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RETROMANIA - Sentireascoltare

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Gimme Some<br />

Inches #19<br />

Riprendiamo lo scandaglio dei formati minori dopo la torrida<br />

estate. Ci accompagnano, tra gli altri, Zola Jesus e Fabio Orsi,<br />

Martial Canterel e Spettro Family, LA Vampires e Cult Of Youth.<br />

Dopo un’estate bollente che ha quasi<br />

fatto squagliare i nostri vinili, ricominciamo<br />

il consueto scandaglio<br />

dei formati minori con qualche 7”<br />

digitale a segnare ritorni importanti.<br />

Il primo è per Nika Roza Danilova,<br />

aka Zola Jesus e del suo Vessel, brano<br />

in digitale che funge da apripista<br />

per Conatus, il full-length in arrivo a<br />

fine settembre. Cinque minuti scarsi<br />

di musica in cui rumorismi Bjorkiani<br />

ed eleganza wavish, uniti ad una<br />

voce mai così profonda e sensuale,<br />

fanno venire l’acquolina in bocca e<br />

contare i giorni che mancano alla<br />

release dell’album.<br />

L’altro invece è targato synth-pop<br />

made in nyc fino al midollo. Xeno<br />

& Oaklander anticipa il nuovo album<br />

Sets And Lights con The Staircase,<br />

elettro-barocchismo meets ebm<br />

beats con eterea voce femminile,<br />

e Not Afraid, un funereo incedere<br />

tanto marziale nei ritmi quanto perversamente<br />

romantico nell’immaginario.<br />

Anche in questo caso, l’attesa<br />

sembra troppo lunga.<br />

Lasciando il digitale per il reale, segnaliamo<br />

il 7” di una band italiana<br />

che, nonostante il nome, è un progetto<br />

in solo. Spettro Family, aka<br />

di mr. Vade Retro Records Stefano<br />

Iannone, esordisce in vinile col 7”<br />

Strigoi (riedizione di una tape ormai<br />

esaurita) mostrandosi affine a certe<br />

sonorità wave-industrial cupe e cinematiche,<br />

come una versione contemporanea<br />

di atmosfere Goblinoriented<br />

e esoterismo rumoroso alla<br />

Ain Soph. Sensazioni gelide e in b/n<br />

limitrofe a certe uscite alla Umberto,<br />

per capirsi, e molto più credibili<br />

dei triangolini targati witch-house<br />

et similia. A breve il full-length Candelora<br />

per Brave Mysteries, la label<br />

di Burial Hex.<br />

Ultima segnalazione prima di addentrarci<br />

nell’underground statunitense,<br />

segnalazione d’obbligo per il<br />

nostro Fabio Orsi. Il prolifico berliner<br />

d’adozione ha appena pubblicato<br />

un cd 3” per la francese Taâlem:<br />

Light Was The Day è drone-music<br />

pregna di malinconiche aperture,<br />

umorali saliscendi e deliziosi contorni<br />

sfumati in un flusso di coscienza<br />

di quasi 25 minuti a base di fieldrecordings,<br />

filtri, chitarra ed effetti.<br />

Ingredienti comuni nel vademecum<br />

per il giovane droner 2.0. A fare la<br />

differenza, come al solito, è la sensibilità<br />

illuminante dell’artista.<br />

A breve distanza dall’uscita<br />

dell’omonimo album su Sacred<br />

Bones i newyorkesi Cult Of Youth<br />

ritornano con un singolo nuovo di<br />

pacca prodotto dalla Blind Prophet<br />

dello stesso main-man Sean Ragon.<br />

The Devil’s Coals è uscito nel cuore<br />

dell’estate per accompagnare il tour<br />

americano della band e propone<br />

nuove tracce con cui il combo darkfolk<br />

prosegue nella svolta intrapresa<br />

nell’ultimo Cult Of Youth, con la titletrack<br />

che scandisce ritmiche marziali<br />

e battagliere, mentre il lato B<br />

è un’efficace cover di Sidestreets del<br />

menestrello minimal-synth Martial<br />

Canterel. Le 500 copie tirate paiono<br />

essere già sold-out, fortunato quindi<br />

chi si è mosso per tempo per procurarselo.<br />

Rimanendo in ambiti oscuri segnaliamo<br />

l’imminente uscita per Distort<br />

Reality di un nuovo 7-pollici per i<br />

goth-punks Lost Tribe (il cui fulllength<br />

vedrà a breve la luce sempre<br />

su Blind Prophet). Come già detto in<br />

occasione della tape The Dawn (da<br />

cui recuperano per l’occasione la<br />

title-track Unsound) i ragazzi di Richmond<br />

tessono trame nerissime cucendo<br />

insieme brandelli di T.S.O.L.,<br />

Christian Death e Killing Joke e qui<br />

non fanno che riprovarlo al meglio.<br />

Rimanete sintonizzati se vi gustano i<br />

suoni mefitici perché l’album si preannuncia<br />

una vera messa in nero.<br />

Spostandoci sulla costa ovest degli<br />

States e cambiando completamente<br />

sonorità ci imbattiamo nel nuovo<br />

lavoro, ancora una volta collaborativo,<br />

di LA Vampires aka Amanda<br />

Brown (NNF e Pocahaunted per i<br />

pochi che ancora non lo sanno). EP<br />

di quattro brani realizzati inseme<br />

ad Ital (il progetto solista di Daniel<br />

Martin-McCormick, già Black Eyes,<br />

Mi Ami e Sex Worker), Streetwise<br />

prosegue sulle coordinate bleachdisco<br />

di So Unreal, nonostante una<br />

qualità più lo-fi che svilisce un po’<br />

la qualità delle registrazioni. Quindi<br />

ancora bedroom beats frullati<br />

nel Minipimer, vocals sbiascicate e<br />

synth fuori scala. Se queste parole<br />

non rendono l’idea di cosa vi aspetta,<br />

date un occhio alle grafiche di<br />

copertina e vi renderete conto di<br />

cosa intendiamo per elettronica<br />

vintage alla candeggina.<br />

Rientrando in Europa troviamo due<br />

nuovi singoli freschi di stampa ad<br />

attenderci. Il primo è uno split tra<br />

due dei personaggi più in vista del<br />

panaroma minimal-synth internazionale:<br />

parliamo del 7-pollici condiviso<br />

da Martial Canterel e Tobias<br />

Bernstrup, rilasciato dalla romana<br />

Mannequin. Il primo, newyorkese,<br />

non ha bisogno di presentazioni,<br />

data la crescente attenzione che<br />

gli si sta concentrando intorno; il<br />

secondo, svedese, è un nome cult<br />

per gli aficionados già dai primi anni<br />

Duemila. Cosa propongono nei solchi<br />

del vinile corto è quasi superfluo<br />

dirlo: un pezzo a testa per tappeti di<br />

synth d’antan, beat anni ’80 e voci<br />

filtrate e riverberate come ricetta<br />

comanda. Se siete fan del genere<br />

sapete già cosa fare. Chi invece<br />

forse non conoscete ancora sono<br />

i Vernon Sélavy, nuovissimo duo<br />

torinese capitanato da Vincenzo<br />

dei Movie Star Junkies, al debutto<br />

con un EP su Shit Music For Shit<br />

People, label che, come abbiamo<br />

già avuto modo di constatare, si sta<br />

facendo notare per l’attenzione ai<br />

suoni garage-country-folk nazionali<br />

ed europei. E che ci sia la firma<br />

del chitarrista dei Movie si sente<br />

fin dalle primissime note di Apple<br />

Seeds: riverberi surf, stomp blueseggiante,<br />

tamburelli gitani e voce<br />

rauca irrorata al bourbon, come una<br />

versione domestica ed acustica del<br />

gruppo principale appena accennato.<br />

Se quindi sentite la mancanza<br />

del sound sfascione dei piemontesi<br />

buttavi a colpo sicuro su questo<br />

7-pollici e non ne rimarrete delusi,<br />

garantito.<br />

StEFano piFFEri,<br />

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