Tovazzi diario 5 1801-1809 - Provincia Tridentina

La chiesa di Gran Varadino di rito greco unito nell'Ungheria, per il rev. sig. don Samuele
Vulcan sacerdote della diocesi di Fogaras dello stesso rito.
La chiesa vescovile di Eleusi nella Palestina in partibus per il rev. sig. don Geraldo Macioti,
patricio di Velletri, ed arciprete di quella cattedrale, destinato Suffraganeo della chiesa unita di
Ostia, e Velletri.
La chiesa vescovile di Salta nuovamente eretta in cattedrale da sua Santità nella Provincia del
Tucuman, America meridionale, per mons. Nicola Vidala del Pino vescovo del Paraguay.
La chiesa di santa Croce della Sietra nel regno del Perù, parte dell'America meridionale, per il
rev. sig. don Francesco Saverio da Aldazabal, sacerdote della diocesi di Guamanga.
La chiesa vescovile del Paraguay nelle Indie Occidentali di Spagna, per il rev. P. Pietro Garcia
de Panes, sacerdote della diocesi di Palenza, dell'Ordine de' Minori Osservanti di s. Francesco.
La chiesa vescovile di Rosis in partibus per il rev. P. Francesco Raimondo Casaus, sacerdote
della diocesi di Jaca, dell'Ordine di s. Domenico.
Il giornale di Milano N. 148 in data di Roma dei 16 maggio porta: La fama universale del servo
di Dio Labré, fa desiderare il progresso della causa della sua beatificazione e canonizzazione.
Messo da vivi clamori delle popolazioni il postulatore R. P. D. Gaetano Palma ne ha ordinata la
copia de' processi apostolici su le virtù eroiche in specie e sui miracoli per proseguire il corso
sino alla beatificazione.
15 giugno 1807
Li 15 s'incominciò ad esporre all'incanto i mobili del castello di Trento, proseguendosi fino alla
totale alienazione de' medesimi. Le cose più rare si venderono per prezzi assai bassi.
26 giugno 1807
Li 26 siamo stati in n° 19 alla processione di s. Vigilio, assistendo alla s. Messa pontificale.
La sera seguente da una pioggia dirotta furono impediti i fuochi artificiali, quali però ebbero
luogo nella sera dei santi Apostoli Pietro e Paolo per l'ultima volta, avendoli il regio bavaro
governo proibiti per l'avvenire come una spesa inutile.
Li 26 il Canonico Regolare di s. Michele don Gregorio parroco di detto luogo ci raccontò
d'essersi portato in compagnia di un altro sig. Canonico in Innsprugg per procurare la
sussistenza della Prelatura. Il governatore Conte d'Arco gli assicurò che il decreto della
soppressione era di già sottoscritto, e che era affatto inutile per essi il recarsi a Monaco, come
aveano ideato. Alle loro suppliche però, ed alle esibizioni fatte di presentare alla cassa reale tutti
gli annui avvanzi delle rendite, ebbero dal governatore la promessa d'impegnarsi per la
rivocazione del decreto di soppressione. Ma a fronte di tutto ciò ai due del vegnente luglio con
rammarico de' buoni, e spezialmente dei villaggi circonvicini, che dalla Prelatura godevano
singolar benefici, e si può dire senza offender il vero il totale sostentamento, ai due di luglio fu
intimata ai signori canonici da un signore spedito dal Giudizio provinciale di Trento, la
decretata soppressione della Prelatura cotanto benemerita della Chiesa di Trento, per le
parrocchie, e cure, ch'erano provvedute da soggetti cavati da quell'insigne Capitolo. Ai signori
Canonici fu accordata la pensione di fiorini 300 per cadauno, che attesa la facoltà incamerata di
settecento e cinquanta mila fiorini, sembra molto scarsa. Nell'anno 1145 ai 29 di settembre da
Altemanno vescovo di Trento fu consecrata la chiesa di s. Michele de' Canonici Regolari di s.
Agostino nel giorno stesso eretta in chiesa parrocchiale. Vide Bonellum T. 2, pag. 397 et
Parochiale tridentinum cap. 69; dunque la prelatura contava sette secoli di fondazione. Deus
misereatur nostri. Era già qualche mese, cioè poco dopo seguita la morte dell'ultimo Prelato
Gregorio Tasser, che fu mandato dal Governo un commissario come amministratore delle
rendite della Prelatura, avendolo troppo incautamente e senza prima concertare l'affare col sig.
economo, dimandato il Capitolo.
6 luglio 1807
Li 6 un pover'uomo chiamato Domenico Celva di Povo nel portarsi di notte a casa sua, essendo,
come dicesi, offeso dal vino, si pose a sedere nell'orlo d'una strada, che riguardava una altra
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