80 Margaret Atwood - Il Racconto Dell_Ancella (Ita Libro)
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ce rassicurante il volto roseo, sul fondo dello schermo. «Questa settimana<br />
ne sono giunti tremila alla Patria Nazionale Uno, e altri duemila sono in<br />
transito». Come fanno a trasportare tanta gente contemporaneamente? Coi<br />
treni? Gli autobus? Non ci viene mostrata nessuna fotografia. La Patria<br />
Nazionale Uno è nel Nord Dakota. Lo sa il cielo cos'è che si vuole che facciano,<br />
una volta giunti là. In teoria dovrebbero diventare agricoltori. Serena<br />
Joy ne ha abbastanza del notiziario. Preme con impazienza il bottone<br />
per cambiare canale, e compare un anziano basso baritono, le gote come<br />
mammelle di mucca svuotate. Canta: «Sussurrando parole di speranza».<br />
Serena spegne il televisore.<br />
Aspettiamo, si sente il ticchettio dell'orologio nell'ingresso, Serena accende<br />
un'altra sigaretta, io salgo in automobile. È un sabato mattina, è settembre,<br />
abbiamo ancora un'automobile. Altra gente ha dovuto vendere la<br />
sua. <strong>Il</strong> mio nome non è Difred, ho un altro nome, che adesso nessuno usa<br />
perché è proibito.<br />
Mi dico che non è importante, un nome è come un numero di telefono,<br />
utile solo per altri; ma mi sbaglio, è importante. Tengo la coscienza di questo<br />
nome come qualcosa di nascosto, un tesoro che tornerò a scavare un<br />
giorno. È un nome sepolto, circondato di mistero come un amuleto, un<br />
amuleto sopravvissuto a un passato incredibilmente distante. La notte sto<br />
sdraiata sul letto, con gli occhi chiusi, e il mio nome è lì, sospeso dietro gli<br />
occhi, non del tutto a portata di mano, che brilla nel buio.<br />
Era un sabato mattina di settembre, mi portavo addosso lo scintillio del<br />
mio nome. La bambina che ora è morta era seduta sul sedile posteriore,<br />
con le sue due bambole più belle, il suo coniglietto imbottito, malconcio<br />
d'età e d'amore. Ricordo tutti i particolari. Sono particolari sentimentali,<br />
ma non posso fare altrimenti. Non posso pensare molto al coniglietto, però,<br />
per non mettermi a piangere qui, sul tappeto cinese, aspirando il fumo che<br />
è stato dentro il corpo di Serena. Non qui, non ora, questo lo posso fare più<br />
tardi.<br />
Lei pensava che andassimo a fare un picnic, e infatti c'era un canestro da<br />
picnic sul sedile posteriore, accanto a lei, con dentro uova sode, thermos,<br />
tutto. Non volevamo che sapesse dove si andava davvero, temevamo che<br />
lo dicesse, per sbaglio, che rivelasse qualcosa, nel caso fossimo stati fermati.<br />
Non volevamo sobbarcarla del peso della nostra verità.<br />
Io indossavo i miei stivali da escursione, lei le scarpe di gomma. I lacci<br />
delle scarpe di gomma avevano dei cuoricini disegnati sopra, rossi, viola,<br />
rosa e gialli. Faceva caldo per quel periodo dell'anno, le foglie stavano già