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Tovazzi diario 5 1801-1809 - Provincia Tridentina

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motivi di far conoscere al mondo tutto la giustizia della nostra causa, altrimenti i gravi mali, che<br />

derivar potranno da ciò, cadranno tutti sulla vostra responsabilità. Data li 14 aprile 1808.<br />

Nota di sua eccellenza il sig. di Champany a sua eminenza il cardinal Caprara. – Traduzione dal<br />

francese.<br />

Il sottoscritto ministro delle relazioni estere di sua maestà l'imperadore de' francesi re d'Italia ha<br />

posto sotto gli occhi di sua maestà la nota di sua eminenza il cardinal Caprara, e fu incaricato di<br />

farvi la risposta seguente.<br />

L'imperadore non saprebbe riconoscere il principio, che i Prelati non sono sudditi del sovrano<br />

sotto la dominazione del quale eglino sono nati. Quanto alla seconda quistione la posposizione,<br />

dalla quale l'imperadore mai dipartirassi è, che tutta l'Italia, Roma, Napoli, e Milano facciano<br />

una Lega offensiva e difensiva affine di allontanare dalla penisola il disordine, e la guerra. Se il<br />

santo Padre aderisce a questa proposizione, tutto è terminato; s'egli la rifiuta, egli annuncia con<br />

questa determinazione, che non vuole alcun accomodamento, alcuna pace coll'imperadore, e che<br />

gli dichiara la guerra. Il primo risultato della guerra è la conquista, ed il primo risultato della<br />

conquista è il cangiamento del Governo. Imperciocché se l'imperadore è forzato d'essere in<br />

guerra con Roma, non lo è egli anche di farne la conquista, di mutarne il governo, di stabilirne<br />

un altro, che faccia causa commune col regno d'Italia, e di Napoli contro gl'inimici communi?<br />

Qual altra garanzia avrebbe egli della tranquillità, e della sicurezza dell'Italia, quando i due<br />

regni fossero separati per mezzo d'uno Stato, ove li nimici continuerebbero a contare su d'un<br />

accoglimento sicuro!<br />

I cangiamenti divenuti necessari, se il santo padre persiste nel rifiuto, non gli faranno perder<br />

niente de' suoi diritti spirituali; egli continuerà ad esser vescovo di Roma, come lo furono i suoi<br />

predecessori nel corso degli otto primi secoli, e sotto Carlo Magno. Tuttavia sarà per sua maestà<br />

un oggetto di dolore il mirare l'imprudenza, l'ostinazione, l'acciecamento distrugger l'opera del<br />

genio, della politica dei lumi. Allo stesso momento, in cui il sottoscritto riceveva l'ordine di dare<br />

questa risposta a mons. il cardinale Caprara, egli ricevette la nota, che sua ecc.za gli fece l'onore<br />

d'addrizzargli li 30marzo. Questa nota ha due oggetti. Il primo di annunziare la cessazione de'<br />

poteri del Legato della santa Sede, di notificarla contro l'uso, e le forme communi, e alla vigilia<br />

della settimana Santa tempo, in cui la Corte di Roma, s'ella fosse ancor animata da un vero<br />

spirito evangelico, crederebbe di dovere moltiplicare i soccorsi spirituali, e predicare col suo<br />

esempio l'unione fra tutt'i fedeli. Checché ne sia, avendo il santo Padre ritirato i suoi poteri a sua<br />

eminenza, l'imperadore nol riconosce più come Legato; la chiesa gallicana rientra in tutta<br />

l'integrità di sua dottrina; i di lei lumi, la di lei pietà continueranno a conservare in Francia la<br />

religione cattolica, nel far rispettar la quale e nel difenderla riporrà sempre l'imperadore la sua<br />

gloria.<br />

Il secondo oggetto della nota di sua em.za mons. il cardinal Caprara è di dimandare i passaporti<br />

come ambasciatore. Il sottoscritto ha l'onore d'indirizzarglieli. Sua maestà vede con dispiacere<br />

questa formale dimanda de' passaporti, di cui l'uso de' nostri tempi ne ha fatto una formale<br />

dichiarazione di guerra. Roma è dunque in guerra colla Francia, e in questo stato di cose sua<br />

maestà ha dovuto dare gli ordini, che la tranquillità dell'Italia rendeva necessari. Il partito, che<br />

ha presso la Corte di Roma, di scegliere per questa rottura un tempo, in cui ella potea credere le<br />

sue armi più potenti, può far prevedere dalla sua parte delle altre estremità; ma i lumi del secolo<br />

ne arresteranno l'effetto. Il temporale e lo spirituale non sono più confusi; la dignità reale<br />

consecrata dallo stesso Dio è al di sopra di ogni attentato. Il sottoscritto desidera , che le<br />

osservazioni, ch'egli ebbe ordine di trasmettere a sua eminenza possano determinare la santa<br />

Sede ad accedere alle posposizioni di sua maestà. Egli ha l'onore di rinovare a sua eminenza le<br />

assicurazioni della più alta considerazione.<br />

Parigi li 3 aprile 1808.<br />

Per la copia conforme<br />

Le Febure.<br />

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