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guida tecnica su metodi di analisi per il suolo ei siti contaminati apat

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volta, <strong>di</strong>pende dall’equ<strong>il</strong>ibrio <strong>di</strong> ripartizione d<strong>ei</strong> contaminanti tra la matrice solida<br />

e la componente acquosa del <strong>su</strong>olo (van Straalen e van Gestel, 1993).<br />

I costituenti d<strong>ei</strong> vari tipi <strong>di</strong> <strong>su</strong>olo possiedono una gran capacità <strong>di</strong> trattenere<br />

contaminanti ambientali, specialmente quelli costituiti da molecole apolari o da<br />

ioni bi-trivalenti carichi po<strong>siti</strong>vamente; in conseguenza <strong>di</strong> ciò <strong>il</strong> <strong>su</strong>olo si comporta<br />

come una trappola <strong>per</strong> gli inquinanti e la loro concentrazione è in genere più<br />

alta rispetto agli altri comparti ambientali.<br />

Per <strong>per</strong>mettere una stima d<strong>ei</strong> rischi ecologici da dati residui, è necessario<br />

conoscere le concentrazioni limite nell’organismo, oltre le quali le funzioni<br />

fisiologiche sono irreversib<strong>il</strong>mente compromesse. La tossicità può essere<br />

mi<strong>su</strong>rata come LC50 (50% <strong>di</strong> concentrazione letale, che rappresenta la<br />

concentrazione <strong>di</strong> una sostanza che provoca la mortalità del 50% degli<br />

organismi). Può anche essere valutata l’EC50 (50% <strong>di</strong> concentrazione efficace),<br />

<strong>di</strong>versa dall’LC50 in quanto l’effetto mi<strong>su</strong>rato potrebbe non essere la morte.<br />

Nel considerare le prove ecotossicologiche <strong>per</strong> la valutazione d<strong>ei</strong> contaminanti<br />

presenti n<strong>ei</strong> <strong>su</strong>oli, le specie ut<strong>il</strong>izzate dovrebbero essere selezionate <strong>su</strong>lla base<br />

della loro rappresentatività entro la comunità ecologica presente nel <strong>su</strong>olo. I<br />

criteri da ut<strong>il</strong>izzarsi nel re<strong>per</strong>ire tali specie dovrebbero tener presente le<br />

sim<strong>il</strong>arità tossicologiche tra specie tassonomicamente vicine. A tale riguardo<br />

uno stu<strong>di</strong>o condotto <strong>su</strong> quattro specie <strong>di</strong> lombrichi (Neuhauser et al., 1986)<br />

<strong>su</strong>ggerisce che le correlazioni tra le EC50 delle specie siano assai elevate.<br />

Le determinazioni <strong>su</strong>lla tossicità d<strong>ei</strong> <strong>su</strong>oli possono essere condotte sia<br />

<strong>di</strong>rettamente <strong>su</strong>lla matrice solida sia <strong>su</strong> campioni <strong>di</strong> estratto acquoso (elutriato).<br />

Su questi ultimi possono essere applicate le medesime <strong>meto<strong>di</strong></strong>che <strong>di</strong> indagine<br />

tossicologica delle matrici acquose e, a tale proposito, è auspicab<strong>il</strong>e che quanto<br />

prima le prove che coinvolgono gli elutriati, siano standar<strong>di</strong>zzate e recepite nelle<br />

normative tecniche ufficiali.<br />

Le prove <strong>di</strong> tossicità condotte <strong>di</strong>rettamente <strong>su</strong>lla matrice solida risentono, a<br />

<strong>di</strong>fferenza delle normali prove <strong>di</strong> tossicità acquatica, delle interazioni tra <strong>il</strong> <strong>su</strong>olo<br />

e <strong>il</strong> componente tossico che esercitano effetti non trascurab<strong>il</strong>i <strong>su</strong>lla<br />

bio<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità delle sostanze tossiche (Jacomini et al., 2000).<br />

Riferimenti bibliografici<br />

Bayne B.L., Brown D.A., Burns K., Dixon D,R., Ivanovici, A. Livingstone D.R.,<br />

Lowe D.M., Moore M.N., Stebbing A.R.D. e Widdows J., 1985. The effects of<br />

stress and pollution on marine animals. Prager Scientific.<br />

Colborn T., Vom Saal F. e Soto A.M., 1993. Developmental effects of<br />

endocrine-<strong>di</strong>srupting chemicals in w<strong>il</strong>dlife and humans. Environ. Health<br />

Perspec., 101 (5): 378-384.<br />

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