11.06.2013 Views

80 Margaret Atwood - Il Racconto Dell_Ancella (Ita Libro)

80 Margaret Atwood - Il Racconto Dell_Ancella (Ita Libro)

80 Margaret Atwood - Il Racconto Dell_Ancella (Ita Libro)

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ammirata, «si crede ancora bella». Era truccata con gran cura, aveva molto<br />

mascara sulle ciglia, e molto rossetto sugli zigomi, dove la pelle era tesa<br />

come un guanto di gomma. Portava una collana di perle.<br />

«Non era un mostro» diceva di lui. «La gente non fa che ripetere che era<br />

un mostro, ma non è vero».<br />

Che cosa pensava? Non molto, ritengo; non allora, a quei tempi. Pensava<br />

a come non pensare. Erano tempi particolari. Andava orgogliosa della propria<br />

bellezza. Non credeva che lui fosse un mostro. Non era un mostro, per<br />

lei. Probabilmente aveva qualche tratto gradevole, fischiava, stonato, sotto<br />

la doccia, aveva una passione per i tartufi, chiamava il suo cane Liebchen e<br />

per farlo star ritto sulle zampe gli dava dei pezzettini di filetto crudo. Com'è<br />

facile attribuire un'umanità a un essere qualsiasi. Che tentazione a portata<br />

di mano. È un bambinone, diceva lei tra sé. <strong>Il</strong> cuore le si scioglieva,<br />

mentre gli scostava i capelli dalla fronte, lo baciava sull'orecchio, e non per<br />

ottenere qualcosa da lui, era l'istinto di alleviare le preoccupazioni, di rendere<br />

più piacevole la vita. Su, su, gli diceva, mentre lui si svegliava da un<br />

incubo, so che hai tante difficoltà da superare. E a tutto ciò lei credeva,<br />

perché altrimenti come avrebbe potuto continuare a vivere? Era molto<br />

convenzionale, sotto quella bellezza. Credeva alla decenza, era gentile con<br />

la donna di servizio ebrea, o abbastanza gentile, o più gentile di quanto occorresse.<br />

Qualche giorno dopo l'intervista, si era uccisa.<br />

L'avevano detto, lì, alla televisione.<br />

Nessuno le aveva chiesto se lo avesse amato o no.<br />

Ciò che ricordo adesso è il trucco sul suo viso, soprattutto.<br />

Mi alzo in piedi, al buio, comincio a sbottonarmi il vestito. Poi sento<br />

qualcosa dentro il mio corpo. Qualcosa si è rotto, si è spezzato, mi ha lasciato<br />

una spaccatura in faccia attraverso la quale sta per prorompere un<br />

suono. Senza preavviso: non stavo pensando a niente di particolare. Se lascerò<br />

che il suono esca nell'aria si trasformerà in una risata, troppo forte,<br />

troppo grande, la sentiranno, ci saranno passi, ordini frettolosi, forse un<br />

giudizio: emozione inadeguata alla circostanza. Deliri interni, li chiamavano.<br />

Un ago, una pillola. Potrebbe essermi fatale.<br />

Mi premo la bocca con entrambe le mani, come se stessi per vomitare,<br />

cado sulle ginocchia, la risata mi sobbolle in gola come lava. Mi porto strisciando<br />

fino a dentro l'armadio, tiro su le ginocchia. Soffocherò. Le costole<br />

mi dolgono per lo sforzo di trattenermi, ho scotimenti, sussulti sismici,

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!