Tovazzi diario 5 1801-1809 - Provincia Tridentina
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in città e che dimostravano di non credere la venuta dell'inimico, si lasciarono sorprendere in<br />
Trento e la cavalleria nemica, che marciava innanzi a spron battuto ne fece più di 30 prigionieri,<br />
i quali furono tantosto fucillati di là dal ponte di s. Lorenzo e gettati nell'Adige: pochi rimasero<br />
uccisi nelle contrade, la maggior parte si salvò colla fuga ritirandosi nelle alture circonvicine<br />
ecc. Alcuni altresì si nascosero nelle case de' particolari; tutto in somma era in confusione.<br />
Osservando alcuni francesi, che parecchi de codesti paesani erano entrati nel palazzo del Conte<br />
Pio Wolchenstein, vi si portarono sul momento, e si crederono autorizzati di spogliare del<br />
danaro e di alcuni altri mobili gli appartamenti del sullodato Conte Pio, e le abitazioni del sig.<br />
ex cancelliere aulico Francesco Vigilio de Barbacovi dimorante nel medesimo palazzo. Non<br />
ritrovarono però i paesani. La truppa francese lasciata una piccola guarnigione in città, proseguì<br />
nello stesso giorno la sua marcia sino a Lavis, ove s'impegnò coi paesani appostati di là dal<br />
ponte in un vivissimo combattimento. I francesi ebbero molti morti e feriti, quali ultimi<br />
condussero sopra alcuni carri in città, ove si forma nuovamente l'ospitale nel monastero di s.<br />
Michele.<br />
29 settembre <strong>1809</strong><br />
Li 29 alle ore nove della mattina vennero al nostro convento di s. Bernardino venti soldati<br />
francesi di cancelleria con un ufficiale col pretesto di fare la perquisizione dei così detti briganti.<br />
Di fatti dopo aver superficialmente cercato inutilmente per poco tempo, confinarono i pochi<br />
Religiosi rimasti in convento, (mancandole 11) nell'andito della libreria sotto una guardia, e<br />
frattanto visitarono le nostre povere celle spogliandole di molti capi spettanti alla communità ed<br />
ai privati Religiosi. Le celle più danneggiate furono la guardianale N° 1, nella quale però non<br />
aprirono lo studiolo, quella del P. Michel Angelo N° 4 e del P. Agostino N° 7. La nostra, grazie<br />
a Dio e Maria, fu bensì visitata, ma non saccheggiata. Le officine rimasero illese. Dalla chiesa<br />
levarono due tovaglie, tentarono di aprire il santo Tabernacolo, e l'armaio de' calici in sagrestia,<br />
ma non vi riuscirono.<br />
Ebbero una guida che li condusse al convento. Il comandante della Piazza sig. Bignomi alla<br />
relazione fattagli dal P. Guardiano rispose, che queste sono le conseguenze della guerra.<br />
Il nominato signor generale rilasciò un ordine a tutti gli abitanti di Trento di denunziare i<br />
paesani, che si fossero rifugiati nelle loro case sotto pena contravvenendo d'essere saccheggiati<br />
e puniti severamente.<br />
6 ottobre <strong>1809</strong><br />
Li 6 dopo diversi attacchi sostenuti con intrepidezza dai paesani tedeschi nei contorni di Trento,<br />
specialmente nella posizione di Meano e nelle colline adiacenti, furono costretti li francesi a<br />
ritirarsi tutti e rinchiudersi nella città. La maggior parte de' feriti ed ammallati francesi, ch'erano<br />
nell'ospitale di s. Chiara, fu nella notte trasportata sopra le barche a Verona, gli altri che<br />
rimanevano condotti in città all'ospitale tedesco ed italiano.<br />
7 ottobre <strong>1809</strong><br />
Li 7 occuparono i paesani tutte le alture intorno alla città, stringendo in tal guisa di un nuovo<br />
assedio la sventurata città di Trento. Avendo appostato un cannone sopra il convento delle<br />
Laste, lo scaricarono più volte contro la città. Riuscì ai francesi di collocate uno dei loro cannoni<br />
in una torre del castello, ed un altro sopra la porta di s. Croce, l'obbizzo si trovava alle porte di s.<br />
Martino; con questi pezzi rispondevano alli sparri del nemico.<br />
8 ottobre <strong>1809</strong><br />
Gli 8 i paesani levarono totalmente l'acqua alla città. Nel medesimo giorno un servo di giustizia<br />
recò al nostro P. Guardiano per ordine del commissario Widder, sostituito al Conte Welsperg, lo<br />
stampino della pace conchiusa fra la Francia e l'Austria, incombenzandolo di distribuirne delle<br />
copie a quelli di Povo, e Cognola, che giungono al convento, affinché pervenendo per tal mezzo<br />
a cognizione de' contadini armati, si ritirassero ecc.<br />
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