27.05.2013 Views

Osservatorio letterario ANNO 14. – NN. 73/74 MARZ.-APR./MAGG ...

Osservatorio letterario ANNO 14. – NN. 73/74 MARZ.-APR./MAGG ...

Osservatorio letterario ANNO 14. – NN. 73/74 MARZ.-APR./MAGG ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Gritti aveva buon gioco col re privo di energia e con i<br />

suoi familiari incostanti. Come plenipotenziario del<br />

sultano, cercava di sfruttare le possibilità della sua<br />

situazione in due sensi: mentre verso la Porta si<br />

atteggiava da rappresentante degli interessi del Gran<br />

Signore, nella corte ungherese faceva la parte del<br />

difensore della cristianità e del regno contro le<br />

tendenze del conquistatore ottomano. Inoltre si fece<br />

conoscere anche in una veste nuova: quella del capo<br />

militare. Nell'autunno 1530 Ferdinando, raccolto un<br />

esercito, condusse un contrattacco contro il territorio<br />

sotto la sovranità di re János; il suo generale<br />

Roggendorf con 10.000 militi pose l'assedio a Buda. La<br />

città era stata in gran parte ricostruita dopo le<br />

devastazioni dell'occupazione turca del 1526; era<br />

attualmente difesa da una guarnigione di 4.000 soldati<br />

ungheresi e turchi. Gritti si mise al loro comando: era<br />

fermamente deciso a non cedere Buda a Ferdinando,<br />

perché - spiegava - il Turco gliel'avrebbe ripreso prima<br />

o dopo, ma allora sarebbe stata definitivamente<br />

perduta per il cristianesimo. Con risolutezza, non<br />

risparmiando fatica e denaro in premio, egli animava<br />

alla resistenza i difensori di due nazionalità, ostili tra<br />

loro e inconciliabili; per dar buon esempio sulle mura,<br />

dormiva sotto una tenda e conduceva personalmente<br />

all'attacco la sua gente, finché, dopo quasi due mesi, gli<br />

assediati in estrema penuria furono sollevati da<br />

un'armata turca di soccorso.<br />

Re János rimunerò generosamente il suo sostenitore;<br />

lo nominò governatore del paese; inoltre lo fece<br />

prefetto della contea di Máramaros con le ricche entrate<br />

delle miniere di sale; al suo figlio sedicenne Antonio<br />

assegnò il vescovato di Eger. I componenti più<br />

autorevoli della consulta di stato, tra cui Tamás<br />

Nádasdy e Imre Czibak vescovo di Várad, erano contrari<br />

alla nomina dello straniero considerato agente del<br />

Turco, che gli lasciava piena disponibilità negli affari di<br />

stato, riducendo il re quasi ad un mero fantoccio.<br />

Mentre alcuni opportunisti cercavano di entrare nelle<br />

sue grazie, cresceva l'antipatia contro di lui, né il suo<br />

comportamento altezzoso, né la pompa con cui si<br />

circondava contribuivano a renderlo popolare. Si<br />

cominciava a mormorare che le sue manipolazioni<br />

fossero intese a strappare il trono a re János. Il suo<br />

viaggio a Costantinopoli alla fine del 1531 contribuì a<br />

consolidare la sua posizione presso la Porta. Quando,<br />

all'inizio dell'anno successivo, Solimano si diresse a<br />

capo di un nuovo esercito contro Ferdinando passando<br />

per l'Ungheria Occidentale, Gritti lo precedeva col suo<br />

distaccamento di 12.000 uomini, marciando verso la<br />

capitale dalla parte della Transilvania. János Szapolyai<br />

lo attendeva con la nomina di capitano generale e con<br />

solennità dovute al conquistatore. Il governatore fece il<br />

suo ingresso a Buda vestito alla Turca, con un corteo<br />

solenne, a capo della guardia del corpo reale, di una<br />

compagnia di giannizzeri e di un reparto di cavalleria<br />

ungherese; per accoglierlo gli andò incontro il re, i<br />

grandi, le autorità cittadine e una folla immensa. Ed egli<br />

s'installò nella capitale da vero conquistatore: prese<br />

possesso del castello, per maggior sicurezza formò la<br />

guardia esclusivamente con elementi turchi. Inoltre<br />

Solimano, reduce dalla sua impresa fallita contro<br />

Vienna, gli lasciò in aiuto altri 5.000 armati, navi e<br />

cannoni, formalmente contro Ferdinando, ma in realtà<br />

anche contro i sudditi di Szapolyai mal tolleranti il<br />

potere del nuovo governatore.<br />

Tutto ciò non bastava però a calmare gli spiriti ribelli.<br />

Come tante volte nella sua storia, la nazione ungherese<br />

non era disposta a rassegnarsi al dominio di uno<br />

straniero nel paese, tanto meno se imposto dal Turco<br />

sterminatore del popolo. Gritti si illudeva invano che<br />

sostituendosi al re János sarebbe riuscito a far<br />

accettare il suo regno, convincendo la nazione che<br />

senza di lui il Turco avrebbe semplicemente invaso il<br />

paese, trasformandolo in un territorio di conquista sotto<br />

la sua dominazione diretta. L'antipatia da lui suscitata<br />

trovò espressione anche in manifestazioni concrete:<br />

Pizzacamino, amministratore italiano delle sue miniere<br />

di sale nel comitato di Máramaros fu ucciso; e a Buda,<br />

in occasione di un trattenimento tenuto in casa di un<br />

nobile cortigiano, una commedia in maschere rese<br />

ridicolo il governatore onnipotente. Gritti non tardò a<br />

vendicarsi dei suoi avversari; verso altri ricorreva a<br />

promesse e donazioni per guadagnarli, ma la diffidenza<br />

nei suoi confronti stava aumentando. Tamás Nádasdy<br />

tornò al partito di Ferdinando, e lo stesso re János<br />

abbandonò Buda per evitare l'incontro col suo dignitario<br />

principale.<br />

Alla fine nello stesso ambiente del sultano si<br />

cominciò a osservare con sospetto le azioni<br />

diplomatiche indipendenti di Gritti presso le varie corti<br />

europee. Inutilmente suo padre, il vecchio doge esperto<br />

cercava di dissuadere il figlio irrequieto e ambizioso<br />

dalle avventure politiche rischiose. Costui, quasi<br />

facendosi forte delle qualità derivanti dal doppio<br />

carattere della sua personalità quale confidente del<br />

sultano nato in terra ottomana e figlio del doge<br />

cristiano, si attribuiva una qualche missione di<br />

mediatore tra i due mondi e cercava di trovare una<br />

soluzione di compromesso secondo la propria idea.<br />

Mentre da una parte trattava a nome del sultano con<br />

Ferdinando in merito alla pace, all'insaputa della Porta<br />

teneva corrispondenze coi re di Francia e di Polonia,<br />

con i principi tedeschi, coll'imperatore e col papa per<br />

convincerli che la sua azione era dedicata alla difesa<br />

della cristianità. Esponeva nelle sue missive che il<br />

sultano si stava preparando ad una grande offensiva<br />

per farla finita con gli Asburgo, invadendo i loro territori<br />

in Austria, in Boemia e in Italia. Ragionava che ciò si<br />

poteva evitare solo se Ferdinando rinunciava<br />

all'Ungheria la cedeva a János Szapolyai che il sultano -<br />

grazie al suo intervento - avrebbe mantenuto nel<br />

possesso del regno. Si offriva come una specie di<br />

ostaggio a garanzia del successo: intanto cercava di<br />

indurre il papa e il re di Francia a farsi mediatori per<br />

convincere gli Asburgo.<br />

Nel 1533 Solimano, irritato per le azioni individuali<br />

del suo agente, lo convocò a Costantinopoli. Gritti però<br />

sapeva come assicurare le buone grazie del suo<br />

sovrano. Come informa Della Valle, recandosi a vedere<br />

il sultano egli era accompagnato da un corteo intero:<br />

122 servi erano carichi di argenterie lavorate con oro,<br />

altri 300 di tessuti d'oro, d'argento e di seta. Solimano<br />

non volle essere di meno: ricambiò il gentile pensiero<br />

con 12 cavalli; ognuno era attrezzato con coperte di<br />

scarlatto e con due sacchi ripieni ciascuno di 12.000<br />

monete d'oro. Sembrava, con grande disappunto dei<br />

suoi oppositori, che le sue risorse finanziarie inesauribili<br />

94<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> XIV <strong>–</strong> <strong>NN</strong>. <strong>73</strong>/<strong>74</strong> <strong>MARZ</strong>.-<strong>APR</strong>./<strong>MAGG</strong>.-GIU. 2010

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!