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Osservatorio letterario ANNO 14. – NN. 73/74 MARZ.-APR./MAGG ...

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La dea sgranò i suoi occhioni da pesce e pronunciò una<br />

serie di parole che non capii. Forse ero ancora stordito,<br />

o forse lei aveva la bocca piena d’acqua perché ciò che<br />

disse suonava pressappoco così: «Glublublu<br />

bluglubglub.»<br />

«Non ho capito, potresti ripetere l’ultima cosa che hai<br />

detto?» Le risposi sfoggiando il mio sorriso migliore,<br />

certo che le parole della sirena fossero parole d’amore.<br />

Gambe, io avevo le gambe! Di tutte le trasformazioni in<br />

cui mi ero avventurata, questa era una fra le più<br />

strane… Non so cosa gli prese allora a quel ragazzo ma<br />

probabilmente, avendo assistito alla meraviglia che è la<br />

magia per occhi inesperti, svenne. La sua reazione fu<br />

molto simile a quella delle specie inferiori quando i<br />

nostri uomini vanno a caccia e adoperano trucchetti del<br />

genere per disorientare le prede, anche se<br />

personalmente prediligo la selvaggina cacciata solo con<br />

l’aiuto della propria forza, abilità e di un forcone di<br />

corallo. Non lasciatevi ingannare da uomini che fanno<br />

un uso smodato della magia, sorella, perché sono<br />

uomini deboli.<br />

«Delfino! Delfino! Sei ancora qui?» Chiamai spaventata.<br />

«Sì! Come vanno le cose?»<br />

«La creatura di superficie è svenuta!»<br />

«Aspetta che rinsavisca. Accade tutto così rapidamente<br />

nella loro specie. Quel ragazzo può servirti come<br />

guida.»<br />

«Ma come comunicherò con lui?»<br />

«Insegnagli il linguaggio dei flutti. Gli umani sono<br />

svegli, anche se poco intelligenti. Altrimenti prova con<br />

la telepatia. Alcuni di loro hanno sviluppato questa<br />

capacità, anche se difficilmente ne sono a conoscenza.»<br />

«Ci proverò senz’altro.»<br />

«E adesso veniamo alla parte complicata della<br />

faccenda. Li vedi i Grandi Scogli, i picchi più alti<br />

dell’intera isola? Si da il caso che lo scoglio più alto,<br />

laggiù, è il punto ideale da cui saltare. Ma bada, una<br />

volta che avrai recuperato il sole, il dio della pioggia ti<br />

darà la caccia. Egli scatenerà tutte le sue forze contro<br />

di te e credimi, sarà una prova tremenda da superare…<br />

Questo è il momento di tirarsi indietro. Desisti finché sei<br />

in tempo.»<br />

«Mai! Quando una figlia di Atlantide dà la sua parola…»<br />

«Come desideri, fanciulla. Adesso ascolta attentamente,<br />

perché dai consigli che ti fornirò dipenderà la riuscita<br />

dell’impresa… e la tua vita.»<br />

«Ti ascolto.»<br />

«Una volta che avrai recuperato il sole, la furia del dio<br />

si abbatterà su di te.»<br />

«Non temo la pioggia…»<br />

«Invece devi. La tempesta provoca i fulmini, saette<br />

d’energia capaci di polverizzarti in un colpo solo. L’unica<br />

via di salvezza sarà tuffarsi. Dovrai tuffarti dall’alto della<br />

montagna, e dovrai essere più veloce dei suoi fulmini.<br />

Conosco un incantesimo che fa proprio al caso tuo, ma<br />

devi sapere come invocare le rune del cielo e recitare le<br />

parole correttamente. Il rischio è grande… te la senti?»<br />

«Ho appreso un po’ di magia da bambina. Conosco le<br />

rune degli elementi e dei guardiani e tanto basta,<br />

credo. Ci riuscirò.»<br />

«Allora presta attenzione, la formula è questa: “Veloce<br />

veloce, fuggo dal nemico feroce! Guardiano del<br />

Passaggio, concedimi un rapido viaggio!” Ripetile<br />

mentre ti librerai nel vuoto, fra il cielo e il mare, solo<br />

allora il Guardiano del Passaggio ti presterà ascolto<br />

garantendoti un passaggio sicuro e veloce.»<br />

«Questo è tutto?»<br />

«Un’ultima cosa. L’umano non deve assolutamente<br />

seguirti in cima ai Grandi Scogli, la nostra magia non ha<br />

effetto sulle creature di superficie. Il disgraziato non<br />

avrebbe via di scampo. Hai capito?»<br />

«Sì.»<br />

«Molto bene. Ora che è stato detto tutto, concedimi di<br />

sapere il tuo nome, affinché io possa ricordare per<br />

sempre colei che ha messo a repentaglio la propria vita<br />

per il bene della mia gente.»<br />

«Io sono Elynn Respiro di Onda. Ed il tuo?»<br />

«Il mio nome è troppo lungo da pronunciare, perché<br />

ogni onda cullata dal mare vi ha aggiunto una parola<br />

sin dal giorno della mia nascita. Sgombra la mente, e ti<br />

dirò chi sono…»<br />

Il mare della mia mente si liberò di qualsiasi pensiero,<br />

allontanando l’orizzonte della cognizione all’infinito. Il<br />

nome del delfino era un nome bellissimo, di quelli che<br />

ricorrono nelle leggende della mia stirpe, quando i nomi<br />

non erano che i fruscii, i profondi sospiri degli oceani, e<br />

al solo udirli si potevano immaginare storie<br />

meravigliose. Apprendere il suo nome fu come ascoltare<br />

centinaia di storie tutte insieme. Alcune erano felici,<br />

mentre altre erano tristissime ma tutte, dalla prima<br />

all’ultima, mi avvicinavano all’animo immenso di questa<br />

creatura che io scoprivo straordinaria. Così appresi che<br />

mi ero imbattuta in colui che la nostra gente conosce<br />

come Sire Xiijios, consorte della Regina dei Flutti.<br />

«Pregheremo per te, Elynn di Atlantide. Pregheremo<br />

che non ti accada nulla e che il volere dei Guardiani ti<br />

sia favorevole. Torna sana e salva, questa non è la tua<br />

guerra.»<br />

Dunque s’immerse e prima che io potessi respirare un<br />

sorso d’aria, l’acqua di superficie, il Re era già lontano.<br />

Nel frattempo il ragazzo si era quasi svegliato, e adesso<br />

le sue palpebre sbattevano a ripetizione. Quando aprì<br />

gli occhi provai il timore che mi svenisse di nuovo<br />

davanti. Sembrava così fragile e impaurito… Ma tenne<br />

duro e riuscì anche a parlare, ma naturalmente non<br />

compresi una sola parola di quel che mi disse.<br />

«Che cosa hai detto??»<br />

Ma il giovane umano, invece di rispondermi, sorrise.<br />

Ammettiamolo… l’inizio non fu dei migliori…<br />

La sirena, cioè la ragazza o qualunque cosa fosse, non<br />

rispose al mio sorriso. Piuttosto parve preoccupata,<br />

sono certo dalle mie condizioni fisiche. Per rassicurarla<br />

provai a rialzarmi, dimentico che bisognava fare<br />

attenzione perché la superficie dello scoglio era<br />

sdrucciolevole. Inutile dirvi che caddi come un sacco di<br />

patate.<br />

«Ohi, ohi, maledizione! Che figuraccia…»<br />

E mentre mi massaggiavo il sedere, che mi doleva non<br />

poco, la vidi sorridere divertita. Non so adesso come<br />

spiegarvi… Ah, ecco! Ho trovato le parole giuste,<br />

dunque: il suo primo sorriso fu come la prima alba della<br />

mia vita. No, no, non esagero, dico davvero. Ci rimasi<br />

secco all’istante, bam! Il famoso colpo di fulmine.<br />

Lei doveva essersi accorta che l’avevo vista sorridere<br />

perché spense subito quel sorriso e mi disse, sempre<br />

nella lingua “acquainbocca”: «Gluuuubgluglu?»<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> XIV <strong>–</strong> <strong>NN</strong>. <strong>73</strong>/<strong>74</strong> <strong>MARZ</strong>.-<strong>APR</strong>./<strong>MAGG</strong>.-GIU. 2010 15

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