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Tovazzi diario 5 1801-1809 - Provincia Tridentina

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fatta dall'imperadore de' francesi a suo fratello Giuseppe re di Napoli sotto il dì 4 giugno, fu<br />

questi creato re di Spagna.<br />

La stessa Gazzetta in data dei 14 maggio riferisce l'unione delle Provincie di Urbino, Ancona,<br />

Macerata, Camerino, al regno d'Italia.<br />

27 maggio 1808 155<br />

Li 27 maggio fu eretto da sua maestà il re di Baviera il real Ordine civile del merito della<br />

Corona di Baviera. Quest'Ordine comprende 12 gran Croci, 24 commendatori, 100 cavalieri, e<br />

la quarta classe contiene quelli ai quali è già stata conferita la medaglia civile del merito, o che<br />

verrà loro conferita. Fra i commendatori si noverano il Vicario generale di Trento Conte di<br />

Spaur, ed il Conte Welsperg presidente del giudizio provinciale; fra i cavalieri contasi Francesco<br />

de Riccabona di Cavaelse capitanio del Circolo in Rovereto.<br />

Memoria sopra gli affari della Santa Sede colla Francia.<br />

Copia di lettera scritta dal santo padre Pio VII all'imperadore de' francesi Napoleone:<br />

Dilecto filio Napoleoni francorum imperatori Pius P. P. VII.<br />

Dacché per divina disposizione siamo stati immeritamente innalzati al supremo<br />

Pontificato, voi siete il testimonio dei nostri desideri per la pace di tutti i popoli, e per la pace<br />

della cattolica Chiesa; voi siete il testimonio delle nostre cure per la pace spirituale del popolo<br />

francese, e delle nostre paterne condiscendenze; voi siete il testimonio dei nostri benefizi sulla<br />

chiesa gallicana, sulla vostra persona, sui vostri sudditi; voi siete il testimonio di esserci noi<br />

prestati in ogni circostanza sin dove poteva stendersi la podestà del nostro ministero, con le<br />

concessioni, e con i concordati con l'impero francese e regno italico; voi finalmente siete il<br />

testimonio degli immensi sacrifici sofferti sugl'interessi del nostro popolo per il bene e riposo<br />

delle nazioni francese, ed italiana ad onta, che il nostro popolo fosse reso già angustiato ed<br />

impotente sulle sofferte vicende. Voi però in compenso di tanti segnalati favori non avete mai<br />

cessato di amareggiare il suo cuore con gravi angoscie sotto mentiti pretesti, e di porre in<br />

cimento i nostri sagri doveri, e la nostra coscienza: in compenso del concordato ecclesiastico<br />

non ci avete reso che la distruzione di esso con separate leggi dette organiche. Ci avete chiesto<br />

delle profanazioni studiate a bella posta, ed inconciliabili colla sana morale evangelica, e colle<br />

massime inconcusse dell'universale cattolica Chiesa. In compenso della pace, e de' nostri<br />

benefici da gran tempo i domini della santa Sede hanno dovuto sopportare il peso enorme delle<br />

vostre truppe, e le avarie de' loro comandanti cosiché dal <strong>1801</strong> a questa parte ci hanno<br />

consumati scudi 500.000 romani senza mantenere la solenne promessa del rimborso dal regno<br />

italico; in compenso di ciò ci avete spogliati dei Ducati di Benevento, e di Ponte Corvo colla<br />

promessa alla santa Sede delle ricompense le più generose. A compimento dei compensi avete<br />

ostilmente invasi, non i nostri domini, ma in domini donati dalla magnificenza e pietà dei<br />

monarchi spezialmente francesi ai successori di s. Pietro, e confermati da undici secoli in qua da<br />

tutti i principi cattolici al Padre commune di tutti i fedeli della cattolica Chiesa, affinché il Padre<br />

cimmune potesse stare in mezzo ai suoi figli primogeniti nell'assoluta libertà ed indipendenza.<br />

Finalmente avete invasa la nostra estesa capitale ostilmente, ci avete resa ribelle la milizia, avete<br />

occupate le poste e le stamperie, ci avete strappati dal nostro seno gl'intimi consiglieri per la<br />

direzione degl'affari ecclesiastici della Chiesa cattolica, i ministri dei dicasteri dello Stato, e resi<br />

noi stessi prigioniero nell'apostolica nostra residenza, gravitando militarmente sul nostro<br />

popolo. Ci appigliamo a decidere in questo vostro contegno al diritto di tutte le genti, a' sacri<br />

vostri doveri, e del vostro popolo. Ci appigliamo a voi come ad un figlio consecrato, e giurato a<br />

ristaurare e sostenere i diritti della cattolica Chiesa, ed alla giustizia dell'Altissimo. Voi però<br />

abusate della vostra forza, calpestate tutti i sagri doveri, e spezialmente a danno della santa<br />

Chiesa. Voi non ci costringerete, che ancor noi nell'umiltà del nostro cuore facciamo uso di<br />

quelle forze, che l'Onnipotente Iddio ha poste nelle nostre mani, e che non ci darete ulteriori<br />

155 Dalla Gazzetta trentina N° 46.<br />

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