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Osservatorio letterario ANNO 14. – NN. 73/74 MARZ.-APR./MAGG ...

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articoli di Larra scritti in questo primo periodo sono pieni di<br />

allusioni alle assurdità del sistema di governo che rendeva<br />

sempre più manifesta la propria incapacità di tenere la rotta.<br />

Ma la politica non era l’unico argomento che assorbiva la sua<br />

attività di scrittore, né il solo ambito contro cui si scagliava la<br />

sua satira ingegnosa e loquace. Infatti, la critica letteraria e la<br />

critica teatrale in particolar modo, gli offrivano spunti per<br />

scrivere articoli non meno notevoli, senza contare gli articoli<br />

propriamente detti di costume, che scrisse nello stesso<br />

periodo e che contribuirono in ugual misura alla sua celebrità.<br />

È in particolar modo negli articoli che scrive per la Revista<br />

Española, che Larra esprime con evidenza la sua aspirazione<br />

al costumbrismo; non si tratta però di mero desiderio di<br />

descrivere con nostalgia gli usi e i costumi locali, quanto<br />

piuttosto di un tentativo di decifrare il senso de «las<br />

costumbres» in prospettiva del futuro, in un momento storico<br />

di profonde trasformazioni sociali. In questo contesto si iscrive<br />

l’articolo che si propone in traduzione e che sarà analizzato<br />

nei paragrafi successivi. Per quel che riguarda la vita privata<br />

dell’autore, sappiamo che poco dopo il suo ritorno dalla<br />

Francia cercò di riallacciare i rapporti con la donna da sempre<br />

amata, Dolores Armijo, che viveva ad Avila. Dolores,<br />

ritornando a Madrid, annuncia allo scrittore, il 13 maggio<br />

1837, che andrà a fargli visita accompagnata da un’amica.<br />

Larra sembra a questo punto convinto della possibilità di<br />

riprendere l’antica relazione. Quel giorno fa visita a Mesonero<br />

Romanos e alla moglie e passeggia per il Prado<br />

accompagnato da Mariano Roa de Togores, con il quale<br />

vorrebbe scrivere un’opera teatrale sulla figura di Quevedo.<br />

Era un lunedì di Carnevale e, quando si era fatto ormai buio,<br />

riceve in visita Dolores, accompagnata dalla cognata. Viene<br />

con l’intenzione di rifiutare una nuova proposta d’amore.<br />

Quando le due donne vanno via e non sono ancora molto<br />

lontane Larra si toglie la vita (José Escobar, Los orígenes de la<br />

obra de Larra, Madrid, Editorial Prensa Española, 19<strong>73</strong>). Si<br />

potrebbe provare a dare varie spiegazioni ma è più probabile<br />

che, nel gesto di Larra, maturo e consapevole, vi sia la prova<br />

evidente del senso di perdita della speranza che sentiva nei<br />

confronti di una società corrotta e incapace di comprendere la<br />

disperazione che celava dietro le sue innumerevoli invettive.<br />

Nell’articolo “Ya soy redactor”, l’autore presenta ai suoi lettori<br />

un’esperienza personale <strong>–</strong> tutti i suoi articoli infatti prendono<br />

spunto dalla propria quotidianità <strong>–</strong> un aneddoto sulle sue mille<br />

traversie lavorative, col fine di dimostrare che l’uomo desidera<br />

sempre ciò che non ha, come dichiara già in apertura: ¿Por<br />

qué extraña fatalidad ha de anhelar el hombre siempre lo que<br />

no tiene? Dopo una digressione iniziale, in cui vengono<br />

chiamati in causa un certo Padre Almeida e le sue stravaganti<br />

idee sul desiderio e la provvidenza, si entra nel vivo della<br />

narrazione e, quindi, delle avventure lavorative di questo<br />

singolare redattore. L’articolo è attraversato da una sottile<br />

ironia che il lettore può cogliere facilmente nel linguaggio,<br />

fortemente iconografico, nella aggettivazione, che spesso<br />

tende all’esagerazione, ma soprattutto nell’antifrasi costante<br />

¡Oh qué placer el de ser redactor!, che ricorre per ben otto<br />

volte, marcando il ritmo della narrazione e le diverse fasi<br />

lavorative dell’autore-protagonista Figaro: quella di critico<br />

teatrale, critico <strong>letterario</strong>, traduttore, giornalista esperto di<br />

economia politica, correttore di bozze, giornalista di politica. I<br />

problemi che sono emersi in fase di traduzione riguardano la<br />

resa della prosa di Larra in un linguaggio semplice e quasi<br />

confidenziale che, peraltro, il suo amichevole rapporto con i<br />

lettori richiede. Ma, termini come deseo vividor, imperfecta<br />

satisfacción, ardiente caridad, llenar y embutir con verdades<br />

luminosas, causas y concausas, conducir al auge, e molti altri,<br />

danno un piccolo esempio di come questo compito sia<br />

tutt’altro che semplice. Non mancano espressioni iperboliche<br />

e metaforiche, ad esempio: enemigo malo per diavolo, o mi<br />

pío, espressione onomatopeica che allude a qualcosa di<br />

persistente, come un pensiero costante, un chiodo fisso in<br />

questo caso, e, ancora, in ordine di apparizione, obra de<br />

romanos per fatiche di Ercole. Larra ama inoltre impreziosire<br />

la sua prosa con sequenze descrittive; particolarmente<br />

brillante, per esempio, è la descrizione del “passaggio” da<br />

semplice autore di pamphlet a redattore: El hecho es que me<br />

acosté una noche autor de folletos y de comedias ajenas, y<br />

amanecí periodista: mireme de alto abajo, sorteando un<br />

espejo que a la sazón tenía, no tan grande como mi persona,<br />

que es hacer el elogio de su pequeñez, y dime a escudriñar<br />

detenidamente si alguna alteración notable se habría<br />

verificado en mi físico; pero por fortuna eché de ver que<br />

como no fuese en la parte moral, lo que es en la exterior y<br />

palpable, tan persona es un periodista como un autor de<br />

folletos. «¡Ya soy redactor!», exclamé alborozado, y echéme a<br />

fraguar artículos, bien determinado a triturar en el mortero de<br />

mi crítica cuanto malandrín literario me saliese al camino en<br />

territorio de mi jurisdicción. Figaro si sofferma ad esaminare<br />

minuziosamente il suo aspetto e il ritmo della narrazione, che<br />

ricorre a numerose proposizioni incidentali, tende a rallentare.<br />

Descrive i gesti e rende partecipe il lettore delle sue<br />

considerazioni non solo su se stesso, ma anche sullo specchio<br />

che, attraverso un giro di parole, definisce piccolo (no tan<br />

grande como mi persona, que es hacer el elogio de su<br />

pequeñez). Nella traduzione ho preferito esplicitare questa<br />

perifrasi nel seguente modo: non tanto lungo quanto tutta la<br />

mia statura, il che sottolinea quanto fosse piccolo. Allo stesso<br />

modo, ho scelto, poco più avanti, di non tradurre<br />

letteralmente l’espressione figurata triturar en el mortero de<br />

mi crítica, perché in italiano perderebbe la sua forza<br />

comunicativa, oltre a rallentare il ritmo; pertanto ho tradotto<br />

determinato a criticare spietatamente. Al contrario,<br />

l’espressione idiomatica esto es matarme el periódico ha in<br />

italiano un suo equivalente perfettamente calzante (così mi<br />

manda in rovina il giornale), in cui ho volutamente mantenuto<br />

il dativo etico perché inserito all’interno di un dialogo<br />

informale tra Figaro e il suo editore. Notevoli difficoltà ho<br />

riscontrato nel tradurre l’espresione …mejor quiero rezar diez<br />

rosarios de quince dieces. L’espressione spagnola, infatti, non<br />

ha corrispondenza con nessuna locuzione italiana; pertanto ho<br />

l’ho semplificata, privandola di buona parte degli elementi che<br />

la componevano e cercando di renderla, nella lingua di arrivo,<br />

in una forma molto colloquiale. Allo stesso tempo, ho<br />

mantenuto il senso iperbolico di totale rifiuto di Figaro di<br />

fronte alla richiesta del suo superiore; l’esito della traduzione<br />

è, quindi, il seguente: Ah no, signor editore, piuttosto recito<br />

dieci rosari! Procedendo nella lettura dell’articolo ci si imbatte<br />

in un falso amico, si tratta dell’espressione Si usted no tiene<br />

pulso... che, tradotto alla lettera, in italiano allude al possesso<br />

di una volontà forte e di capacità decisionale. Nel contesto in<br />

cui si trova l’espressione, è facile comprendere che non si<br />

tratta di tutto ciò, bensì della capacità di “mantenere il polso a<br />

bada” (polso è una probabile metonimia, che indica la<br />

scrittura), di avere maggior autocontrollo e, quindi nel caso<br />

specifico, di essere prudente: Se lei non è prudente…<br />

L’articolo in questione è scritto quasi interamente al presente<br />

indicativo, mentre il frammento riportato sopra è in “pretérito<br />

pasado”, quindi, sarebbe apparentemente più indicato<br />

tradurre in passato remoto. Tuttavia nella mia traduzione ho<br />

preferito del passato prossimo, sulla base del fatto che<br />

l’azione ha ripercussioni sul presente in cui scrive l’autore e<br />

non è ancora conclusa. Si potrebbe intravedere, sulla base<br />

delle osservazioni fatte sul linguaggio, una sorta di dualismo<br />

tra le forme colte, il lessico ricercato e lo stile fortemente<br />

diretto, che comporta una frequente interazione con il<br />

pubblico; ne sono una prova espressioni di questo tipo: …y<br />

juzgue el lector si no es preferible…; Confieso como hombre<br />

débil, lector mío…;… juzga tú …così come le interiezioni e le<br />

locuzioni esclamative: Pero ¡ay de mí, insensato…;¡Santo<br />

cielo!; ¡Bueno!; Pero ¡ah!. In questi casi è bastato sostituir tali<br />

le espressioni con locuzioni italiane facilmente riconoscibili dal<br />

lettore, concretamente: Ah, povero me!; Santo cielo!;<br />

D’accordo!. Quasi a conclusione del suo articolo, l’autore si<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> XIV <strong>–</strong> <strong>NN</strong>. <strong>73</strong>/<strong>74</strong> <strong>MARZ</strong>.-<strong>APR</strong>./<strong>MAGG</strong>.-GIU. 2010 25

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