27.05.2013 Views

Osservatorio letterario ANNO 14. – NN. 73/74 MARZ.-APR./MAGG ...

Osservatorio letterario ANNO 14. – NN. 73/74 MARZ.-APR./MAGG ...

Osservatorio letterario ANNO 14. – NN. 73/74 MARZ.-APR./MAGG ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Strade sale, a me il bercio sincero.<br />

Di libagioni è mesto il pensiero<br />

E nefanda baldoria m'addolora.<br />

Temo che sia il vero:<br />

II Natale affiora.<br />

[...]<br />

<strong>–</strong> stanze da sei endecasillabi e quattro settenari<br />

variamente disposti ed assonanzati (Inno alla passione):<br />

Voglio danzar sull'onda<br />

Come un derviscio folle,<br />

Voglio seminarmi in un etere<br />

Cosparso dalle zagare,<br />

Via da plumbei confini!<br />

Via da plumbei confini!<br />

Ma l'uomo non racchiude l'infinito,<br />

E perso nel mondo e solo fra cose<br />

Mortali in un decorso<br />

D'oblio che si agita senza fondo.<br />

[...]<br />

<strong>–</strong> endecasillabi in terza rima (Il Canto a Cassano delle<br />

Murge):<br />

Colle mio, che ti levi fra distese<br />

E fra selve ti tessi isolato,<br />

Ricordi quando cielo e paese<br />

Miravamo assieme dal rado lato?<br />

Ricordi forse tuttora di quando<br />

Al vespro eravamo teco al velato<br />

Della lisa quercia e tratteggiando<br />

L'avvenire, le spemi, i miraggi<br />

A noi segreti e interrogando<br />

Sul nostro domani fievoli raggi,<br />

Scevri di malo e pueri innocenti,<br />

Disegnavam di attese retaggi,<br />

Da ombre e crepuscoli intenti,<br />

Ci tendevamo lieti e sinceri<br />

Noi, protetti da infiniti venti?<br />

[...]<br />

<strong>–</strong> endecasillabi posti in uno schema assai originale e<br />

complesso (Il canto del bombo e dell’usignolo):<br />

Sei libero da catene del ciclo?<br />

Che senso ha quest'intimo nulla?<br />

E queste viti? A che questo stame?<br />

Già la notte adagia il nero velo<br />

Stellato e si semina ostro sulla<br />

Luna che di gelo sparge le lame<br />

Dirai e posa il mondo muto e infame.<br />

IO dalla laterba sporto il pondo<br />

Laido e stanco ch'amen fa stamberga,<br />

Ma si agogna mentre in tana s'alberga<br />

Una posa di pace nel profondo<br />

Oblio della notte che ai mortali<br />

Il sonno rende e a me vita consuma,<br />

Che i rotti sospiri asconde la bruma<br />

Ed un soffio di vita fra i mali<br />

Io èmpio e i lai la nobile terra<br />

E lo scèmpio entro il seno afferra.<br />

Un sogno dall'eco di sbatter d'ali<br />

Consunto nel giorno appena dimesso,<br />

Ma fuggendo in ciel avrò sol me stesso.<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> XIV <strong>–</strong> <strong>NN</strong>. <strong>73</strong>/<strong>74</strong> <strong>MARZ</strong>.-<strong>APR</strong>./<strong>MAGG</strong>.-GIU. 2010 39<br />

[...]<br />

Il linguaggio poetico è ricercato e magnificamente<br />

<strong>letterario</strong> con eccellente senso estetico; degno di essere<br />

chiamato l’erede contemporaneo del Leopardi. Il<br />

contenuto di ciascuna composizione <strong>–</strong> con la dedicatoria<br />

inclusa <strong>–</strong> è profondo, appassionato, colto. La forma e<br />

l’espressione sono in una bell’armonia. Come nel caso<br />

del Leopardi, così anche nell’opera del giovane Latrofe<br />

si percepisce una specie di reinvenzione delle immagini<br />

per convivere l’elemento classico con lo spirito<br />

contemporaneo e adottandolo a strumento della propria<br />

ricerca filosofica.<br />

È piacevole leggere e scandire le composizioni anche<br />

ad alta voce: il suono della melodia dei versi<br />

confermano la bellezza della versificazione classica.<br />

Sono canzoni lavorate fino all’estremo che rispecchia<br />

l’alma, personalità del poeta.<br />

La citazione introduttiva di William Blache <strong>–</strong><br />

«L’immaginazione non è uno stato mentale: è l’essenza<br />

stessa dell’esistenza umana» <strong>–</strong> è emblematica, è un<br />

avviso <strong>–</strong> come Maffai dice nella Prefazione <strong>–</strong> «per<br />

metterci subito in guardia, per riferirci come il giovane<br />

poeta vede le cose della vita. E in effetti Blake sintetizza<br />

la poetica di vincenzo in modo perfetto, a cominciare da<br />

L’ultimo sussulto di Francesco Petrarca fino a La mia<br />

notte».<br />

Ho la sensazione di trovare nel nostro giovane poeta<br />

l’anima gemella di Giacomo Leopardi. Percepisco nei<br />

canti di Vincenzo Latrofa <strong>–</strong> come nelle liriche del<br />

Grande Cantore di Recanati <strong>–</strong> un modo di essere<br />

classicista per l’intima corrispondenza tra il contenuto e<br />

la forma, per le immagini elette, la vaghezza del<br />

colorito, la purezza della lingua, l’armonia del verso; e<br />

nello stesso romantico per l’originalità della materia<br />

rinverdita, per il sentimento tutto personale di cui<br />

anima le sue composizioni per la realtà a cui s’ispira,<br />

per la semplicità e la naturalezza a cui si attiene. E se<br />

ricordiamo anche la vita del Leopardi, pure nella vita del<br />

nostro Latrofa di grande talento troviamo circostanze<br />

simili: basti pensare l’approccio di entrambi i due poeti<br />

alla lettura, alla letteratura, all’arte poetica, alla cultura<br />

in generale.<br />

Concordo perfettamente con le affermazioni di Dante<br />

Maffia, espresse nella Presentazione: «Vincenzo Latrofa<br />

è uno dei rarissimi giovani che sanno ancora costruire il<br />

verso, che conoscono la metrica, la stilistica e l'estetica.<br />

Infatti ogni composizione si avvale di strutture organizzate,<br />

curate nei minimi dettagli, e il risultato è una<br />

compostezza che rasenta la perfezione, che si<br />

contrappone allo straordinario impeto passionale ed<br />

emotivo delle poesie, con la rara capacità di far nascere<br />

nel lettore emozioni e sensazioni tramite una fusione<br />

perfetta di immagini e di pensiero. Si avverte subito che<br />

Vincenzo non è un improvvisatore, che ha studiato con<br />

voracità i classici, che se ne è abbeverato e ne ha tratto<br />

linfa per proporre un suo mondo personale e originale<br />

che non accetta lo sbracamento attuale e si rifà agli

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!