br />

per permettere che la musica divenisse, minuto dopo<br />

minuto, il più possibile, solo se stessa, fu un’esperienza<br />

molto interessante e appagante, e come dici tu, forse<br />

chiuse definitivamente la fase Infrantumi.<br />

Le vostre musiche sono state sempre ben accolte da<br />

critica, pubblico (d’elite) e colleghi; nonostante ciò<br />

siete rimasti sempre una mosca bianca nel panorama<br />

italiano, se non mondiale. In senso positivo, ovvio.<br />

Come avete vissuto questa vostra dimensione?<br />

(M) … frustrazione?!? Non so, mi sarebbe piaciuto vendere<br />

qualche disco in più, non mi è mai interessato rivolgermi<br />

ad un pubblico di nicchia, non ho mai voluto<br />

chiudermi in un ghetto, non ho mai creduto che rivolgersi<br />

a pochi fosse più fico che rivolgersi alle masse, ma<br />

quella era l’unica musica che potevamo fare.<br />

… e poi siamo sempre stati irriducibili, per cui, senza<br />

scendere a compromessi, non abbiamo potuto fare della<br />

nostra musica una vera e propria professione, questo<br />

fatto ci ha, da un lato, resi più liberi, dall’altro ha accresciuto<br />

la nostra inerzia.<br />

(A) Diciamo che le tue affermazioni sono in parte corrette<br />

e diciamo così in parte non propriamente esatte.<br />

Nel panorama italiano siamo stati emulati e presi come<br />

punto di riferimento da moltissimi artisti, sicuramente<br />

alcuni di questi sono diventati “più famosi” ed hanno<br />

avuto più visibilità più riscontro di pubblico.<br />

Nel panorama mondiale abbiamo avuto le nostre soddisfazioni;<br />

con infrantumi siamo stati primi nelle classifiche<br />

delle radio universitarie americane, tutta la nostra discografia<br />

è sempre state recensita sulle principali riviste<br />

musicale americane ed europee, tra le altre cose che mi<br />

vengono in mente... un duo molto quotato che viene da<br />

San Francisco (due onesti personaggi!!!) ha campionato<br />

e derubato alcuni frammenti da Infinitive Sessions<br />

senza neppure menzionarci nei credits. Beh sono delle<br />

soddisfazioni, non credi?<br />

Ad oggi i nostri dischi li puoi trovare sia in Europa che<br />

negli States e in Giappone. Un disco come Sinistri è stato<br />

ristampato tre volte, Infrantumi ha avuto una stampa<br />

europea e una americana lo stesso vale per Metallic Disease.<br />

Sicuramente siamo stati considerati sempre un<br />

gruppo di culto con un seguito di pubblico proporzionale<br />

alla nostra visione della musica, sinceramente non<br />

abbiamo mai vissuto una dimensione, forse sarebbe<br />

interessante vivere in un’altra dimensione.<br />

L’era Sinistri iniziò in maniera programmatica col manifesto<br />

in cui rivendicavate una posizione ideologica<br />

piuttosto, o prima, che musicale…Ideologia o musica,<br />

se doveste scegliere?<br />

(A) L’era Sinistri ha generato una mutazione che si è<br />

espressa attraverso un idea una filosofia e un approccio<br />

musicale<br />

(M) Le posizioni ideologiche servivano per dare una chiave<br />

di lettura ad una musica che poteva risultare, soprattutto<br />

ai tempi, un po’ ostica. In ogni caso né musica, né<br />

ideologia, solo rock and roll.<br />

E musica o silenzio? Tempo o suono? O giocando col<br />

nostro nome, sentire o ascoltare?<br />

(A) Queste domande mi piacciono !!! Suono e spazio,<br />

ritmo e timbro, diciamo spazializzare<br />

(M) Credo che la musica abbia a che fare più con il tempo<br />

che con il suono. Cosa sia il tempo però, non lo sa<br />

nessuno…<br />

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