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RETROMANIA - Sentireascoltare

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Tune-In.<br />

18<br />

Rival Consoles<br />

Testo: Edoardo Bridda<br />

Ryan L. West è cresciuto in una piccola cittadina vicino<br />

Leicester smanettando videogame, ascoltando paccate<br />

di IDM e imbottendosi di visioni sci-fi e sculture robotiche.<br />

I suoi non erano gli anni Novanta della Warp e dei<br />

robot con in mano lo spinello della famosa compilation,<br />

bensì i 2000 bastardi del fidget e del p-funk. Seguendo le<br />

orme di qualche connazionale, le strade che in passato<br />

lo avrebbero condotto nelle varie contee ambient e idm<br />

del Regno Unito (Mo Wax, Planet Mu, Warp, Rising High,<br />

Ninja Tune) lo portano invece in Germania, patria di Robert<br />

Raths e di un’etichetta, la Erased Tapes, piuttosto<br />

distante dall’immaginario del classico idmmer innamorato<br />

dei film di fantascenza.<br />

La label si occupa di cinematica folk-pop post-Kid A<br />

e chamber elettroacustica e, all’interno di questi ambiti,<br />

Rival Consoles e il side project Aparatec, si configurano<br />

apparenemente come anomalie: sono gli unici progetti a<br />

farsi carico di un sentire warp-iano ma sono anche legati<br />

ad aspetti neo-classici che riportano a una macro idea<br />

filmica del label manager perfettamente incarnata dal<br />

musicista più famoso in scuderia, Ólafur Arnalds. Ryan,<br />

del resto, ama un tomo titanico come Drukqs, bibbia drill<br />

di Aphex, e tutto il Venetian Snares estremo fatto di ritmi<br />

impossibili e musiche classiche: l’estetica cameristica<br />

non come fine ma forte mezzo “di contrasto”.<br />

All’inizio, Rival Consoles esprimeva lo scontro tra la<br />

—Melodie complesse—<br />

In un momento di complicazioni ritmiche, dall'Inghilterra arriva un personaggio<br />

cresciuto a pane, Aphex Twin e Daft Punk a dire basta. E' il momento di melodie<br />

ambiziose, videoludiche (e complicate)<br />

britannia ultra modernista dell’IDM e la tradizione classica<br />

dell’Europa continentale: all’epoca dell’eppì The<br />

Decadent (2007) o dell’esordio IO pravalevano seriosità<br />

e frattali, braindance e archi seriosi, residui drum’n’bass<br />

e note veloci à la Squarepusher, ritorni al purismo acid<br />

dell’Aphex della serie Analord e chamber music. Con Kid<br />

Velo il discorso si ribalta: a contrastare una rimica semplificata,<br />

troviamo una complessità tutta melodica e un<br />

funky sintetico che deve moltissimo ai Daft Punk, alla<br />

disco music e qualcosa anche all’house. Dalla cinematica<br />

sci-fi in odor di Moby di un brano come Kitch (apparso<br />

anche nella prima compilation della Erased Tapes sottotitolata<br />

At The End Of All Music Happiness Will Be Erased), si<br />

passa a una videoludica bambinesca e a una pornografia<br />

per robot (Futurama docet). L’elemento magniloquente<br />

e l’amore per la cibernetica non sono spariti (Vos), supportano<br />

e giocano di sponda con giocosità inedite e, a<br />

loro modo, coraggiose.<br />

Ci vuole fegato per suonare complesse trame attraverso<br />

sintetizzatori ultra saturi che portano alle radici<br />

nerd dei parigini di Discovery e tutto questo coraggio, a<br />

sua volta, conduce al paragone con Luke Vibert: entrambi<br />

possiedono radici briannicamente (ambient)techno<br />

ed entrambi trovano la quadratura nelle molteplici modalità<br />

kitch-troniche francesi. Come in un ritorno al nocciolo<br />

- dai 90s alla chip tune music degli eighties - Rayan<br />

19

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