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RETROMANIA - Sentireascoltare

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mutazione (composte quando viveva a Savannah in Georgia) esce nel 2004<br />

per Botanica Del Jibaro e poi viene ristampato su Asthmatic Kitty (etichetta<br />

che pubblicherà da lì in poi tutti i suoi lavori): Puñal. Qui riprende le lezioni<br />

dei turntablisti à la DJ Vadim o DJ Shadow (Playa, Mar, Cerdo, Juego sembra<br />

venir fuori direttamente da ...Endtroducing), ma non si impunta su un tecnicismo<br />

da nerd, anzi, viaggia su coordinate che collegano mondi street, world,<br />

electro, funk e jazz in un sentimento che richiama l’estetica Ninja Tune più<br />

aperta che mai a visioni alternative all’ortodossia dei b-boys, comprendendo<br />

nelle sue corde l’intimismo del post-rock vanpeltiano (Te Conozco Sin Pelo) e<br />

il blues stralunato di Beck. La materia sonora di Epstein è comunque figlia di<br />

una cultura sampledelica che in quegli anni vivacchia su allori ormai rinsecchiti<br />

e inizia velocemente ad eclissarsi, a causa delle spinte innovative che<br />

arrivano dal mondo underground UK, quali grime e dubstep. Anche da qui<br />

si capisce come il ragazzo sia caparbio e vada dritto per la sua strada, senza<br />

affidarsi a troppi talent scout o scenesters.<br />

Il percorso temporale delle uscite di Epstein è singolare, dato che il successivo<br />

disco (Gente Sin Pueblo del 2004) riflette in un flashback ulteriore le<br />

registrazioni di quando il ragazzo abitava a Miami (2003) e ad Atlanta (2004).<br />

Nel sito ufficiale Roberto afferma che questa musica è per muoversi e per<br />

non vedere confini. Un percorso che con il passare del tempo si avvicina alle<br />

origini e che anche oggi con il moniker di Helado Negro tenta di guardare<br />

sempre al passato.<br />

Gente Sin Pueblo è una raccolta di idee che trova nel bbreaking e nella<br />

sampledelia le sue coordinate principali: DJ Food (El Cuco) e Funki Porcini<br />

(Sin Pueblo) numi tutelari della mente creativa di Roberto. La parabola del<br />

progetto Epstein non è ancora conclusa. In seguito ai due album citati, usciranno<br />

successivamente un progetto a nome Epstein Y El Conjunto (Canto<br />

De Hermanos, su Arepaz, 2007), Otros nel 2008 (registrato tra Atlanta e New<br />

York, sempre su Arepaz), When Man Is Full He Falls Asleep e Sealess Sea (entrambi<br />

su Asthmatic Kitty nel 2009 e 2011), quest’ultimo purtroppo passato<br />

in sordina qui da noi, ma notevole nella capacità di coniugare le produzioni<br />

di Panda Bear/Animal Collective con un suono organico di bbreaks dal<br />

sapore old-school misto ambient-noughties.<br />

Tanto per non annoiarsi, il ragazzo inizia contemporaneamente una collaborazione<br />

con il chitarrista/bassista Matt Crum a nome ROM. Nel 2000<br />

partono come un gruppo di improvvisazione free influenzata dal post-rock<br />

che ben presto diventa un modo per scambiare idee soniche tagliate con<br />

l’accetta dello studio. In nove anni escono un 7” (Crawl Upside Down), un 12”<br />

(Into the Clouds) e due album (Self-titled e Foot Signal).<br />

gelaTo nero<br />

Ma torniamo al gelato. In Georgia Roberto conosce Guillermo Scott Herren<br />

aka Prefuse 73. Lavorare con lui è facile, dato che sono buoni amici; ci conosciamo<br />

dal 1999. Con Guillermo approfondisce le nozioni di studio engineering<br />

che da lì a breve gli permetteranno di lavorare per Savath & Savalas, All<br />

Tiny Creatures (un remix), My Brightest Diamond (l’album Shark Remixes<br />

Vol. 3), Bear In Heaven (il missaggio del fortunato disco omonimo) e di collaborare<br />

tra gli altri anche con Schools of Seven Bells. Collaborazioni che<br />

gli fanno vedere le cose da un’altra prospettiva (vedi ad esempio il remix per<br />

Epstein dello stesso Prefuse e di Jaytram, batterista degli Yeasayer).<br />

Con questi biglietti da visita, parte da Atlanta e va a finire guardacaso a<br />

Brooklyn, New York. Il posto più adatto per emergere nel panorama indie<br />

di inizio millennio. Qui inizia a smanettare anche con i video (la gran parte<br />

dei quali è visibile sul suo sito in costante aggiornamento) e a pensare a<br />

un nuovo progetto: Helado Negro, appunto. Un moniker che può essere<br />

incluso nel ‘flashback-continuum’ reynoldsiano degli anni ‘80 ‘90. Non avevo<br />

altra scelta, ci dice, parlando ancora delle sue origini musicali: quegli anni<br />

sono stati importanti per la mia formazione, ascoltavo tutto quello che usciva<br />

quando ero bambino, ed ero come una spugna gigante; è inevitabile quando<br />

cresci riferirti alle cose che sentivi da piccolo.<br />

HN sembra essere più song oriented dei lavori licenziati a nome Roberto<br />

Carlos Lange (vedi ad esempio il mini pseudo-ambient Short-lived Music del<br />

2001). La ragione per cui separo i due nomi - ci spiega Roberto, un po’ sorpreso<br />

dalla domanda - è che quando canto in spagnolo mi chiamo Helado Negro e<br />

quando canto in inglese ridivento Roberto. Quando faccio cose col mio nome<br />

è per progetti specifici, che probabilmente non dureranno molto.<br />

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