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Tovazzi diario 5 1801-1809 - Provincia Tridentina

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Nello stesso giorno 31 alle dieci di mattina sono capitati in questo nostro convento dieci soldati<br />

venuti da Revò con una donna. Chiesero quartiero: l'assegnammo loro; ma non piacendo ai<br />

medesimi andarono via. Io ho assegnato loro il quartiero degli altri.<br />

2 novembre 1805<br />

Nel giorno secondo di novembre alle nove, ed un quarto di mattina fu qui a chiederci quartiero<br />

per 49 soldati, e cavalli un caporale col viglietto dell'ill.mo Magistrato. Gli demmo il solito<br />

quartiero del chiostro; ma poi non venne alcuno. Nella sera dello stesso giorno ho inteso, che i<br />

signori castellani di Trento fanno fagotti per partire ecc.<br />

3 novembre 1805<br />

Nel giorno terzo, domenica, fu chiusa la porta nuova di Trento, alla predica del Duomo fuvvi<br />

pochissimo uditorio, la città fu piena di soldati ritirati in su, ed i cittadini furono tutti costernati.<br />

Il nostro monte, e le Laste sono piene di soldati. Nel nostro fortino vi è una guardia. Nella nostra<br />

stalletta sonovi dei cavalli di officianti, coi loro governatori, li quali fanno fuoco nel cortile colla<br />

nostra legna, e coi pali delle vigne. Le nostre verze piacciono ai soldati. E quindi nel giorno<br />

quarto ne spiantammo e portammo altrove.<br />

4 novembre 1805<br />

Nel giorno quarto dopo il vespro sono venuti nel convento circa 25 soldati musicanti di<br />

quartiero, li quali stettero alla porta; e nella sera sono partiti quelli, che custodiscono i cavalli<br />

nella stalletta, e nel cortile, co' loro cavalli.<br />

5 novembre 1805<br />

Nel giorno quinto di mattina sul nostro monte non fuvvi più alcun soldato; e s'intese, che per<br />

capitolazione coi francesi li tedeschi debbono evacuare il Trentino, ed andare oltre Clausen<br />

sopra Bolzano. Ma questo non fu vero.<br />

Ne' passati giorni furono fermati li ponti di Ravazzone, Sacco, Villa ecc. sopra l'Adige, sicché<br />

non si poté passarlo.<br />

Li soldati sono ancora nella pianura sotto al ponte della Fersina, dove tengono fuochi continui.<br />

6 novembre 1805<br />

Nel giorno sesto il nostro monte trovasi onninamente libero dai soldati e dai lavoranti.<br />

Sono parecchi giorni, che monsig. Vicario, colla cancelleria sua è calato dal castello, occupato<br />

dai soldati.<br />

Anche l'inclito cesareo e cesareo regio Giudicio provinciale, ed unitovi capitaniato circolare ai<br />

Confini d'Italia è calato dal castello di Trento, pieno di soldati.<br />

Oggidì li sei novembre il capitano circolare e commissario militare Gio. Conte di Welsperg<br />

pranzò nell'osteria dell'Europa. Li soldati vendono li magazzini e partono verso Bolzano.<br />

7 novembre 1805<br />

Oggidì li sette, giovedì a buon'ora sono partiti li nostri soldati musicanti verso Bolzano. Così<br />

pure quasi tutti li soldati ch'erano in Trento. Alle otto le porte della città furono senza guardie.<br />

Nella sera non fuvvi alcun soldato tedesco in Trento. Tutte le botteghe furono chiuse, tutti<br />

ritirati, parve il Vendrosanto 122 . È pur partito da Trento verso Gardolo il signor Conte Welsperg.<br />

8 novembre 1805<br />

Nella sera degli otto fu messo il fuoco nel fornello del refettorio.<br />

Il colonnello del genio, di cognome Peikart calvinista promotore de' fortini di Trento, in questi<br />

ultimi giorni fu travagliato da dolori acerbi, ed è partito implanctus 123 . Ho inteso, che fugli<br />

122 *Venerdì Santo.<br />

123 *Senza rimpianto dei trentini.<br />

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