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Programma - Regione Emilia-Romagna

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iorientamento delle produzioni verso segmenti di alta qualità, con un forte traino delle<br />

esportazioni e l’emergere di marchi con visibilità globale.<br />

La disponibilità di dati a livello così disaggregato che evidenzino l’impatto della crisi è molto<br />

limitata e quindi non ci si può che concentrare su alcuni indizi significativi.<br />

Nel biennio 2009-2010 la demografia delle aziende manifatturiere registra un saldo negativo<br />

(le cessazioni superano le nuove iscrizioni) tra i più sensibili rispetto alle altre filiere (-5%<br />

circa in entrambi gli anni), ma il dato come detto accentua una dinamica strutturale: negli<br />

ultimi dieci anni la componente manifatturiera della filiera della moda regionale, in linea con<br />

quella nazionale, ha vissuto un processo di selezione delle aziende che ha prodotto una<br />

riduzione del numero complessivo, in una percentuale leggermente inferiore rispetto agli<br />

addetti (attorno al 15%).<br />

L’export della filiera risulta in recupero nel 2010 (4,3 miliardi di Euro nel 2010, con valori<br />

migliori dell’abbigliamento rispetto ai prodotti tessili) ma non ancora ai livelli pre-crisi. Negli<br />

ultimi dieci anni (2000-2010) si è registrato un incremento delle esportazioni pari al 38,4%; va<br />

però considerato che nello stesso periodo le importazioni sono aumentate del 141,8%, con<br />

una tendenza al deterioramento del saldo della bilancia commerciale che rimane comunque<br />

nettamente positivo (1,7 miliardi di euro). La Russia è il secondo mercato di sbocco dietro la<br />

Francia (var.% 2010-2000 = +246% contro il 38% medio). La Cina vale da sola un quarto<br />

delle importazioni totali (var.% 2010-2000= + 479% contro il 142% medio). In generale si<br />

assiste ad un incremento consistente dell’interscambio commerciale nei confronti delle aree<br />

emergenti del mondo, a fronte di valori più stabili verso le economie mature. Si segnala il calo<br />

(2010-2000, in valore assoluto) delle esportazioni verso Germania (-30,8%), USA (-37,6%),<br />

Giappone (-23,4%), rispettivamente terzo, sesto e ottavo mercato di sbocco dei prodotti della<br />

filiera nel 2010.<br />

L’analisi dei dati di bilancio delle società di capitali della filiera offre ulteriori elementi di<br />

valutazione sull’impatto della crisi. Nel biennio 2008-2009 la dinamica dei fatturati è stata<br />

negativa (-10,8%); la flessione maggiore ha interessato le imprese piccole e medie. Tra le<br />

grandi imprese la contrazione è stata più contenuta (-5,7%); le medesime imprese<br />

risultavano quelle con la crescita maggiore nella fase espansiva del biennio 2007-2006.<br />

La filiera della moda si delinea come una realtà produttiva diversificata nella quale convivono<br />

imprese finali (o conto proprio) di medio-grandi dimensioni dotate di brand propri ed alta<br />

visibilità nazionale ed internazionale, ed imprese finali più piccole, dotate di un campionario<br />

proprio (con o senza marchio) magari riconosciute nell’ambito di specifiche nicchie di<br />

mercato, ma generalmente sprovviste dei mezzi necessari per approcciare mercati lontani<br />

(ma potenzialmente redditizi).<br />

Insieme alle imprese finali troviamo le imprese di subfornitura (o conto terzi) che si<br />

differenziano a loro volta in base all’ampiezza della gamma di lavorazioni offerte<br />

(monofase/plurifase/capo finito) e alla capacità di offrire servizi aggiuntivi ai propri<br />

committenti.<br />

I segmenti più deboli ed in difficoltà della filiera, sono rappresentati dalle imprese finali di<br />

piccole dimensioni, caratterizzate da una elevata capacità creativa ma dalla mancanza di<br />

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