Osservatorio letterario ANNO 14. – NN. 73/74 MARZ.-APR./MAGG ...
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Tradussi: ti sei fatto male? Ma la mia era una scienza<br />
inesatta. Ciò su cui non avevo dubbi, oh nossignore,<br />
era l’assurdo della situazione in cui mi trovavo. Così risi,<br />
e non ridevo in quel modo da quando ero bambino e<br />
giocavo con mio padre. La sirena rimase interdetta per<br />
un istante, ma poi non si trattenne più e anche lei rise,<br />
delicata, e la sua risata mi ricordò il suono della<br />
pioggerellina che cade sul mare. Almeno in qualcosa<br />
c’eravamo capiti. Le sensazioni, a dispetto delle parole,<br />
sono universali.<br />
La invitai a seguirmi ma lei scosse semplicemente il<br />
capo in segno di “no”. Non capivo da cosa traeva<br />
origine la sua riluttanza. Quando infine si convinse e si<br />
alzò per venirmi incontro, solamente allora mi ricordai<br />
che per lei doveva essere difficile camminare. Barcollò<br />
due-tre passi come un’infante alla sua prima esperienza<br />
su due gambe, e stava per cadere se non l’avessi<br />
raccolta appena in tempo fra le mie braccia. Il suo<br />
tocco… Io non aspettavo altro! Profumo inebriante di<br />
salsedine cospargeva la sua pelle liscia e morbida. Era<br />
assai leggera, quindi decisi di comportarmi da cavaliere<br />
e portarla in braccia fino a casa mia. Potevo dirmi un<br />
uomo realizzato, ha!<br />
In tarda mattinata, per le strade, c’era il solito viavai di<br />
persone che tornava a casa per pranzare. Ritengo<br />
opportuno specificare cosa intendo per viavai alla gente<br />
di città, abituata a strade che da sole coprirebbero<br />
cinque delle nostre isole, abituati a folle di migliaia. Le<br />
strade della nostra isola erano <strong>–</strong> e sono, grazie a Dio <strong>–</strong><br />
a malapena dei vicoli agli occhi dei forestieri. Sappiate<br />
che all’epoca di questa storia, sulla nostra isola,<br />
risiedevano poco più di cinquecento anime. Il turismo<br />
come lo conosciamo oggi ancora non esisteva ma<br />
anche supponendo che ci fosse stato, anche fra migliaia<br />
di turisti che brulicano ovunque, sarebbe stato facile<br />
per noi isolani riconoscerci pure in un marasma di<br />
gente. Perché le facce dei tuoi paesani le imprimi a<br />
fuoco nella memoria. Come poteva esistere, dunque,<br />
un’isola senza Tanino Lenzammugliata o Ciccio<br />
Bicchierino? O l’Osteria dell’Onda Infranta, dove i<br />
vecchietti già allora trascorrevano interminabili giornate<br />
a giocare a carte, arrabbiandosi o gioendo come se<br />
fosse la cosa più importante del mondo?<br />
C’era un rispetto nella nostra piccola comunità, un<br />
senso pratico e nel contempo spirituale della vita, che<br />
manca nella società di oggi. Ma nella situazione in cui<br />
mi trovavo mi rendevo perfettamente conto che<br />
conoscersi così bene fra paesani non costituiva affatto<br />
un vantaggio, anzi… Immaginate per un solo istante se<br />
qualcuno mi avesse veduto in compagnia di una<br />
bellissima straniera, per di più mezza ignuda,<br />
immaginate… Mia madre sarebbe morta per lo scuorno<br />
e la gente ne avrebbe spettegolato da quel giorno<br />
dinnanzi fino al giudizio universale, Amen.<br />
«Adesso passiamo per un sentiero che conosco solo io.<br />
Attraversa il campo di melograni di zio Salvio e finisce<br />
contro un muricciolo facile da scavalcare che affaccia<br />
sul cortile di casa mia. Sarà un gioco da ragazzi…»<br />
La sirena si limitò a fissarmi con i suoi occhioni umidi.<br />
«Sigh, se solo tu potessi capirmi…»<br />
…’coltami ascoltami ascoltami…<br />
Era una risposta, oppure l’avevo immaginata? Quello fu<br />
il momento più critico. Delle parole a me estranee<br />
scorrazzavano liberamente nella mia testa… Mi ero<br />
forse ammattito? Non è che per caso, a forza di stare<br />
sotto al sole a saziarmi della vista del mare, mi ero<br />
beccato una insolazione settembrina? Possibile. Allora<br />
mi ero sognato tutto, il delfino e la sirena, tutto… Non<br />
volli credere alla razionalità che premeva, scacciai via<br />
quel pensiero. Ciononostante non riuscivo a spiegarmi<br />
quelle parole. Lei intuì il mio dubbio e il suo soccorso fu<br />
provvidenziale. Le bastò un semplice cenno del capo<br />
per convincermi che sì, mi aveva parlato, ma in una<br />
maniera del tutto estranea alla nostra razza.<br />
«Hai… hai detto qualcosa?»<br />
…non ti capisco. Pensa le parole che vuoi dirmi nella<br />
tua testa.<br />
Per quanto strano possa sembrarvi <strong>–</strong> ti ho visto<br />
sghignazzare là dietro, giovanotto <strong>–</strong> feci proprio come<br />
la sirena mi aveva consigliato. Il risultato, come potete<br />
immaginare, fu sorprendente.<br />
Ehm… mi senti?<br />
Sì!<br />
Sì!? Ha davvero funzionato!?<br />
Ero sbalordito. Corsi a tempo di record lungo il sentiero,<br />
sempre con la sirena in braccio, e due minuti dopo<br />
eravamo distesi all’ampia ombra di un melograno.<br />
«Anf… anf… incredibile… ah, dimenticavo… anf… così…<br />
non mi capisci… anf…»<br />
Pensa di parlare.<br />
Già. Wow… finalmente possiamo comunicare, ho così<br />
tante domande da farti, che non so proprio da dove<br />
cominciare…<br />
Fà pure le tue domande, perché poi tocca a me.<br />
Uhm… Chi sei? Sei davvero una sirena?<br />
Sì. Vivo negli abissi del mare con la mia gente.<br />
Preferiamo stare lontani dal mondo di superficie che<br />
giudichiamo pericoloso e maledetto da quando la nostra<br />
antica patria è sprofondata nei flutti.<br />
E…come ti chiami, e cosa ci fai qui?<br />
Mi chiamo Elynn Respiro di Onda e sono sul mondo di<br />
superficie per conto di Sire Xiijios, principe dei delfini.<br />
Devo recuperare il gioiello della sua consorte, la Regina<br />
dei Flutti. È un opale di bellezza senza eguali e fu<br />
rubato tanto tempo fa dal crudele dio della pioggia.<br />
Che storia… uh… suppongo che tu dica la verità… Dove<br />
si trova l’opale, il gioiello di cui parli?<br />
La sirena sollevò il capo verso l’alto mantenendo i suoi<br />
occhioni delicati chiusi. Sopra le nostre teste, oltre alle<br />
fronde del melograno, c’era il cielo azzurro e il sole. Lo<br />
sguardo accecante del sole mi abbagliò e non fui in<br />
grado di osservare bene.<br />
Non lo vedo.<br />
Sei forse cieco? Ello là.<br />
Non potevo sbagliarmi. La sirena puntava il suo dito<br />
lungo e sottile in direzione del sole. Ma era follia,<br />
nessuno poteva osare tanto.<br />
Impossibile.<br />
Eppure è così.<br />
Ma noi non possiamo vivere senza il sole!<br />
Ti sbagli. C’era un tempo in cui la terra non era<br />
illuminata dal sole e ciononostante i terrestri vivevano<br />
benissimo.<br />
Ma come?<br />
La Regina dei Flutti provvedeva affinché gli specchi del<br />
Labirinto dei Mille Cristalli catturassero l’immagine del<br />
sole e la proiettassero nel cielo.<br />
16<br />
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> XIV <strong>–</strong> <strong>NN</strong>. <strong>73</strong>/<strong>74</strong> <strong>MARZ</strong>.-<strong>APR</strong>./<strong>MAGG</strong>.-GIU. 2010