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80 Margaret Atwood - Il Racconto Dell_Ancella (Ita Libro)

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Mi rannicchio sotto il sedile, l'automobile si rimette in moto e per un po'<br />

non vedo più niente. Sotto il mantello fa un caldo soffocante. È un mantello<br />

invernale, non uno estivo di cotone, e odora di naftalina. Deve averlo<br />

preso da qualche baule, sapendo che lei non se ne sarebbe accorta. Ora ha<br />

spostato i piedi per farmi posto. Ciononostante ho la fronte contro le sue<br />

scarpe. Non sono mai stata prima così vicina alle sue scarpe. Sono dure al<br />

contatto, senza crepe, come la corazza di un insetto, nere, lucide, inscrutabili.<br />

Non sembra che possano ricoprire parte di un corpo umano.<br />

Attraversiamo un altro posto di controllo. Odo voci impersonali, deferenti,<br />

il finestrino che si abbassa e si alza elettricamente per l'esame dei lasciapassare.<br />

Questa volta il Comandante non mostrerà il mio o quello che<br />

si suppone sia mio, dal momento che ufficialmente non esisto, per ora.<br />

L'automobile riparte e poi si ferma di nuovo. <strong>Il</strong> Comandante mi aiuta ad<br />

alzarmi.<br />

«Facciamo in fretta» dice. «Questo è l'ingresso posteriore. Dovresti lasciare<br />

il mantello in automobile. All'ora esatta, come al solito» aggiunge,<br />

rivolto a Nick. Quindi è qualcosa che ha già fatto.<br />

Mi aiuta a togliermi il mantello e apre la portiera. Mi sento l'aria sulla<br />

pelle quasi nuda, e mi rendo conto che sono sudata. Mentre mi giro per<br />

chiudere la portiera dietro di me, vedo Nick che mi guarda attraverso il finestrino.<br />

Adesso mi vede. È disprezzo che leggo nei suoi occhi o indifferenza,<br />

era questo che si aspettava da me?<br />

Siamo in un vialetto dietro un edificio di mattoni rossi, abbastanza moderno.<br />

Fuori, accanto alla porta c'è una fila di contenitori dell'immondizia,<br />

e un odore di pollo fritto che va irrancidendo. <strong>Il</strong> Comandante ha la chiave<br />

della porta, che è liscia, grigia, forse d'acciaio, e non sporge rispetto al muro.<br />

All'interno c'è un corridoio di cemento, una specie di galleria illuminata<br />

da luci fluorescenti inserite nel soffitto.<br />

«Ecco» dice il Comandante. M'infila al polso un cartellino, rosso, attaccato<br />

a un elastico, come gli scontrini per il bagaglio agli aeroporti. «Se<br />

qualcuno ti chiede qualcosa, di' che sei stata ingaggiata per la serata».<br />

Mi prende per il braccio nudo e mi guida in avanti. Vorrei uno specchio,<br />

per vedere se il mio rossetto non è sbavato, se le piume non sono troppo<br />

ridicole, troppo arruffate. Con questa luce devo avere un aspetto livido. Ma<br />

adesso è troppo tardi.<br />

Che stupida, direbbe Moira.<br />

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