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80 Margaret Atwood - Il Racconto Dell_Ancella (Ita Libro)

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«Beh, invece non erano i vestiti, eri tu».<br />

«Sì, ero io».<br />

Ero io. Se n'è andata col vassoio ed è tornata con uno straccio per pulire<br />

il pavimento. Rita, quel pomeriggio, è uscita con una bisbetica osservazione<br />

su certe persone che si lasciano cadere tutto di mano. «Hanno troppe<br />

cose per la testa, non guardano dove vanno» ha detto, e noi abbiamo fatto<br />

come se nulla fosse accaduto.<br />

Questo avveniva in maggio. Ora è già passata l'estate. I tulipani hanno<br />

avuto la loro fioritura e sono morti, hanno perso i petali a uno a uno, come<br />

denti. Un giorno mi sono imbattuta in Serena Joy, inginocchiata su un cuscino,<br />

in giardino, la canna da passeggio accanto a lei sull'erba. Stava<br />

spuntando i germogli con un paio di cesoie. L'ho osservata con la coda dell'occhio,<br />

mentre le passavo accanto, col mio canestro di arance e di braciole<br />

d'agnello. Lei puntava le lame delle cesoie e poi tagliava, con uno<br />

scatto convulso delle mani. Era l'artrite o un attacco feroce, un'azione da<br />

kamikaze, perpetrata contro i turgidi genitali dei fiori? <strong>Il</strong> corpo fruttificante.<br />

Recidere i germogli accresce la forza del bulbo.<br />

Santa Serena, in ginocchio, che fa penitenza.<br />

Mi divertivo spesso in questo modo, con piccole, meschine e amare celie<br />

su di lei, ma non a lungo. Non serviva a niente indugiare, osservando Serena<br />

Joy alle spalle. Quello che volevo erano le cesoie.<br />

Poi sono venuti gli iris, che si alzavano splendidi e orgogliosi sui loro<br />

steli, come vetro soffiato, come uno zampillo di acqua colorata congelatasi<br />

per un istante, blu chiaro, lilla chiaro, e quelli più scuri, di velluto viola,<br />

nere orecchie di gatto al sole, ombre indaco, cuori sanguinanti, così femminili<br />

di forma da stupirsi che non li avessero già estirpati da un pezzo. C'è<br />

un'atmosfera ribelle, sediziosa in questo giardino di Serena, un senso di<br />

cose sepolte che esplodono, senza parole, nella luce, come dita puntate<br />

verso l'alto, a dire: tutto ciò che è ridotto al silenzio chiederà a gran voce di<br />

essere udito, anche se in silenzio. Un giardino alla Tennyson, denso di profumi,<br />

languido; il ritorno del concetto di estasi. La luce del sole vi scende a<br />

fiotti, e nello stesso tempo il calore sale dai fiori, lo si sente come quando<br />

si avvicina la mano a un braccio o a una spalla.<br />

<strong>Il</strong> giardino respira in quel calore. Attraversarlo in questi giorni di peonie<br />

e garofani, mi fa girare la testa.<br />

<strong>Il</strong> salice è in pieno rigoglio e non mi è d'aiuto, i suoi insinuanti sussurri

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