80 Margaret Atwood - Il Racconto Dell_Ancella (Ita Libro)
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Adesso comincio a distinguere meglio le sagome di ciò che mi sta intorno,<br />
le basi delle lampade, i vasi, il divano incombente come una nube al<br />
tramonto.<br />
Che cosa posso prendere? Un oggetto di cui non si debba avvertire la<br />
scomparsa. Nei bosco a mezzanotte, un fiore magico. Un narciso appassito,<br />
ma non dal mazzo di fiori finti.<br />
I narcisi saranno presto gettati via, cominciano a emanare un odore di<br />
marcio che si unisce al puzzo di fumo stantio delle sigarette di Serena Joy,<br />
all'odore dei suoi lavori a maglia. Mi muovo a tastoni, trovo un tavolino, lo<br />
tocco, sento un tintinnio, devo aver urtato qualcosa. Trovo i narcisi, increspati<br />
ai bordi, dove sono già secchi, e flaccidi vicino dagli steli. Ne stringo<br />
uno tra le dita, lo metterò da qualche parte. Sotto il materasso. Lo lascerò lì<br />
per la prossima donna, quella che verrà dopo di me, perché lo trovi lei.<br />
Ma c'è qualcuno nella stanza, alle mie spalle.<br />
Sento un passo, calmo come il mio, lo scricchiolio dello stesso assito. La<br />
porta mi si chiude alle spalle, con un piccolo scatto, la luce non entra più.<br />
Mi sento gelare: il bianco è stato un errore. Sono come una massa di neve<br />
sotto la luna, anche nell'oscurità.<br />
Un sussurro: «Non gridare. Va tutto bene».<br />
Come se potessi gridare. Come se tutto andasse bene. Mi volto: una<br />
forma, niente di più, l'incerto delinearsi di una mascella, privo di colore.<br />
È Nick. Si fa avanti verso di me. «Che fai qui?»<br />
Non rispondo. Neanche lui dovrebbe essere qui con me, dunque non può<br />
tradirmi. Né io lui; in questo momento siamo l'uno lo specchio dell'altro.<br />
Mi mette la mano sul braccio, mi attira a sé. La sua bocca sulla mia. Che<br />
altro può provocare l'astinenza? Non diciamo una parola, tremiamo entrambi.<br />
Quanto mi piacerebbe farlo, qui nel soggiorno di Serena, tra i fiori<br />
secchi, sul tappeto cinese, con un uomo sconosciuto. Sarebbe come urlare,<br />
come sparare a qualcuno. La mano mi va giù, potrei slacciare questi bottoni<br />
e poi... Ma è troppo pericoloso, lui lo sa, ci allontaniamo l'uno dall'altra,<br />
ma poco. Troppa fiducia, troppo rischio, troppe cose sono già avvenute.<br />
«Stavo venendo a trovarti» mi dice all'orecchio, in un soffio. Voglio<br />
stargli addosso, assaporargli la pelle. Le sue dita si muovono, mentre mi<br />
tasta il braccio sotto la manica della camicia da notte, come se la mano non<br />
volesse dar retta alla ragione. È così piacevole, essere toccata da qualcuno,<br />
sentirsi desiderata e desiderare. Luke, tu lo capiresti. Sei tu qui, in un altro<br />
corpo.<br />
Che imbecillità.