RETROMANIA - Sentireascoltare
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te inatteso apice artistico, abbiamo più che volentieri<br />
scambiato qualche chiacchiera telefonica col rocker di<br />
Santa Monica.<br />
Il tuo ultimo album con i Jicks ha 15 tracce e un sacco<br />
di ottime idee. Pensi che sia in qualche modo merito<br />
della recente reunion con i Pavement?<br />
Forse un pò, ma non più di tanto. E’ possibile che suonare<br />
nuovamente le vecchie canzoni dei Pavement abbia in<br />
parte influenzato la realizzazione di queste ultime. Ma<br />
molte le stavamo già eseguendo dal vivo prima della<br />
reunion.<br />
Mi pare che le canzoni di Mirror Traffic recuperino<br />
quel senso di disincanto e spontaneità che non avevamo<br />
più notato dai tempi di Wowee Zowee. Sei d’accordo?<br />
Forse sì. Mi pare che il primo album dei Jicks mantenga<br />
quello spirito, dopodichè sono entrato in una fase più<br />
progressive, con suoni più pesanti e in un certo senso<br />
anche più oscuri. Tornando alle vecchie cose ho cercato<br />
di essere accattivante in maniera differente, merito anche<br />
di Beck la cui produzione ha reso tutto più solare e<br />
frizzante.<br />
C’è anche una forte componente psichedelica. E’ un<br />
influenza che hai sempre coltivato o è qualcosa dovuto<br />
alla tua maturazione artistica?<br />
Come ascoltatore e fan, vengo influenzato da quelle<br />
cose che mi sorprendono maggiormente. Cose che suonano<br />
creative, magari realizzate con strumenti differenti<br />
e non strettamente rock’n’roll. Credo poi che la maggior<br />
parte delle melodie che adoro siano un pò selvagge e in<br />
qualche modo psichedeliche perché in fondo la chitarra<br />
è e sarà sempre lo strumento che preferisco.<br />
Mirror Traffic è il tuo quinto album coi Jicks, lo stesso<br />
numero di quelli realizzati con i Pavement. Non credi<br />
che sia il momento di smettere di pensare a Stephen<br />
Malkmus come l’ex leader dei Pavement?<br />
Vorrei che fosse possibile ma credo che sia difficile.<br />
Dovrei avere un grande successo perchè questo possa<br />
accadere. Prendi artisti come Neil Young o Nick Cave:<br />
la gente parlando di loro non cita in continuazione Birthday<br />
Party o Buffalo Springfield solo perché hanno<br />
avuto un grande successo con la loro carriera solista.<br />
Personalmente sono fiero di quello che i Pavement mi<br />
hanno portato e la loro notorietà non mi imbarazza affatto.<br />
Probabilmente la gente continua a parlarne perché<br />
alcuni considerano la musica dei Pavement più importante<br />
di quella dei Birthday Party, o in qualche modo ha<br />
significato di più per loro. Ad ogni modo è una buona<br />
cosa. E’ molto difficile dimenticarsi di cose che sono state<br />
speciali per qualcuno, me compreso. In fin dei conti si<br />
tratta di una parte di me, di tutte le mie canzoni scritte<br />
sin dall’inizio della mia carriera pertanto non ho problemi<br />
a farmene una ragione.<br />
Da quanto tempo conosci Beck e quando è nata l’idea<br />
di una vostra collaborazione?<br />
Ci siamo conosciuti circa vent’anni fa. Difficile credere<br />
che sia passato così tanto tempo. A quel tempo stava<br />
preparando l’album con Loser (Mellow Gold, ndr.) e lo vidi<br />
cantare quella canzone ad un concerto. Era un ragazzo<br />
simpatico, molto amichevole e anche un pò timoroso.<br />
Stava diventando molto popolare un pò dappertutto e<br />
credo che temesse di essere considerato una sorta di<br />
one hit wonder, una specie di loser, proprio come quello<br />
del brano. Per cui era tutto ‘Hey, non sono solo questa<br />
canzone, sono molto di più’. Poi abbiamo fatto parecchi<br />
tour nei 90s e ci incontravamo spesso, soprattutto nel<br />
backstage, anche solo per dirci ‘ciao’. Quando ho iniziato<br />
a pensare al disco lui aveva già iniziato a fare il produttore.<br />
Credo sia stato un bel cambiamento nella sua vita,<br />
voglio dire, smettere con i tour e dedicarsi di più alla<br />
famiglia. Così mi ha chiamato per dirmi quello che stava<br />
facendo. Con tutte le esperienza che abbiamo condiviso<br />
è stato naturale dire ‘hey, facciamo un disco’. Ecco cosa è<br />
successo un paio di anni fa.<br />
Che differenze hai riscontrato rispetto agli altri produttori<br />
con cui hai lavorato? Ha un modo particolare<br />
di lavorare?<br />
E’ difficile da dire. Come ingegnere del suono ha il suo<br />
stile personale ma altre cose sono simili. Alla fine per<br />
me si tratta sempre di preparare gli strumenti e iniziare<br />
a suonare. Sono tutti molto veloci a trovare i suoni giusti,<br />
hanno le loro idee riguardo a come deve suonare<br />
la batteria e il basso, piuttosto che le voci e la chitarra.<br />
Ognuno ha le proprie preferenze nel modo di registrare<br />
ed equalizzare. E’ tutto un pò noioso, più interessante per<br />
una rivista tecnica, credo. Ma ognuno di quelli con cui ho<br />
lavorato sapeva il fatto suo e faceva le cose in maniera<br />
differente. Credo che Beck sia un ottimo ingegnere del<br />
suono: ha registrato parecchie cose, ha realizzato sette<br />
album per conto suo per cui era certamente molto<br />
preparato. Per il resto si entra nei gusti personali. Uno<br />
come Beck credo che si adatti facilmente con chiunque<br />
lavori. Ha ascoltato i pezzi e poi si è tolto di mezzo lasciandoci<br />
fare le nostre cose, senza darci troppi consigli<br />
in fase di registrazione. Penso che avrebbe fatto di più<br />
se, ad esempio, il nostro batterista avesse suonato male.<br />
Ci possono essere vari problemi mentre registri. E’ possibilie<br />
non trovare il groove giusto o cose del genere e<br />
lui avrebbe potuto aiutare in qualche modo o dire ‘proviamo<br />
con un altro pezzo’. Ma fortunatamente non ce<br />
n’è stato bisogno.<br />
Come artisti, trovo che ci sia sempre stata una certa<br />
somiglianza fra voi due, ma non credevo che ci potesse<br />
essere una simile armonia fra i vostri stili...<br />
Siamo entrambi di LA, ragazzi californiani, e siamo appassionati<br />
delle solite cose... Arte, libri... L’idea di trovare<br />
nell’arte una fuga dalle nostre vite; magari è qualcosa<br />
che ognuno fa da teenager... In un certo senso è strano<br />
che due come noi possano essere amici... Non lo conosco<br />
così bene nella vita... Lui è giù a Los Angeles e io sono<br />
qui. Ma musicalmente, è vero, siamo piuttosto simili.<br />
Alcuni degli artisti preferiti all’interno del nostro magazine<br />
si sono fatti una reputazione nel corso dei 90s<br />
(penso ad esempio a Pj Harvey e Flaming Lips), cosa<br />
significa per un eroe dei 90s come te suonare per una<br />
giovane audience nel 2011?<br />
Beh, è molto bello. Mi ricorda di quando negli anni 80<br />
avrei voluto assistere al concerto di gente dei 70s come<br />
Lou Reed o Iggy Pop. Una cosa tipo ‘andiamo a vedere<br />
quel tipo cool e attempato ancora così forte’... Beh, Lou<br />
non era così cool a quel tempo ma era sempre The Reed!<br />
Oppure uno come Mark Smith...<br />
Immagina se fossi nato 15 o 20 anni dopo. Come ti<br />
muoveresti se la tua carriera come musicista iniziasse<br />
adesso?<br />
E’ difficile da immaginare. Credo che alla fine sarei nella<br />
solita situazione ma ci sarei finito con mezzi diversi. A<br />
quei tempi si sentiva parecchia musica nuova. Fra i 16 e<br />
i 25 scavavo parecchio fra le cose nuove per cercare di<br />
capire me stesso. All’epoca mi sarei rivolto a un amico<br />
di qualche radio o di qualche fanzine o avrei utilizzato<br />
il passaparola. Ora il passaparola passa per Internet, ci<br />
sono queste figure in rete, che possono essere website<br />
particolarmente cool o semplicemente persone, magari<br />
amici, che possono trasformarti in qualcosa di nuovo.<br />
Internet ha velocizzato tutto quanto ma mi sembre che<br />
le cose che ho sempre pensato che fossero forti, lo sono<br />
tutt’ora. Mi riferisco a cose di 20-30 anni fa, o anche più.<br />
Cose tipo Velvet Underground, Beatles, Wire, il punk<br />
rock, i Sex Pistols. Magari anche Pavement, Dinosaur<br />
Jr, Pj Harvey, My Bloody Valentine. La gente continua<br />
a pensare che siano grandi artisti.<br />
Dal nostro punto di vista, diciamo ‘europeo’, tu ha<br />
sempre rivestito il ruolo dell’outsider che ci ha sempre<br />
intrigato. Pensi che le tue canzoni, specialmente<br />
le ultime possano essere considerate in qualche<br />
modo politicamente o socialmente impegnate?<br />
Beh, non molto. E’ ancora una piccola stravangante parte<br />
della borghesia che continua ad apprezzare questa<br />
musica. Personalmente non vedo nessuna rivoluzione<br />
all’orizzonte. E’ una specie di accessorio di lusso per gente<br />
che è andata al college, bene educata: una piccola<br />
percentuale del mondo. Vorrei fosse diverso, qualche<br />
volta. Ma non so se vorrei una vera rivoluzione. Mi piacerebbe<br />
che ci fossero cambiamenti in medio oriente,<br />
ma non credo di essere la persona più adatta a parlarne.<br />
Credi che quello con i Jicks sia il tuo progetto definitivo<br />
o hai in mente qualcosa di diverso per il futuro?<br />
Non saprei, per il momento sto facendo questo. La mia<br />
vita è con mia moglie e la mia famiglia. anche mia moglie<br />
lavora, così tutte le mie energie sono impegnate in<br />
questo per il momento.<br />
Verrai in Italia prossimamente con i Jicks?<br />
Sicuramente... Probabilmente saremo a Milano. Magari<br />
anche a Bologna, c’è un’ottima scena da quelle parti.<br />
Magari scenderemo anche più a sud. Bisogna aspettare<br />
e vedere ma spero davvero di si.<br />
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