RETROMANIA - Sentireascoltare
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Tune-In.<br />
Testo: Carlo Affatigato<br />
Benji Boko<br />
Intervista a Benji Boko, uno dei più interessanti giovani ribelli della scena dance<br />
UK. L’occasione ideale per entrare nel profondo del fermento londinese e carpirne<br />
segreti ed ambizioni<br />
Dopo aver toccato con mano lo spirito delle realtà emergenti<br />
USA nell’intervista a M A N I K, il secondo appuntamento<br />
della nostra rubrica di approfondimenti dance<br />
sbarca finalmente nella famigerata scena londinese, da<br />
anni una fucina di talenti d’eccezione, nuove mode e illuminanti<br />
crossover di stili. Per l’occasione siamo riusciti<br />
a contattare uno dei giovani emergenti più interessanti<br />
del panorama UK odierno, Benji Boko, su cui avevamo<br />
già acceso i riflettori all’uscita del suo debut album Beats,<br />
Treats & All Things Unique: un 24enne letteralmente esploso<br />
durante lo spettacolo di capodanno 2010 alla O2<br />
Arena, dove insieme a Calvin Harris, Justice e Deadmau5<br />
ha mandato in visibilio un pubblico di 17.000 persone<br />
e che, da allora, continua ad alimentare la fama<br />
esplosiva dei suoi live act, in cui puntualmente sfodera<br />
un impareggiabile talento in mixing e mash-ups.<br />
Lo abbiamo chiamato innanzitutto per approfondire<br />
le origini del suo eclettismo e i propositi che lo spingono<br />
a provare combinazioni sempre più coraggiose, ma<br />
soprattutto per poter guardare da vicino lo spirito della<br />
dancing London di oggi, considerata dai più l’ambiente<br />
artisticamente più stimolante del globo. La metropoli<br />
più cool del momento ospita una scena dance selvaggia<br />
e irriverente, ricca di nomi autorevoli largamente conosciuti<br />
come Four Tet e James Holden, a cui recentemente<br />
si aggiungono giovani chiacchierati come Katy B,<br />
—In Da Club #2—<br />
Jamie XX, SBTRKT e Maya Jane Coles (lasciando fuori<br />
realtà meno orientate al club come James Blake e Jamie<br />
Woon).<br />
Benji Boko è solo l’ultimo tassello di un puzzle in<br />
continua espansione, e nell’intervista è venuto fuori<br />
l’identikit del tipico artista UK, con la sua irrefrenabile<br />
voglia di distinguersi e guardare avanti e la sensazione<br />
di appartenere ad una vera elite artistica, cosa che ci ha<br />
spinto ad azzardare un parallelo con la Detroit dei primi<br />
anni ‘80. Abbiamo provato a capire come mai questo<br />
particolare fermento sta avendo vita proprio in Inghilterra,<br />
e nel frattempo abbiamo scoperto i progetti ambiziosi<br />
di Benji, che proseguono ad un ritmo sorprendente.<br />
Un giovane simpatico, estroverso e pieno di energia:<br />
ecco ciò che è emerso in circa venti minuti di conversazione...<br />
Ciao Benji! Che ne dici di iniziare con una presentazione<br />
rivolta a chi non ti conosce? Chi è Benji Boko?<br />
Wow, gran bella domanda! Diciamo che sono un giovane<br />
24enne che ama far musica e che nei concerti diventa<br />
un fottuto matto da legare. Ma in generale quello che<br />
voglio è esprimere me stesso in ogni modo o forma, e<br />
con ogni mezzo.<br />
Questo è proprio lo spirito che si percepisce nel tuo<br />
album di debutto. Una combinazione folle di stili di<br />
diversissima natura: funk, hip-hop, reggae, house...<br />
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